Il primo martire cristiano è Santo Stefano.

Viene chiamato anche protomartire, cioè il primo tra i martiri. Secondo gli Atti degli Apostoli (capitoli 6 e 7), Stefano era uno dei sette diaconi scelti per assistere gli apostoli nel servizio ai poveri. Fu accusato di blasfemia e lapidato a morte fuori dalle mura di Gerusalemme, attorno all’anno 36.

La sua festa si celebra il 26 dicembre nella tradizione latina.

Santo Stefano è una figura importante del cristianesimo primitivo, anche se non sappiamo moltissimo della sua vita al di fuori del racconto contenuto negli Atti degli Apostoli. Ecco quello che si può dire:

Origini e ruolo nella comunità

  • Stefano era di cultura greca ebraica (ellenista), probabilmente nato fuori dalla Palestina.
  • Venne scelto come uno dei sette diaconi per aiutare gli apostoli nella distribuzione degli aiuti ai bisognosi, in particolare alle vedove della comunità greca, per risolvere un malcontento nato nella giovane Chiesa di Gerusalemme.
  • Era descritto come “uomo pieno di fede e di Spirito Santo” (Atti 6,5) e capace di fare “grandi prodigi e segni tra il popolo”.

Il processo e il martirio

  • La sua predicazione attirò ostilità da parte di alcuni membri della comunità ebraica, che lo accusarono falsamente di bestemmiare contro Mosè e contro Dio.
  • Fu arrestato e condotto davanti al Sinedrio (il consiglio supremo giudaico), dove pronunciò un discorso molto lungo e coraggioso, ripercorrendo la storia del popolo d’Israele e accusando i suoi ascoltatori di resistere allo Spirito Santo, proprio come i loro padri.
  • Le sue parole scatenarono l’ira della folla. Stefano vide il cielo aperto e Gesù alla destra di Dio, e fu trascinato fuori città e lapidato.
  • Saulo di Tarso, che poi diventerà San Paolo, era presente al martirio e “approvava” la sua uccisione.

Ultime parole

  • Le sue ultime parole furono simili a quelle di Gesù sulla croce: «Signore Gesù, accogli il mio spirito»
    «Signore, non imputare loro questo peccato»
    (Atti 7,59-60)