In un mondo sempre più industrializzato e omologato, dove la velocità e l’efficienza sembrano dettare legge anche in campo agricolo, esistono realtà preziose che scelgono di remare controcorrente. Tra queste, brilla l’esperienza degli Inselvatichiti, una microazienda a conduzione familiare che, nel cuore di un borgo montano semi abbandonato, immerso in un bosco di castagni e raggiungibile solo dopo 40 minuti di cammino a piedi, ha scelto di restituire vita, biodiversità e bellezza a un angolo dimenticato di mondo.
In questo piccolo paradiso verdeggiante tra le montagne a Selva Piana, in Val di Blenio, vi sono galline di razze rare, piante in via d’estinzione e sono amorevolmente allevati anche i maiali semilanuti, definiti dai più grandi chef i ” Kobe” dei suini. Inoltre qui viene prodotto, con le erbe spontanee e seguendo l’antica ricetta, l’amaro svedese, un elisir di salute.

Qui, lontano dai rumori della città e dalle logiche del mercato di massa, si è compiuta una piccola-grande rivoluzione: la riscoperta di un’agricoltura lenta, rispettosa e profondamente radicata nel territorio. Il loro progetto – nato quasi per caso, ma portato avanti con passione e consapevolezza – è un inno alla resilienza, alla natura e all’amore per la vita in tutte le sue forme.
https://www.gliinselvatichiti.com/#Gallinaappenzellesebarbuta
Guardiani delle razze autoctone: un patrimonio da salvare
Gli Inselvatichiti sono allevatori certificati Pro Specie Rara, la fondazione svizzera impegnata nella tutela della diversità genetica e culturale di animali e piante a rischio estinzione. Le razze che popolano il loro insediamento rurale non sono solo “animali da cortile”, ma testimoni viventi della storia agricola e culturale svizzera:
- la gallina bianca svizzera,
- la gallina appenzellese barbuta color pernice,
- la gallina appenzellese a cuffia nei suoi molteplici colori (oro, oro e nero, argento e nero),
- il piccolo coniglio svizzero screziato tricolore,
- il coniglio volpe nei colori havana e malva,
- e persino il rarissimo maiale lanuto color pancia di rondine.
Tutti allevati in purezza, con grande cura e rispetto, e iscritti agli albi genealogici ufficiali. Non si tratta solo di conservazione: è un gesto d’amore verso il futuro. Ogni esemplare è un atto di resistenza contro l’estinzione, una scintilla di memoria rurale, un seme di speranza.

Definire “micro” una realtà come quella degli Inselvatichiti è quasi riduttivo. Se da un lato le dimensioni sono contenute, dall’altro la portata del loro impatto è straordinaria. In un contesto sempre più attento alla sostenibilità, queste microaziende rappresentano un modello virtuoso di economia locale, capace di generare valore senza depredare l’ambiente.
Essere “piccoli” per loro non significa essere marginali, ma essere liberi di scegliere, di rallentare, di vivere in modo coerente con i propri ideali. Le coltivazioni, anch’esse certificate Pro Specie Rara, si basano su un’integrazione sapiente di agricoltura biodinamica, sinergica, permacultura e tecniche tradizionali, in un equilibrio armonico tra uomo e natura.
Tutto è fatto a mano, con rispetto, senza scorciatoie chimiche. La terra viene amata, non sfruttata. E gli orti, nutriti solo con ciò che la natura offre, diventano luoghi di abbondanza gentile.
https://www.instagram.com/gli_inselvatichiti

Dalla città al bosco: un ritorno consapevole
Il loro trasferimento stabile in montagna è avvenuto prima della pandemia, quando in molti ancora non avevano messo in discussione i ritmi esasperati della vita urbana. Non è stata una fuga, ma una scelta radicale di autenticità. Il desiderio di vivere in simbiosi con l’ambiente, di rallentare, di riscoprire la bellezza della semplicità.
Semplicità che, come ammettono, non è sinonimo di facilità: la vita nel borgo richiede fatica, dedizione, spirito di adattamento. Ma è una vita piena, vera, capace di generare relazioni profonde con il territorio e con le creature che lo abitano.
La loro esperienza non resta chiusa tra i confini del bosco: attraverso il loro sito e diversi eventi gli Inselvatichiti condividono saperi, sperimentazioni, consigli e ricette. Dall’orto alla tavola, dalle erbe spontanee alla cosmesi naturale, ogni post è un invito a tornare a guardare la natura con occhi nuovi, a riappropriarsi di una conoscenza antica e dimenticata, a credere che un altro modo di vivere – più lento, più umano, più vero – sia possibile.
Gli Inselvatichiti sono molto più di un’azienda agricola: sono custodi di biodiversità, salvatori di semi, testimoni di un’etica del prendersi cura. In un tempo che tende a standardizzare, la loro scelta di essere “al margine” è in realtà un centro vitale da cui può nascere il cambiamento.
Le microaziende come la loro sono fondamentali per la salute del pianeta e della società: valorizzano il tessuto produttivo locale, creano economie circolari, preservano patrimoni genetici e culturali inestimabili, e – soprattutto – ci ricordano che la vera innovazione è saper tornare alle radici.
Se volete conoscere di più il loro mondo, gustare i frutti del loro lavoro o semplicemente lasciarvi ispirare dalla loro storia, vi invitiamo a contattarli. Ma ricordate: i loro prodotti non seguono i tempi del mercato, ma quelli – più saggi – della natura. E questo, oggi più che mai, è un atto rivoluzionario.
Liliane Tami