di Francesco Pontelli – Politica – 22 Marzo 2025
Mai come nell’attuale contemporaneità politica il termine vetero non esprime più un riferimento anagrafico, quanto indica viceversa il grado di incapacità di comprensione degli odierni scenari internazionali.
Anche nel legittimo tentativo di definire per l’istituzione Europea una nuova fisionomia internazionale e con essa un rinnovato ruolo internazionale, un tentativo che certifica la sua assoluta inconsistenza contemporanea, adottare o rifiutare “sic et nunc” un documento, il manifesto di Ventotene, elaborato 84 anni addietro, ignorando contemporaneamente le sostanziali evoluzioni successive, rappresenta perfettamente la senescenza intellettuale espressa tanto dalla maggioranza di governo quanto dall’opposizione parlamentare.
In altre parole, di fronte alla complessità delle problematiche internazionali attuali, che vedono proprio l’Unione Europea estromessa dal tavolo diplomatico (*) per trovare una prima Intesa verso una tregua nella guerra russo-ucraina, si preferisce rivolgere lo sguardo al passato remoto.
L’obbiettivo si conferma quello di trovare una definizione del proprio codice genetico al proprio schieramento, il quale consenta una vera e propria
“definizione di genere politica” e come logica conseguenza la giustificazione della propria esistenza in vita.
Risulta assolutamente paradossale, poi, come da entrambe le parti contrapposte nel confronto ideologico, proprio in relazione ad un nuovo ruolo da riconoscere all’Unione Europea all’interno di una istituzione federale(?), si cerchi di rivitalizzare la stessa attraverso la creazione di un esercito comune e di un rafforzamento del centralismo europeo.
E quindi, per raggiungere un nuovo ruolo internazionale, si individua nella conversione del settore Automotive alla produzione di mezzi militari la soluzione vincente, dimostrando, invece, come la marginalità Europea trovi la propria ulteriore conferma proprio dalle soluzioni che vengono proposte (**).
Tornando quindi alla polemica politica di questi giorni, suscita, invece, una certa apprensione il riferimento proposto dell’ex presidente del BCE Draghi relativo alla necessità di individuare una nuova catena di comando militare, intesa come la soluzione per acquisire un maggior peso politico ed usata come elemento di deterrenza.
Un pensiero che risulta molto più vicino al manifesto di Ventotene espressione di un dirigismo centralista, il quale allontana la stessa visione di uno stato federale e soprattutto aumenta in termini assoluti la distanza dai propri elettori e cittadini.
Quindi, di fronte alla più completa marginalizzazione delle istituzioni europee nel contesto internazionale, la veterocrazia politica dimostra di non aver compreso le ragioni della marginalizzazione, cercando la propria radice ideologica nel passato di nascondere l’incapacità di una visione futura.
(*) e questo si traduce che “se non sei seduto al tavolo negoziale allora fai parte del menù”.
(**) https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/opinioni/22709-europa-la-nuova-transizione-difensiva.html
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