Il vescovo di Lugano mons. Pier Giacomo Grampa, ormai prossimo al termine del suo mandato pastorale, si esprime sui problemi della Diocesi, della Chiesa e di tutta la società moderna, in un’ampia intervista curata da Francesco De Maria.
Francesco De Maria Ci dica per prima cosa come Lei vede la Sua diocesi, e come l’ha vissuta in questi anni di ministero.
Monsignor Vescovo Come vuole che la veda se non come quella porzione del popolo cattolico, che risiede in Ticino, ed è stata affidata dal Papa al mio servizio pastorale. E’ l’unica diocesi svizzera i cui confini territoriali coincidono con quelli del Cantone ed è anche la più giovane d’anni, perché sorta nel 1895 come diocesi unita a quella di Basilea, aeque principaliter, ma nel cui territorio risiedeva un Amministratore apostolico locale. Nel 1971 ê divenuta diocesi autonoma a tutti gli effetti e sotto ogni aspetto. Conosce tutti i problemi che agitano la vita della Chiesa Cattolica in questo momento storico particolare.
MV Certamente fu una sorpresa perché non pensavo di venir scelto come Vescovo a 67 anni, quindi umanamente era temerario desiderarlo. L’ho accettata quando mi vennero spiegate le motivazioni.
Lei è stato rettore del Collegio Papio. Che cosa ricorda di quegli anni?
MV Sono stato attivo al Papio per 37 anni, nel periodo centrale della mia vita, dai 29 ai 67 anni; dieci anni come vicerettore, tre come docente, 24 come rettore. Ricordo di aver potuto costruire il nuovo collegio e promuovere il restauro della chiesa di S. Maria della Misericordia, ma soprattutto di essermi speso totalmente per i ragazzi e i giovani affidati.
Come affronta la nostra diocesi la crisi delle vocazioni? Quali sacerdoti chiama in soccorso?
MV Curando in modo particolare la pastorale giovanile, preoccupandosi di rendere vivo il messaggio del Vangelo, quindi la vita di fede, promuovendo preghiere ed iniziative su questo tema e non dimenticando che non ci sono solo vocazioni al sacerdozio secolare, ma pure a vita religiosa femminile e maschile e non ne sono mancate anche in questi anni di crisi. Avendo poi una Facoltà di teologia abbiamo la grazia di poter attingere ad alcuni studenti che, frequentandola, poi si fermano almeno temporaneamente in diocesi per il ministero.
Ci parli del Giornale del Popolo, che in una intervista all’on. Lombardi ho osato chiamare “il giornale della Curia”, facendomi correggere. Avrei dovuto dire “il giornale della Diocesi”!
MV Il Giornale del Popolo, voluto dal vescovo Bacciarini come mezzo di trasmissione del pensiero cattolico nel nostro contesto sociale e culturale, conosce tutte le sfide di cui soffrono tutti i quotidiani cartacei. Finora, anche se furono dure, le abbiamo affrontate positivamente.
In tempi recenti Lei è stato pubblicamente e duramente attaccato da un sacerdote della Sua diocesi, che Le ha mosso vari rimproveri. Qual è stata la Sua reazione?
Già San Paolo scriveva: “Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo” (Gal 1,10).
Del resto quando divenni vescovo scelsi come motto: “Patiens in adversis”, paziente nelle avversità. Il cardinale Giuseppe Siri di Genova soleva dire: cinque sono le virtù del vescovo: primo, la pazienza; secondo, la pazienza; terzo, la pazienza; quarto, la pazienza, quinto, la pazienza con coloro che ci invitano ad avere pazienza. (op. cit. pag. 91).
Tra qualche tempo avremo il nuovo vescovo di Lugano. Ci può illustrare la procedura che verrà seguita per la nomina del Suo successore?
MV Vedo che lei non legge le mie lettere pastorali, infatti nell’ultima ho dedicato diverse pagine a questo argomento (cfr. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”, pag. 37-39).
