Votazione dell’11 marzo sulle residenze secondarie. La competenza territoriale va lasciata ai comuni e ai cantoni, perchè ogni regione ha le sue esigenze, anche economiche.
In un’intervista pubblicata sull’edizione odierna del Corriere del Ticino, il Consigliere nazionale UDC Pierre Rusconi si dice contrario all’iniziativa che vuole limitare il numero di residenze secondarie : “L’iniziativa è stata senz’altro un pungolo per riconsiderare certi eccessi e rimettersi un po’ in riga – commenta – ma da questo a passare a una generalizzazione che non tiene conto delle peculiarità locali è eccessivo.
… Tagliare a una quota fissa le possibilità di sviluppo, impedendo l’edificazione di nuove costruzioni impedisce a chi vorrebbe e obbliga chi non vuole … Se c’è un cantone o una regione che vuole crescere, magari lanciando delle nuove zone turistiche, questo limite ristretto potrebbe impedire di svilupparsi appieno; per contro costringerebbe altre che hanno già superato questi limiti a doversi ridimensionare, magari anche per cinque o dieci anni.
… Un impatto negativo su un’economia che già non gode di ottima salute. In Ticino, ma anche in altri cantoni, ci sono aziende e interi settori che di questa attività ci campano.
Il turismo, sia quello del weekend, sia quello di giornata o maggiormente stanziale e stagionale, è fondamentale per mantenere attività in loco, dunque posti di lavoro e, in ultima analisi, per la popolazione residente.
Siamo un Paese talmente differenziato – in tutto: geograficamente, religiosamente, linguisticamente ecc. – per cui andare a imporre in maniera indifferenziata un modello economico che certo può andare bene per alcune regioni, ma per altre di sicuro no, è controproducente.”
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