ANCORA UNA NOTA SUL MASSONE ALBERT PIKE E I SUOI ‘MORALS & DOGMA’, MA ANCHE SU ALTRI ELEMENTI CONTEMPORANEI
Egregio Direttore, ho letto con piacere l’articolo su Albert Pike, pubblicato su Ticinolive ieri, 27 Luglio. Certamente interessante e con riferimenti stimolanti per quegli ulteriori approfondimenti che ciascun iniziato alla Massoneria dovrebbe effettuare, se vuol fare parte con cosciente consapevolezza di un qualsiasi sodalizio di tal genere.
Mi riferisco in particolare ai Massoni italiani, sempre pronti ad abbracciare tutto ciò che è ‘non italiano’, ossia ‘straniero’, ‘estero’: dovrebbero invece approfondire il materiale bibliografico a loro disposizione, specie se collocato presso biblioteche estere; ciò potrebbe aiutarli a ben comnprendere ‘dove’ si trovino e ‘cosa’ essi stessi rappresentino in realtà. Una realtà che deve tenersi lontana da tutte quelle caramellose affabulazioni che sovente offuscano una corretta visione, specie se in chiave storica e morale.
In questa sede nonaffronterò la cronologia temporale incentrata sulla figura di Albert Pike, in quanto ben disponibile in rete: anche se occorre fare attenzione a cosa si consulta e il valore intrinseco degli scritti, ossia la loro correttezza e validità. In Italia, Albert Pike è stato sempre collocato su un altarino e incensato, specie post-mortem, quale grande esoterista e filosofo, campione di una Massoneria dalla quale poter solo imparare: il suo compendio ‘Morals & Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry’ , o semplicemente ‘Morals and Dogma’ – edito nel 1871 sotto l’egida del Supremo Consiglio di Washington – , a lungo ha costituito una presenza ambita nelle librerie di molti Fratelli che, in realtà, o lo leggevano malvolentieri per la scarsa scorrevolezza del pur autorevole testo, o lo leggevano con grande superficialità. Non comprendendo bene la sottigliezza e talvolta le sottese chiavi di lettura degli scritti: che non rappresentano solo dei divertissement lessicali, concettuali, filosofici e storici. In realtà, Pike è stato un fervente cultore dell’esoterismo diabolico, della magia nera, delle pratiche propiziatorie di natura satanica; cui si abbeverarono numerosissimi altri cultori dediti, come lui, al culto di Satana. Il fil rouge di questa forte matrice originata dal Pike è ancora presente: molto negli Stati Uniti, meno altrove; ma studiarne essendo all’oscuro della sua vera personalità, vuol dire dissetarsi a una fonte inquinata.
Anticlericale e anticattolico, dichiaratamente ateo (ma in realtà non lo era: credeva, pur se in entità luciferine) e anti cristico, vedeva nella Massoneria una particolare forma di ‘religione’, soprattutto l’utile strumento per entrare nelle menti e nei cuori di soggetti che si fermavano all’esteriorità di certi contenuti, tra i quali quelli di quel tipo di ‘Massoneria Moderna’ (per intenderci, quella formalmente nata nel 1717) cui si fece – e si fa – tuttora riferimento storico e soprattutto operativo. Se si tiene conto di una certa cronologia, adattandola alle posizioni assunte dalla Chiesa di Roma, da monarchi e governanti d’Europa, si comprende con maggior compiutezza il tono censorio e aspro delle lettere apostoliche di condanna della Massoneria, dei Massoni, e di tutto ciò che in essa e attorno ad essa ruotava: inclusi altri fenomeni ad essa legati, quale fu la stessa Carboneria. Non dimentichiamo che all’ombra di Albione trovarono riparo, conforto, stimolo e copertura anche finanziaria, molti soggetti italiani – specie in quei periodi –: soggetti coinvolti con attentati, cospirazioni, ribellioni, imprese belliche che molto fecero affidamento su truppe mercenarie).
Vale la pena citare l’impresa del Garibaldi, con la conquista del Regno delle Due Sicilie (con il sostegno materiale di Inghilterra e Francia a fianco di unRegno Sardo-Piemontese allora in completo default e con un debito cospicuo contratto con la Casa dallo Scudo Rosso!). Ricordiamo anche l’aiuto dato a chi orchestrò le ribellioni contro la Casa dei Romanoff, che portarono alla Rivoluzione di Ottobre e all’instaurarsi dichiarato del socialismo, che in realtà era ‘comunismo’. E mi fermo qui: ricordando sempre che il fuoco, i vari fuochi che venivano accesi, erano alimentati da chi, da sempre, perseguiva politiche mercantili di tipo colonialista e predatorio; si portavano avanti teoremi liberali e di fratellanza universale, dietro ai quali si celava la smania di potere e di conquista, e soprattutto la volontà di piegare chi non poteva essere conquistato o colonizzato.
Sembra di parlare dei mali attuali che ci affliggono, vero? Niente mostri sacri, quindi: nella Massoneria ci sono sempre stati fini pensatori, persone eccellenti, ma spesso tra di loro si nascondeva – trovando, stranamente, una buona accoglienza: di segno opposto a ciò che costoro furono nella realtà – del marcio: specie tra coloro che intendevano portare avanti tematiche violente che comportavano collusioni con la politica attiva più deteriore e con il mondo degli affari, mercantile. Un altro soggetto ugualmente posto sugli altari dai Massoni italiani, fu Adriano Lemmi: erroneamente definito ‘banchiere’, poiché – quantomeno alle origini – non lo fu di certo (anche lì ci fu una mano in terra di Albione). Al di là – anche in questo caso – delle sue collusioni con gli ambienti rivoluzionari e politici esteri, lo contraddistinse la ferocia nell’ideare, progettare e dare esecutività, quale mandante diretto, ad attentati e uccisioni di matrice politico-rivoluzionaria. Un ‘mito’ violento, che occorre conoscere bene: per porlo nella sua esatta collocazione storica e ideale. Così come occorrerebbe una seria opera di studio e riflessione (per quello che ci riguarda) per comprendere meglio e bene in chiave storica il vero ruolo avuto, ad esempio, dai vari Cavour, Garibaldi, Bixio, Mazzini, ecc.: non per smantellarne la narrazione storica fatta (come sempre) dai vincitori, ma per conoscere ‘la vera storia’ senza incorrere nel solito e ricorrente ‘c’era una volta’.
E, tornando al focus di questa mia, in questa Armonia non ci può essere posto né per Pike né per Lemmi: né per Lucifero né per le bombe, per le armi.
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