L’ex maggiordomo di Papa Ratzinger rischia fino a 8 anni per il furto di documenti riservati, un reato considerato gravissimo. Per il momento, conferma il Vaticano, Paolo Gabriele rimane l’unico indagato.
L’interrogatorio dell’ex assistente di camera di Benedetto XVI è iniziato martedì mattina, come confermato dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
Imputato per il furto di documenti riservati, Paolo Gabriele era assistito da due avvocati ed è stato interrogato dal giudice istruttore vaticano, Piero Antonio Bonnet.
In una dichiarazione diffusa dai suoi avvocati all’indomani dell’arresto, Gabriele aveva manifestato la sua disponibilità a collaborare con gli inquirenti.
In attesa del processo non dovrà rimanere in carcere indefinitamente. La custodia cautelare in Vaticano dura un massimo di 50 giorni, a cui se ne possono aggiungere altrettanti.
Gabriele è rinchiuso in una cella di sicurezza all’interno del quartier generale della Gendarmeria vaticana,
Secondo il codice penale vaticano, se il Papa non gli concederà la grazia l’ex maggiordomo rischia fino a otto anni di carcere per il furto di cui è accusato, a cui eventualmente si potrebbe aggiungere la “rivelazione di segreto politico”, punibile fino a 3 anni.
Se confermata nei tre gradi di giudizio dell’ordinamento, la pena verrebbe scontata in un carcere italiano, secondo quanto previsto dai Patti Lateranensi.
(Fonte: La Stampa.it)