Da circa un mese l’amministrazione della Casa Bianca preme sul governo israeliano affinchè questi presenti le scuse ufficiali alla Turchia per la vicenda della Mavi Marmara, la nave che nel maggio 2010 era stata intercettata dalla Marina israeliana mentre si dirigeva verso la Striscia di Gaza.
Nello scontro a fuoco che ne era seguito erano morti 9 cittadini turchi, tutti membri dell’equipaggio.
L’ambasciata israeliana di Washington ha ricevuta una nota da parte del Dipartimento di Stato americano nella quale si spiega come queste scuse siano necessarie per evitare il deterioramento dei rapporti fra Israele e la Turchia. Se i due paesi si mettessero uno contro l’altro, questo rischierebbe di mettere in pericolo i rapporti tra Washington ed Ankara.
Rapporti che già ora non sono propriamente idilliaci. Il presidente Obama aveva assestato una bella botta alle relazioni diplomatiche quando aveva promesso al primo ministro turco Erdogan la conduzione delle trattative con il colonnello libico Gheddafi e poi invece aveva affidato i negoziati alla diplomazia russa, suscitando grande sdegno e collera di Ankara.
Oggi, con il governo siriano fuori gioco a causa della brutale repressione delle manifestazioni popolari, Obama cerca di preservare un accordo (malconcio) con uno dei pochi governi su cui gli USA possono ancora contare nella regione medio orientale.
La Segretaria di Stato Hillary Clinton ha chiesto l’invio di scuse ufficiali al governo di Ankara anche al ministro israeliano della Difesa Ehoud Barak in occasione di un incontro tre settimane fa.
Barak ha rifiutato e lo stesso hanno fatto altri ministri del governo Netanyahou. Israele può considerare un indennizzo alle famiglie dei nove marinai morti, ma certamente non presenterà alcuna scusa.
Stando a indiscrezioni apparse sulla stampa israeliana, il governo di Tel Aviv avrebbe già offerto alle famiglie delle vittime una cifra di circa 125mila dollari.
Mancano pochi giorni alla presentazione del rapporto Palmer sull’attacco alla Mavi Marmara e la pressione statunitense cresce.
Nel frattempo la Turchia ha chiesto alle Nazioni Uniti di rinviare la presentazione del rapporto sino a quando Israele avrà presentato le scuse ufficiali.
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