Il professor Emmanuel Toniutti, laureato in Teologia, presidente dell’IEGC, International Ethics Consulting Group, ha pubblicato sul suo blog questo interessante e profondo articolo.
NOTA. 12 anni fa in occasione di un meeting del Lions Club Lugano il prof. Toniutti fu intervistato da Francesco De Maria sul tema “Etica nell’economia e negli affari”.
I nuovi attentati, avvenuti in questi ultimi giorni a Parigi, interpellano sul fanatismo e sul terrorismo contemporanei. Per comprendere meglio come si producono, è interessante dare uno sguardo all’etimologia delle parole. Terrorismo deriva dal latino terror: il terrorista agisce quindi per terrorizzare e per fare paura. Fanatismo deriva invece dal latino fanaticus. Rinvia direttamente al sostantivo fanum: il tempio. Essere fanatico significa letteralmente “essere posseduto”, o ancora “delirante”. La nozione di tempio ci porta a quella di sacro che significa “iniziato attraverso il rito” in sanscrito e “rendere inviolabile e proibito”, in latino sancio (sacer). Partendo da questa etimologia, posso tentare di formulare una definizione più chiara. Il fanatico è un individuo delirante, posseduto da una potenza sacra che lo rende inviolabile, alla quale è stato iniziato attraverso un rito in un luogo proibito ai profani [letteralmente:coloro che stanno “davanti” al tempio; ndR]. Questa iniziazione gli conferisce un potere, parlare e agire in nome del sacro. Nel linguaggio religioso, il sacro è Dio. Esistono due tipi di sacro… ho a lungo spiegato queste differenze nel mio libro Paul Tillich e l’arte espressionista e nel capitolo consacrato alla leadership nella mia ultima opera La leadership dell’amore.
Per capire meglio la definizione di Dio, è necessario distinguere credenza e fede. La credenza consiste nel credere che Dio esista, ciò investe il credente di una missione nella quale egli è convinto di detenere la verità poiché l’ha ricevuta direttamente da Dio. Al contrario la fede implica la certezza che Dio doni la vita; si rifà all’uomo e alla sua umanità atavica. Lo sottomette al principio originale secondo cui, provenendo l’uomo dalla polvere, egli ritornerà polvere nell’ora della sua morte. Possiamo perciò distinguere due tipi di sacro: il sacro demonico (la credenza) e il sacro (fede). Quando il credente fanatico uccide in nome di Dio, manifesta quindi una forma di violenza demonica che nega l’umanità di cui è membro, pensando al di sopra degli altri individui della comunità. Agisce come se fosse al pari di Dio, appartiene ad un gruppo di privilegiati che immagina di essere in relazione diretta con Lui. La fede, al contrario, genera un sentimento di umiltà che proviene proprio dalla presa di coscienza della propria limitatezza rispetto a Dio. L’uomo di fede è inferiore e sottomesso a Dio. L’uomo di fede è consapevole di fare parte di un’unica comunità umana nella quale siamo tutti fratelli e sorelle. La fede non può generare il fanatismo ma l’accettazione e il riconoscimento che siamo tutti legati dal medesimo imprescindibile fondamento sacro: il potere delle origini, il principio originale, l’incondizionato, il grande architetto…colui che chiamiamo Dio. D’altra parte, non è per nulla che la parola Corano significa letteralmente “recitazione liturgica, lettura ad alta voce” e “sottomissione” (aslama).
Gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 rivendicati dallo Stato Islamico sono il risultato orribile e nefasto del terrorismo jihadista e fanatico musulmano. Prima di tutto, si tratta di un piccolo numero di credenti appartenenti ad un islam radicale. Non si dovrebbe quindi far credere agli occidentali che la comunità musulmana si identifichi in questo fanatismo. Secondariamente, lo Stato Islamico si è costituito nel 2006 per combattere in nome di Allah e riabilitare un islam confessionale e non laico in seno ai paesi arabo-musulmani. Ci sono però altre due ragioni che l’Occidente si guarda bene dal ricordare: la lotta contro l’espansionismo neoliberale occidentale, che affonda le sue radici nel processo di colonizzazione portatore di un modello che lo Stato Islamico rifiuta in quanto affiliato ad Al-Qaïda; e il combattimento contro un Occidente che impone le sue regole geopolitiche in questa regione da oltre 150 anni per approfittare dei vantaggi legati al petrolio. Questo ci dimostra che la religione non detiene il monopolio della credenza. Ogni credenza politica, sociale, o economica che sia, (nazismo, marxismo o neoliberalismo a titolo d’esempio), atea, agnostica o religiosa, lasciando supporre agli adepti di essere detentori della verità, è comunque potenzialmente fanatica e pericolosa per l’umanità. Nel momento in cui l’Occidente dichiara guerra ad altre civiltà per delle ragioni democratiche ed economiche, lo fa in nome della sua verità. Sarebbe dunque importante capacitarsi del fatto che l’espansionismo e il neoliberismo sono a loro volta percepiti dai membri dello Stato Islamico come un fanatismo inaccettabile. Il fanatismo e il terrorismo sono il risultato scaturito dalla credenza di ricevere una verità da un dio che viene immaginato, idealizzato e idolatrato. Si ha la pretesa di parlare in nome di questo dio che non esiste.
