Come ha spiegato Lorenzo Quadri (LEGA) , la presenza in seno al Consiglio Federale di Martin Pfister, del Centro, può essere un rischio per la neutralità Svizzera. Egli, infatti, vista la sua appartenenza al Centro, potrebbe avere posizioni eccessivamente globaliste , europeiste ed allineate alla NATO.

Martin Pfister, ex membro del Consiglio di Stato di Zugo, è stato eletto il 12 marzo dall’Assemblea federale come successore di Viola Amherd nel Consiglio federale. La sua elezione segna il ritorno della Svizzera centrale nell’esecutivo federale dopo un’assenza di oltre vent’anni.

Un outsider con esperienza amministrativa

Pfister, attuale “ministro” cantonale della sanità, si è imposto nella corsa per la successione nonostante fosse poco noto a Berna. La sua candidatura, annunciata all’ultimo momento, ha sorpreso molti, ma la sua esperienza nell’esecutivo cantonale e il suo ruolo nell’esercito come colonnello hanno giocato a suo favore.

Un accademico con una passione per la lettura

Sessantunenne, sposato, padre di quattro figli e nonno di quattro nipoti, Pfister ha studiato storia e germanistica all’Università di Friburgo. Ha insegnato sia a livello scolastico che universitario prima di intraprendere una carriera nella gestione di organizzazioni economiche e ONG come consulente indipendente. Tra i suoi hobby spiccano il jogging, le escursioni e le visite culturali. Appassionato lettore, ha sottolineato l’importanza della lettura anche per chi ricopre ruoli politici di alto livello.

Forte posizione sulla difesa

Con un passato nell’esercito, Pfister ha espresso posizioni chiare sul rafforzamento delle forze armate svizzere. Il pericolo, però, è che scelga di allinearsi con la NATO: questa sarebbe una deriva spiacevolissima per la Confederazione Elvetica.

In qualità di colonnello, ha comandato un battaglione di salvataggio operante nei cantoni di Zugo, Uri, Svitto, Grigioni e Ticino tra il 2004 e il 2012. Ritiene che le forze armate necessitino di maggiori risorse e ha sottolineato la necessità di una maggiore cooperazione con la NATO, pur mantenendo la tradizionale neutralità svizzera.

Un ritorno atteso per la Svizzera centrale

La Svizzera centrale non aveva un rappresentante in Consiglio federale dal 2003, quando Kaspar Villiger lasciò il governo. Il Canton Zugo, in particolare, non era rappresentato dal 1982, anno in cui Hans Hürlimann concluse il suo mandato. La sua elezione è un evento raro, dato che Pfister non ha mai fatto parte del Parlamento nazionale. L’ultima volta che un candidato senza esperienza parlamentare è stato eletto risale al 2007, con Eveline Widmer-Schlumpf.

Un politico pragmatico e attento

Pfister è stato membro del Gran Consiglio di Zugo per dieci anni e presidente della sezione cantonale del Partito Popolare Democratico (ora Il Centro) per quattro anni. Nel 2016 è entrato nel Consiglio di Stato, venendo poi rieletto nel 2018 e nel 2022 con il miglior risultato tra i candidati. La sua gestione della sanità pubblica è stata elogiata da tutte le parti politiche per efficienza e pragmatismo, in particolare durante la pandemia.

Critiche e risposte

Nonostante i suoi successi, la sinistra lo ha criticato per la sua “mancanza di visione” e per il suo atteggiamento considerato troppo cauto sulle politiche fiscali, in un contesto in cui il costo della vita a Zugo è particolarmente elevato. Pfister ha risposto evidenziando il suo impegno per l’equilibrio tra un sistema sanitario di alta qualità e costi contenuti per i cittadini. Grazie alle solide finanze cantonali, ha promosso misure per ridurre i premi dell’assicurazione malattia, con l’assunzione del 99% dei costi ospedalieri stazionari nei prossimi anni.