Le rispondo col card. Martini che scrive: “Il nuovo vescovo viene oggi scelto ordinariamente a partire da coloro che sono presentati dalla Conferenza episcopale e dal Nunzio come atti a ricevere l’episcopato. Quando una diocesi rimane priva del vescovo, il Nunzio propone una terna di nomi, che viene poi discussa nella Congregazione Plenaria dei Vescovi. Il parere maggioritario della Commissione viene presentato al Santo Padre, che ha la possibilità di decidere in un senso o nell’altro. Il vescovo dunque viene scelto a partire dai dati raccolti dal Nunzio, presentati dai singoli vescovi o anche da altre persone autorevoli della Chiesa locale o regionale. Ma il sistema perfetto è ancora da inventare. Bisogna anche tener conto che tra gli uomini esiste una debolezza chiamata “ambizione” dalla quale è importante sapersi difendere il più possibile” (op. cit. pag, 23-24).
Come vive la Chiesa il tempo moderno, che sembra così poco favorevole alla religione?
MV Con lo spirito evangelico di continuare a gettare il seme in ogni terreno come insegna la parabola del Seminatore (Mt 13,3-9).
A noi è chiesto di seminare, non di raccogliere frutti, che non mancano neppure ai giorni nostri. Il seme è certamente buono, il giudizio sui terreni lo lasciamo al Signore. Ma pare superficiale il giudizio sul tempo moderno che sarebbe poco favorevole alla religione. Si colgono piuttosto segni di ricerca di senso e di valori proprio da parte di molti uomini e donne del nostro tempo.
Perché la dottrina del papa è così spesso messa in dubbio e attaccata, frequentemente da persone che non appartengono affatto alla Chiesa e che non si curano del suo insegnamento?
MV La ragione è implicita nella sua domanda; proprio perché non appartengono alla Chiesa e non si curano del suo insegnamento, hanno un atteggiamento preconcetto, di pregiudizio e di preclusione, di chiusura. E’ un rifiuto che ha conosciuto anche il Maestro divino, non sorprende quindi più di tanto.
In tempi recenti la Chiesa è stata scossa da gravi e reiterate accuse di pedofilia. Quali misure ha preso la Santa Sede per affrontare la situazione? In che cosa le nuove disposizioni e procedure differiscono dalle vecchie?
MV Questo è un capitolo doloroso e vergognoso nella storia recente della Chiesa, che ha dimostrato l’inadeguatezza della prassi tradizionale basata più sulla misericordia che sulla giustizia. Ci si è accorti che la giustizia esige maggiore rigore ed attenzione per le vittime di simili abusi inqualificabili, per i cui autori il Vangelo così si esprime:
“Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare” (Mt 18,6),
Dobbiamo riconoscere di avere sbagliato nel passato per non avere saputo ascoltare il dolore di molti piccoli. Abbiamo avuto paura ed orrore del peccato che ci ha ferito. Per essere perdonato il peccato richiede non solo di essere riconosciuto, ma anche punito e riparato. Questo non è sempre stato fatto, offuscando la nostra testimonianza ecclesiale. Noi che dovevamo portare la salvezza ai “piccoli” siamo talvolta divenuti strumenti del male contro di loro.
Di questo la Chiesa ha preso consapevolezza dando nuove disposizioni che impongono ai vescovi di denunciare eventuali casi a Roma ad una apposita commissione, perché venga data priorità alle vittime che vengono al primo posto, mettendosi a loro disposizione.
Subito dopo viene la tutela dei minori, quindi la formazione dei futuri sacerdoti, religiosi e agenti pastorali, con l’offerta di un adeguato supporto e infine la cooperazione con le autorità civili, attraverso la quale la Chiesa riconosce la verità fondamentale che l’abuso sessuale non è solo un crimine in diritto canonico, ma è anche un crimine che viola le leggi penali nella maggior parte delle giurisdizioni civili.
I vescovi svizzeri sono stati tra i primi a muoversi con tempestività e a seguire le nuove modalità di intervento.
Lei pensa che simili accuse possano essere state mosse strumentalmente contro la Chiesa?
MV In quanto denunciavano fatti reali, non erano accuse strumentali. Che poi certi gremi anticlericali abbiano insistito nel presentare solo i danni e non i rimedi radicali, usandoli strumentalmente contro la Chiesa, è pure una evidenza.
La religione del passato aveva certi aspetti esoterici che nel tempo attuale ha senz’altro abbandonato per assumere forme più comprensibili e aperte. Questo può costituire una perdita? Oppure solo un vantaggio?