La sola verità indiscutibile è che siamo tutti e tutte immortali. È l’angoscia di questa morte che terrorizza il fanatismo e lo fa agire in maniera così violenta. La fede consiste nell’accettare questa morte. Ci invita a riconoscere che proveniamo tutti da uno stesso fondamento originale al di là delle nostre differenze culturali. Nasce da una presa di coscienza che siamo fratelli e sorelle nella nostra umanità. Il suo contrario è l’ignoranza: essa si permette di giudicare credendo di sapere tutto della realtà di una situazione, l’ignoranza scaturisce dalla convinzione di avere ragione. Nella notte tra il 15 e il 16 novembre 2015, la Francia ha risposto al terrorismo e al fanatismo dello Stato islamico bombardando una delle sue basi strategiche in Siria. Era la giusta risposta sapendo che l’Occidente ha una parte importante di responsabilità di quanto avviene in Medio-Oriente? In ogni caso, era una risposta mirata a dimostrare che la Francia non ha alcuna intenzione di lasciarsi intimorire accettando senza agire il fanatismo dello Stato Islamico nel proprio territorio. Il 16 novembre Francois Hollande riunendo il Congresso ha ufficialmente dichiarato guerra al terrorismo jihadista. Una nuova guerra ipocrita comincia. La risposta alla violenza con la violenza conduce ad altra violenza. Siano benvenute le generazioni future nel mondo dove la storia dell’umanità prova in maniera deplorevole, che l’essere umano è incapace di mantenere la pace a medio-lungo termine. Le vicende umane sono un susseguirsi di guerre. Sfortunatamente, sembra non esserci alcun rimedio, stento a prevedere una trasformazione di questo comportamento compulsivo e ripetitivo che ha 5.000 anni di storia.
Prof. Emmanuel Toniutti
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sono stata sposata con un mussulmano e ho vissuto 20 anni in Libya fra loro. Cosa siano diventati oggi i libici lo vediamo tutti, ma io li ho conosciuti come un popolo tranquillo. Da quanto ho capito in tutti quegli anni, non è vero che il Corano promette il paradiso a chi fa stragi, non chiede di offendere in nome della religione, e invece sì, permette di uccidere per difendere la religione. Ma non di fare stragi, soltanto difenderla. Perlomeno così mi spiegava mio marito, che era tutto meno che fanatico: niente moschea, niente Ramadan e.... ma che buono il vino!
Si, ma per la fatidica data del 13 novembre...
Conseil Français du Culte Musulman - C.F.C.M.
Consiglio Francese del Culto Mussulmano
Venerdì 20 novembre 2015 un testo scritto dalle istanze del C.F.C.M è stato letto in tutte le moschee di Francia destinato a dimostrare che l’islam esclude qualsiasi forma
di violenza e che il terrorismo non sarebbe che: “La negazione stessa dei valori di Pace e di Fratellanza che porta in sé l’islam.”
In questo sermone è citato il versetto 32 della sura 5 (della tavola bandita) del Corano:
“Chiunque ucciderebbe una persona colpevole d’un assassinio o di una corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso tutti gli uomini.”
Ma questa citazione coranica è tronca, il testo integrale, e che fa seguito è:
“È a causa di questo crimine che NOI (il noi sta per Allah) decretammo, per i Figli
d’Israele, che chiunque uccidesse una persona senza che essa abbia ucciso o
[seminato] scandalo sulla terra, [sarà giudicato] come se avesse ucciso gli uomini in totalità. [D’altra parte, NOI decretammo che] chiunque facesse rivivere [una persona, sarà giudicata] come se avesse fatto rivivere gli Uomini in totalità.” (l’umanità)
Come ogni lettore intellettualmente onesto può costatare, il versetto è indirizzato agli
ebrei semplicemente perché si tratta del fratricidio di Abele perpetrato da Caino.
Per l’islam il mondo era mussulmano, ma ebrei e cristiani hanno pervertito il messaggio divino costringendo Allah ad inviare un ultimo profeta per ristabilire l’esattezza del suo messaggio.
Ed é per ciò che il Corano “riscrive” la bibbia nelle sue sura.
In realtà, il testo del C.F.C.M. letto nelle moschee, ad un auditorio mussulmano, è
soprattutto destinato alle autorità pubbliche e ai non-mussulmani. La paura che lo Stato ed i suoi cittadini possano accorgersi che l’islam porta in sé l’odio e la violenza, obbliga gli imam a tentare di sdoganarsi dagli atti terroristici, ma praticati dal loro profeta stesso. Infatti è lui che ha fatto trucidare dei poeti ebrei e massacrato la terza tribù giudaica di Medina, i Banû Qurayzah.
E come il Corano rende leciti l’odio e la guerra contro ebrei e cristiani, sura IX
versetto 29: “Combattete coloro che non credono in Allah e all’Ultimo giorno (del giudizio); coloro che non dichiarano illecito ciò che Allah ed il suo profeta hanno
dichiarato illecito; coloro che tra le genti del Libro non praticano la religione vera. Combatteteli fino a quando non pagheranno direttamente il
tributo dopo essersi umiliati.” (molto edificante) essi sono obbligati a
torcere i versetti del loro Libro sacro per far credere ai tonti che l’islam è
una religione di pace e d’amore di cui cito in esempio un celebre hadit:
“Secondo ‘Abdallah-ben-‘Omar, l’Inviato d’Allah ha detto: Voi combattere i giudei ed i cristiani al punto che si l’uno di loro si nasconde dietro una pietra, la pietra dirà: “Servitore di Allah! Guarda! Un ebreo dietro di me, uccidilo!” El Bokhari, t. II, p. 322.
Louis Chagnon
Professeur d’histoire et ancien chargé de recherche au Service historique de la Défense, spécialisé dans l’histoire des premières conquêtes musulmanes.
traduzione dal francese – GiPo –