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Dopo le discussioni di ieri a Bellinzona fra gli uffici di presidenza dei parlamenti di Ticino e Lombardia, che si sono incontrati per discutere sulle delicate tematiche che oppongono Svizzera e Italia (frontalieri e fiscalità in primis), il Consigliere di Stato socialista Manuele Bertoli ritiene che dall’Italia stiano giungendo segnali positivi e dunque è il momento di rivedere il blocco di parte della quota d’imposta alla fonte dei frontalieri.

A Bertoli si associa la presidente del Consiglio di Stato Laura Sadis, che già al momento del blocco dei ristorni si era detta contraria, ritenendo che il blocco voluto dalla maggioranza dell’Esecutivo ticinese (Borradori, Gobbi e Beltraminelli) violasse accordi internazionali.
“Per evitare che questa nostra decisione rappresenti un sassolino sulla strada che si sta aprendo e che si vuole percorrere come Svizzera e come Ticino – dichiara Sadis – ritengo che il Consiglio di Stato debba rivalutare la propria posizione, anche e soprattutto sulla scorta dei recenti avvenimenti.”

Cosa dicono i tre Consiglieri di Stato che avevano votato a favore del blocco dei ristorni d’imposta?
Paolo Beltraminelli ritiene che “prima ci si deve mettere attorno a un tavolo, iniziare le trattative fra le delegazioni dei due Paesi. Dopodiché io sono disposto a rivedere la mia posizione e versare all’Italia anche la seconda tranche dei ristorni fiscali. “
Marco Borradori, vicepresidente del governo, sostiene il principio della coerenza: “Abbiamo sempre detto, e ci sembra che l’asticella non sia neppure troppo alta, che libereremo l’altra metà dei ristorni quando Svizzera e Italia dimostreranno la volontà concreta di sedersi al tavolo e riprendere le trattative rimaste interrotte … Saremo di parola al momento opportuno, allorché i motivi dichiarati per lo sblocco saranno rispettati.”
Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento delle istituzioni, fa notare come, malgrado le intenzioni positive, ancora non si sia fatto nulla di concreto: Questo buon clima non significa ancora nulla poiché sul fronte Berna-Roma non si è ancora avviato il tavolo delle trattative per la revisione dell’accordo di doppia imposizione da un lato e l’accordo sui frontalieri dall’altro. Abbiamo deciso di protrarre il blocco fintanto che la Svizzera non verrà tolta dalle “black list” e non si avvieranno le trattative per rivedere gli accordi. I due punti non son dati e di conseguenza non vedo la necessità di voler rivedere la nostra posizione.”

(Fonte: La Regione)