Politica

Nietzsche oggi, è arrivato il momento?

di Luca Delzotti

Una delle frasi, anzi degli aforismi, più celebri di Friedrich Nietzsche è: “Il mio tempo deve ancora venire: alcuni nascono postumi.” Questa espressione racchiude un’idea potente: il filosofo si percepiva ed era un pensatore incompreso nel suo tempo, le cui idee avrebbero trovato una piena realizzazione solo nel futuro. Ma possiamo dire che oggi stiamo vivendo le previsioni di Nietzsche?

Uno dei concetti più noti della filosofia nietzschiana è la “morte di Dio”, ossia la fine della centralità dei valori religiosi tradizionali nella cultura occidentale. In un mondo sempre più secolarizzato, dove il progresso scientifico ha sostituito la fede come bussola esistenziale per molti, questa profezia sembra essersi avverata. Tuttavia, Nietzsche non celebrava semplicemente questa morte, ma ne vedeva le conseguenze: il nichilismo, ovvero la crisi di significato che ne sarebbe derivata.

Il nichilismo è oggi più che mai un tema attuale. Viviamo in una società in cui il senso della vita è spesso demandato al consumo, alla produttività o al successo personale, senza una direzione comune o trascendente. In questa realtà dominata dall’apparenza e dalla superficialità, il fenomeno degli influencer e della disinformazione gioca un ruolo significativo. Un esempio recente è la vicenda di alcuni influencer che, recatisi al decimo piano del Policlinico Gemelli senza trovare prove evidenti delle condizioni del Papa, hanno diffuso notizie infondate sulla sua morte. Questo episodio non solo dimostra la facilità con cui si propaga il falso, ma evidenzia anche la mancanza di profondità e responsabilità nella comunicazione moderna. Il vuoto esistenziale previsto da Nietzsche si manifesta dunque nell’ansia diffusa, nella depressione e nella ricerca spasmodica di nuovi valori che possano sostituire quelli tradizionali.

Un’altra idea chiave è quella dell'”oltreuomo” (o “superuomo”), ossia l’individuo capace di superare la condizione nichilista e di creare nuovi valori. Ma esiste oggi un vero oltreuomo? Potremmo identificarlo con gli innovatori tecnologici, i grandi pensatori o i leader capaci di orientare le masse? Oppure la nostra epoca è ancora bloccata in quella “fase intermedia” in cui il nichilismo regna, senza che un nuovo paradigma si sia ancora affermato?

Nietzsche aveva anche criticato la “morale degli schiavi”, ossia la tendenza a esaltare valori come l’umiltà e la compassione a scapito della volontà di potenza e dell’affermazione di sé. Oggi, con il politicamente corretto e la cultura della sensibilità, si può notare un ritorno a un’etica che enfatizza l’eguaglianza e il rispetto per le minoranze. Ma è questa una vera evoluzione, o è solo una forma moderna della morale degli schiavi che Nietzsche avrebbe criticato?

Infine, il concetto di “eterno ritorno” suggerisce un’esistenza ciclica, in cui ogni evento si ripete all’infinito. Se ci guardiamo intorno, possiamo riconoscere schemi ricorrenti nella storia, nelle ideologie e nei conflitti umani. Ciò sembra suggerire che, nonostante i progressi tecnologici e scientifici, la natura umana resti prigioniera di dinamiche già viste, incapace di compiere quel salto evolutivo tanto auspicato da Nietzsche.

Le previsioni di Nietzsche sembrano trovare riscontro nel nostro presente. Viviamo la crisi di valori da lui prevista, il nichilismo permea la società e l’oltreuomo non si è ancora pienamente manifestato. Forse, come diceva lui stesso, il suo tempo deve ancora venire del tutto, e l’umanità è ancora in attesa della sua piena realizzazione.

Ma l’oltreuomo arriverà davvero? Qualcuno riuscirà a rifondare questa società su nuovi valori, o siamo destinati a rimanere intrappolati in un circolo vizioso di superficialità e nichilismo? Forse la domanda fondamentale non è solo se il superuomo verrà, ma se l’umanità è ancora capace di desiderarlo e accoglierlo.

Relatore

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