In Iran, dopo le manifestazioni di lunedì a Teheran, i capi dell’opposizione Mir Hossein Moussavi e Mehdi Karoubi (agli arresti domiciliari) hanno chiesto al presidente Ahmadinejad di ascoltare il popolo. Il loro appello è stato postato sui siti dell’opposizione.
Ieri i conservatori al potere e nel Parlamento avevano chiesto a gran voce la loro impiccagione.
A Teheran oggi sono scoppiati incidenti fra i partecipanti ai funerali di una vittima degli scontri dei giorni scorsi e milizie vicine al governo (nella foto Reuters).
Nel Bahrein, piccolo arcipelago nel Golfo Persico (conta circa 700mila abitanti), l’opposizione reclama l’instaurazione di una monarchia costituzionale con un primo ministro eletto dal popolo.
Il giorno dopo la morte di due manifestanti uccisi dalle forze dell’ordine, nel paese sono migliaia le persone scese nelle strade a manifestare.
Ieri notte nella capitale Manama centinaia di persone si sono accampate in una tendopoli improvvisata e hanno assicurato che non se ne andranno finchè non vi saranno dei significativi cambiamenti a livello istituzionale. Una replica di piazza Tahrir al Cairo.
Nella capitale dello Yemen, Sana’a, si giunge oggi al quarto giorno di violenti scontri fra gli studenti che chiedono la caduta del regime e i partigiani del presidente Ali Abdallah Saleh, che regna ininterrottamente da 32 anni.
Stamani gli studenti sono stati bloccati mentre marciavano verso il palazzo presidenziale ed attaccati con pietre, bastoni e coltelli. Non sono giunte notizie di vittime, ma molti sarebbero i feriti, soprattutto fra gli studenti. Incidenti si sono verificati anche nella città di Aden, nel sud dello Yemen.
L’opposizione parlamentare, che ha deciso di riannodare il dialogo con il regime, non si è unita alle manifestazioni di protesta.