Il Sudan verso la democrazia: ma la strada è ancora lunga, e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza per discutere della situazione nella nazione di cultura araba in Africa, dopo il (fallito) golpe militare.
Il primo ministro sudanese Abdallah Hamdok e sua moglie, che erano stati arrestati dopo che i militari avevano preso il potere lo scorso lunedì 25 ottobre con un golpe di stato, sono stati autorizzati a tornare nella loro casa a Khartoum.
Secondo le fonti provenienti da un funzionario militare e la tv qatariota Al Jazeera, la copia sarebbe già rientrata nella propria abitazione.
La comunità internazionale aveva infatti condannato il colpo di stato, inducendo così il rilascio della copia presidenziale assieme a tutti i funzionari governativi che erano stati arrestati dai militari quando il generale Abdel-Fattah Burhan era salito al potere con un colpo di mano.
La stessa fonte non ha però specificato se, nel corso della loro detenzione, Hamdok e sua moglie fossero liberi di muoversi: la loro casa nel costoso quartiere Kafouri di Khartum era comunque sotto stretta sorveglianza: secondo il generale Abdel-Fattah Burhan Hamdok era stato trattenuto per la sua stessa sicurezza.
Il golpe non è comunque andato a buon fine, poiché il giorno seguente ad esso, i manifestanti pro-democrazia hanno bloccato le strade della capitale Khartoum con barricate di fortuna e pneumatici incendiati.
I militari che avrebbero preso il potere avrebbero anche sparato sulla folla, uccidendo quattro manifestanti.
Il golpe di lunedì scorso era avvenuto dopo settimane di crescenti tensioni tra i leader militari e civili in merito alla transizione del Sudan verso la democrazia.
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