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Un blog del quotidiano romando La Tribune de Geneve fa l’elogio dell’utilità dei governi tecnocratici, sull’esempio del governo Monti in Italia.

“Indipendente dalle lotte politiche, il governo tecnocratico entra in scena per occuparsi dei problemi urgenti del paese – si legge – Molti sono coloro che sperano che questi esperti tecnocrati si rivelino migliori dirigenti degli uomini politici.
Il filosofo greco antico Platone andava oltre, instaurando nella sua “Repubblica” un governo di filosofi. Alla base del governo, dunque, più dell’esperienza starebbe la saggezza.

Come si pone la Svizzera in questo discorso? Cosa accadrebbe se il nostro paese scivolasse nelle difficoltà, con un franco che vale meno di un euro e meno di mezzo dollaro, una massiccia disoccupazione e l’anarchia dilagante?
Che accadrebbe se in nome della concordanza il mondo politico si perdesse in interminabili e sterili dibattiti attorno alla gestione del paese e fosse incapace di farci uscire dalla crisi? Nulla di buono.
A titolo preventivo andrebbe dunque formato un governo federale tecnocratico. Sarebbe pronto ad intervenire qualora le cose si mettessero male e il Consiglio federale composto dai politici si perdesse nei meandri delle chiacchiere inconcludenti.

Chi vi farebbe parte? Sicuramente Philipp Hildebrand, presidente della Banca Nazionale Svizzera. Dirigenti di grandi aziende, come Fred Kindle, ex dirigente di Sulzer e ABB, professori universitari di economia, un architetto famoso, diplomatici di alto livello con esperienza di ambasciatori in paesi ad alta tensione. Personalità di questo genere. Sarebbe interessante vedere dove riuscirebbero a portare la Svizzera.”