L’essere umano, attraverso la filosofia, ha sin da sempre cercato di nobilitare sè stesso. Gli antichi greci, col concetto di Anima Bella in corpo buono, καλοκαγαθία, cercavano di arrivare al massimo della virtù. Il filosofo Friedrich Nietzsche, tre millenni dopo, ha riproposto questo tema con la teoria del Superomismo. La volontà di potenza doveva essere ciò che rendeva l’uomo grandioso, eroico e potente…e nel Terzo Reich questo concetto è stato reinterpretato e adatto al concetto di arianità, andando poi a creare quelle mostruosità socio-filosofiche di cui la storia è testimone.

Ebbene, l’uomo che cerca di migliorare sè stesso senza contemplare l’Amore di Cristo come perno della propria esistenza rischia di fare cose aberranti, confondendo il proprio egoismo – la Hybris- con il bene. Le letture di oggi ci spiegano che è possibile elevarsi e trasformarsi in uomini celesti attraverso l’amore. Il segreto per abbandonare la bestialità e divenire l’Uomo Nuovo è la carità, l’amore totale e oblativo.

La Liturgia della Parola di oggi ci offre una lezione straordinaria sul valore dell’amore e della misericordia, sulla potenza del perdono e sulla trasformazione che Dio opera in noi quando scegliamo di amare invece di odiare.

Nella prima lettura tratta dal libro di Samuele vediamo Davide che fa un’opera grandiosa: risparmia la vita al suo nemico. Saul, il re che lo perseguita, dorme indifeso davanti a lui. Abisài, suo compagno, lo invita a sfruttare l’occasione per eliminare il suo nemico con un colpo di lancia. Ma Davide rifiuta: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». Nonostante tutto il male che Saul gli aveva fatto, Davide sceglie la via del rispetto, della misericordia, della non violenza. Questo gesto di Davide è di una bellezza straordinaria! Non si lascia dominare dall’istinto di vendetta, non si abbassa al livello della violenza, ma dimostra una nobiltà d’animo che riflette già l’amore di Dio.

David non uccide Saul dormiente

Davide compie un atto che va oltre la logica umana: invece di rispondere al male con il male, sceglie il bene. Ecco la vera forza dell’uomo che confida in Dio! Non è la violenza a renderci forti, ma l’amore. Non è la vendetta a renderci giusti, ma la misericordia.

San Paolo, nella Lettera ai Corinzi, ci aiuta a comprendere meglio questo cammino di trasformazione: «Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita». L’uomo senza Dio è solo materia, è fragile, è limitato come la polvere della terra. Ma quando l’amore di Dio lo tocca, egli si eleva, si trasforma, rinasce come uomo nuovo, come uomo celeste. È proprio la misericordia, il perdono, l’amore gratuito a renderci uomini nuovi! Noi tutti siamo chiamati a questo cammino di crescita: dalla terra al cielo, dall’istinto alla grazia, dalla vendetta al perdono.

E chi meglio di Gesù ci ha mostrato questa via? Nel Vangelo ci dice parole che sfidano la nostra logica: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male». Non è facile. Il nostro cuore umano spesso si ribella a questa logica. Eppure, è proprio questo il segreto della vera libertà! Chi perdona, chi ama, chi rinuncia alla vendetta è un uomo libero. Libero dalla schiavitù dell’odio, libero dal peso del rancore.

Gesù ci invita a essere misericordiosi come il Padre. E Dio è colui che non si stanca mai di perdonarci, di rialzarci, di darci nuove opportunità. Se scegliamo l’amore, diventiamo uomini nuovi, uomini celesti, capaci di portare nel mondo la luce di Dio.

Allora, oggi lasciamoci toccare da questa Parola. Guardiamo a Davide e impariamo la bellezza del perdono. Guardiamo a Gesù e imitiamo la sua misericordia. E preghiamo affinché il nostro cuore, giorno dopo giorno, si trasformi, si elevi, rinasca nell’amore. Noi tutti, col desiderio di farci santi, possiamo divenire uomini celesti.