Negli ultimi giorni della sua vita, tra il 1° e il 5 marzo 1953, Iosif Stalin si trovava nella sua dacia di Kuntsevo, vicino a Mosca, circondato dai suoi più stretti collaboratori. Ecco una ricostruzione dettagliata degli eventi:
1° marzo 1953
La sera del 28 febbraio, Stalin e alcuni membri del Politburo (Lavrentij Berija, Nikita Chruščëv, Georgij Malenkov e Nikolaj Bulganin) si riuniscono nella dacia del dittatore, trascorrendo la notte tra cibo, alcol e conversazioni.
Alle prime ore del mattino del 1° marzo, gli ospiti lasciano la residenza e Stalin si ritira nei suoi appartamenti.
Insolitamente, per tutto il giorno non si hanno sue notizie. Le guardie, abituate a non disturbare il leader senza ordine diretto, iniziano a preoccuparsi.
Solo in tarda serata, una delle guardie trova Stalin riverso sul pavimento in una pozza di urina, incapace di parlare o muoversi.
2 marzo 1953
Dopo ore di incertezza e paura, i membri della dirigenza sovietica vengono informati.
Berija, il capo dell’NKVD, inizialmente minimizza la situazione, forse sperando di guadagnare tempo per manovrare politicamente.
Solo nel pomeriggio vengono chiamati i medici, che diagnosticano un ictus con emorragia cerebrale. Stalin è paralizzato sul lato destro e non può più parlare.
Il leader sovietico viene lasciato in condizioni rudimentali, con cure limitate.
3-4 marzo 1953
Il Politburo si riunisce per discutere il futuro del governo.
Gli specialisti convocati confermano la gravità della situazione: Stalin è in coma, ha difficoltà a respirare e il suo cuore è in forte sofferenza.
La propaganda ufficiale rilascia bollettini medici, mentre all’interno del Cremlino si combattono le lotte di potere tra Berija, Chruščëv e Malenkov.
5 marzo 1953
Le condizioni di Stalin peggiorano ulteriormente. La sua respirazione diventa irregolare e il polso si indebolisce.
Alle 21:50, Stalin muore nella sua dacia. L’annuncio ufficiale della sua morte verrà dato il giorno successivo.
La sua scomparsa segna la fine di un’epoca e apre un periodo di transizione politica nell’Unione Sovietica. Berija inizialmente sembra il vincitore della lotta per il potere, ma pochi mesi dopo verrà arrestato e giustiziato. Chruščëv emergerà come nuovo leader e, nel 1956, denuncerà i crimini di Stalin nel celebre discorso segreto.