di Alberto De Marchi

Recensione del libro di Cesare Carlo Torella, “I Torrella o Torella. La Tradizione esotérica di un’antica Famiglia Nobile, tra Corona de Aragón e Reino de Nápoles” (autopubblicazione Amazon Print, 2025, 115 pagine, euro 20,80)

Questo libro è un lavoro denso di significati, di riferimenti agli arcana, come li definisce l’autore, l’Avvocato Cesare Carlo Torella, discendente di un ramo della famiglia protagonista del saggio, i Torella appunto (talvolta riportati anche come Torrella), nobile stirpe di origine iberica trapiantatasi nel Meridione d’Italia in seguito all’espansione aragonese (tra fine Duecento e prima metà del Quattrocento).

La prima parte del testo risale fino all’alba dei tempi nell’analisi lessicale del nome e in quella delle armi araldiche, la seconda si concentra, invece, su di un’analisi più propriamente storica, precisa e puntuale nel tracciare – per sommi capi ma al contempo senza tralasciare nulla di essenziale – la storia di tutte le varie ramificazioni della famiglia Torella/Torrella sparse tra le penisole iberica e italiana, oltre che nei cenni alle altre famiglie (nobili o “civili”, come le definisce l’autore) con le quali la stirpe ha percorso un qualche tratto di vita o s’è imparentata.

Chiude una terza parte, che si sostanzia in tavole genealogiche e ricco apparato iconografico, le quali cose fanno de I Torrella o Torella. La Tradizione esotérica di un’antica Famiglia Nobile, tra Corona de Aragón e Reino de Nápoles un testo che mi auguro possa presto definirsi di capitale importanza: per gli studiosi di dottrine esoteriche; per chi voglia iniziare ad impratichirsi con le scienze dell’araldica e della genealogia; per chi sia alla ricerca di approfondimenti documentalmente provati su di un’importante pagina di storia che ha visto protagonista una porzione della Penisola Italiana e famiglie tutt’oggi esistenti.

Condivisibile, dal mio punto di vista, anche la posizione del Professor Furio Detti nella “Breve premessa all’opera” (lo stesso è autore anche della “Sinossi”), il quale auspica un futuro, maggior approfondimento delle tematiche presentate nel “denso e documentato opuscolo”: in primis nell’ambito della trattazione saggistica ma anche – perché no? – in quello della realizzazione di una saga storico-romanzata che sia “un felice ibrido fra la precisione della ricostruzione genealogica e familiare e le avventure di cavalieri per mare e per terra nell’Italia del sud”.