Michelangelo Buonarroti (1475-1564), noto ai posteri soprattutto per il genio scultoreo e pittorico, fu anche un raffinato poeta. I suoi versi, carichi di profondità spirituale e tensione interiore, offrono uno sguardo inedito sull’anima di un uomo che, pur dominando la materia con il suo scalpello, si tormentava nei labirinti dello spirito. I sonetti di Michelangelo rappresentano un ponte tra la sua arte plastica e il pensiero filosofico, influenzato dal neoplatonismo e dalla dottrina dell’amore spirituale.

Le raccolte poetiche
L’opera poetica di Michelangelo non fu pubblicata organicamente durante la sua vita, ma raccolta postuma dal nipote Michelangelo il Giovane, che ne curò l’edizione nel 1623. La poesia di Michelangelo si articola in sonetti e madrigali, spesso rivolti a figure emblematiche della sua esistenza, come Vittoria Colonna e Tommaso de’ Cavalieri.
Le tematiche principali delle sue liriche sono l’amore, la spiritualità e la tensione verso l’assoluto. L’artista concepiva l’amore come un fuoco purificatore, capace di elevare l’anima verso Dio, un concetto fortemente influenzato dalla filosofia di Marsilio Ficino e del circolo neoplatonico fiorentino. I suoi versi oscillano tra l’ardore terreno e la ricerca dell’ideale divino, tra la bellezza sensibile e la sua sublimazione.

“Che cosa è questo, amore?”
Tra i suoi componimenti più celebri spicca il sonetto Che cosa è questo, amore?, un’espressione sublime della dialettica interiore che tormenta l’artista. In esso, Michelangelo si interroga sulla natura stessa dell’amore, percepito come una forza enigmatica, capace di generare gioia e sofferenza in egual misura:
Che cosa è questo, amore, e come dura
se è dolce in vista e nell’esser amaro?
Se duro e grave, onde è bellezza e chiaro?
Se è lieve, onde ogni pesanza fura?
L’opposizione tra dolcezza e amarezza, tra peso e leggerezza, racchiude il paradosso dell’esperienza amorosa, che non trova mai un equilibrio definitivo. La poesia riflette il dualismo tipico della sua arte: il contrasto tra carne e spirito, tra passione e ascesi.
Contesto storico e culturale
Michelangelo visse in un’epoca di profonde trasformazioni culturali e politiche. La Firenze medicea, culla del Rinascimento, fu il suo primo grande teatro artistico, ma la sua esperienza fu segnata anche dalla crisi della città sotto Savonarola, la cui predicazione ascetica lasciò tracce nella sua sensibilità. Successivamente, il trasferimento a Roma lo immerse nel clima teso della Controriforma, periodo in cui l’arte e la letteratura assumevano sempre più un valore morale e religioso.
In questo contesto, la poesia di Michelangelo si carica di un’intensità mistica e riflessiva, quasi una confessione segreta in versi. Egli si mostra nel contempo uomo e artista, combattuto tra la bellezza terrena e il richiamo dell’eterno, tra l’amore per la materia e il desiderio di liberarsene. I suoi sonetti, pervasi da una lingua aspra e scolpita, testimoniano un’anima in perpetua tensione verso l’infinito.