L’inchiesta sull’uccisione di Matteo Diebold, il quarantenne trovato privo di vita di via Sorengo nel novembre 2010, da ieri è ufficialmente chiusa.
Assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, appropriazione indebita, truffa, commessa e tentata, falsità in documenti e sviamento della giustizia, questi i reati ipotizzati dal Procuratore pubblico Moreno Capella a carico di Hans Peter Maier, il cinquantenne germanico che ha confessato di avere ucciso Diebold, si legge sull’edizione odierna del Corriere del Ticino : “Meier, attualmente detenuto al Penitenziario della Stampa, ha sempre sostenuto la tesi dell’omicidio passionale provocato dalla brusca fine della relazione sentimentale con la vittima.
Una tesi che non aveva convinto gli inquirenti che avevano sospettato un possibile movente di tipo finanziario. Questo in relazione a circa 200mila franchi ereditati dalla madre, che Matteo Diebold avrebbe prelevato dal proprio conto all’UBS un anno prima dei fatti con l’intenzione di investirli e procedere all’acquisto di un appartamento.
Somma che il 40enne avrebbe potuto affidare proprio a Maier affinché procedesse con degli investimenti.
A questo punto il sospetto era che Maier – che secondo l’accusa all’epoca conduceva una tenore di vita eccessivamente elevato a dispetto dei molti debiti accumulati e della scarsità di mezzi – avesse deciso di tenere per sé i soldi. La lite tragicamente finita con la morte di Diebold sarebbe scoppiata proprio per questo motivo.
Il dibattimento dovrebbe venire aggiornato per settembre-ottobre. Occorrerà infatti stilare l’atto d’accusa e, una volta che l’incarto sarà trasmesso al Tribunale penale, costituire la Corte e lasciare un tempo adeguato per l’esame della documentazione raccolta in fase di istruttoria.
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