L’assassino fu James Earl Ray, un criminale con precedenti penali. Ray fu arrestato il 8 giugno 1968 all’aeroporto di Londra-Heathrow, mentre cercava di fuggire con un passaporto falso. Estradato negli Stati Uniti, si dichiarò colpevole per evitare la pena di morte e fu condannato a 99 anni di carcere.
Successivamente, ritrattò la confessione, sostenendo di essere stato incastrato, ma tutte le richieste di riaprire il caso furono respinte. Morì in carcere nel 1998.
Martin Luther King Jr. fu assassinato il 4 aprile 1968 a Memphis, nel Tennessee. Venne colpito da un proiettile mentre si trovava sul balcone del Lorraine Motel, dove alloggiava. Il colpo lo raggiunse alla mascella e al collo, recidendo la spina dorsale. Fu trasportato d’urgenza al St. Joseph’s Hospital, ma morì un’ora dopo, alle 19:05.
non si pote’ fermarsi li’… … chi volle la sua morte?
L’assassinio di Martin Luther King Jr. ha sempre suscitato dubbi e teorie su possibili mandanti dietro James Earl Ray. Ufficialmente, Ray agì da solo, ma molti, tra cui la famiglia di King e alcuni investigatori indipendenti, credono che dietro ci fosse una cospirazione.
Nel 1999, un tribunale civile stabilì che l’assassinio di King fu il risultato di una cospirazione che coinvolgeva il governo e altre entità. La famiglia King accettò questa versione e sostenne che Ray non fosse il vero colpevole.
Nonostante le prove ufficiali contro Ray, il caso rimane ancora oggi avvolto nel mistero.
il presidente era johnson…
Sì, il presidente degli Stati Uniti nel 1968 era Lyndon B. Johnson, che aveva preso il posto di John F. Kennedy dopo il suo assassinio nel 1963. Johnson aveva firmato il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965, due leggi fondamentali per i diritti civili, ma il suo rapporto con Martin Luther King Jr. si era deteriorato.
Inizialmente, King e Johnson avevano collaborato per l’integrazione razziale, ma King diventò sempre più critico verso il presidente a causa della guerra in Vietnam. Nel 1967, King denunciò apertamente l’intervento militare statunitense, definendolo immorale e un ostacolo alla lotta contro la povertà. Questo portò a una frattura con Johnson e a un’intensificazione della sorveglianza dell’FBI su di lui.
Non ci sono prove dirette che collegano Johnson alla morte di King, ma alcune teorie lo vedono come complice o, quantomeno, come qualcuno che non fece nulla per impedirla. Il fatto che il governo avesse un forte interesse a zittire King alimenta i sospetti:
Non è mai emersa una prova chiara del coinvolgimento diretto di Johnson, ma il suo silenzio e la mancanza di una seria indagine sulle possibili cospirazioni fanno pensare. Dopo l’assassinio, la reazione della Casa Bianca fu contenuta, e molte domande rimasero senza risposta.
In sintesi, non ci sono elementi definitivi per accusare Johnson, ma il clima politico e il ruolo dell’FBI lasciano aperti molti interrogativi.
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