MV La purificazione del vissuto religioso non può che essere un vantaggio purché non gli si tolga la sua dimensione di sacralità e di trascendenza riducendolo a fenomeno solo razionale, sociologico e naturale.
E’ Gesù stesso ad attuare una vera rivoluzione religiosa quando proclama che la purezza religiosa non è esterna, ma interiore. Si tratta di purificare il cuore, liberando gli uomini dell’oppressione di pratiche religiose vane, solo rituali, esteriori, formali.
Un ecclesiastico – un vescovo, un cardinale, ma anche un semplice prete – fino a che punto può spingersi nell’esprimere pubblicamente opinioni politiche? Ha senso parlare preti/vescovi “di sinistra” o “di destra”?
MV Tenendo presente quello che Gesù insegna nel Vangelo; dando a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, non confondendo il campo della religione con quello della politica, dove uno può avere orientamenti più di destra che di sinistra o di centro, anche perché queste scelte sono molto condizionate dai contesti storici in cui vengono fatte.
Nella sua opera magistrale “Iota Unum” Romano Amerio muove numerose e sostanziali critiche alla Chiesa contemporanea (nel sottotitolo originale si parlava addirittura di “spirito di vertigine”, poi ci fu un’attenuazione…). Come giudica questo libro? Solo una brillante dissertazione teorica?
MV Direi di sì: è prevalentemente una brillante dissertazione teorica, non senza qualche astrattezza disincarnata.
Che cosa pensa di Dante Alighieri, che si permise di mettere alcuni papi all’inferno?
MV Certamente lei ha già sentito parlare di “licenze poetiche”. Il sommo Dante ne fa abbondante uso. E’ da leggere nel contesto del suo tempo e del suo particolare genere letterario. E per fortuna il giudizio finale non è assegnato ad uomini, ma all’onnisciente e misericordioso Dio, che solo legge nel cuore.
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Ho solo brutti ricordi.
A partire dalla visita al mio paesello fino alla sparata contro chi aveva denunciato il prete pedofilo. :cry: :arrow: :lol:
FDM: Un ecclesiastico – un vescovo, un cardinale, ma anche un semplice prete – fino a che punto può spingersi nell’esprimere pubblicamente opinioni politiche? Ha senso parlare preti/vescovi “di sinistra” o “di destra”?
MV: Tenendo presente quello che Gesù insegna nel Vangelo; dando a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, non confondendo il campo della religione con quello della politica, dove uno può avere orientamenti più di destra che di sinistra o di centro, anche perché queste scelte sono molto condizionate dai contesti storici in cui vengono fatte.
UN'OSSERVAZIONE: Gesù non disse di "dare a Cesare quel che è di Cesare", ma di "rendere a Cesare quel che è di Cesare". Non è una differenza da poco, specie se valutata nell'esatto contesto della pagina di Vangelo cui MV si riferisce.
Un mio grande amico suol dire:
la püsèe gran butèga alè la gèsa.
Come dargli torto?
Il mio grande amico si è fatto sbattezzare perché,dice,andrà all'inferno dove"domà femèn e fèst e orgie e champagne".Ma...
... Gesù disse anche: "Non si possono servire due padroni".
Ma com'è che il capo di MV ha detto recentemente che "non pagare le tasse è peccato"?
Da un lato il Decalogo ci dice di non desiderare cosa alcuna del nostro prossimo, dall'altro Bagnasco ci assicura che in compagnia si può fare e asseconda i coercitori.
Caro MV così non va: state confinando il Cristianesimo in una riserva delle religioni. Da pratica e comportamenti civici quotdiani coerenti con il Decalogo lo avete trasformato in un optional esoterico in perfetta armonia con lo Stato, al quale avete demandato l'esercizio volontario della fratellanza barattandola con la socialità laica di Stato imposta per legge.
Si dice che "cane non morde cane". L'impressione che dà la Chiesa è che "Cesare non morde Cesare".
Al mio paese c'era un tipo che veniva scherzosamente (forse anche irriverentemente) chiamato "rappresentante di Dio sulla terra".
Ora, senza pretesa alcuna di commentare le dichiarazioni di Monsignor Grampa, perché poco incline a respirare il fumo di candele ..., mi sorge spontanea una constatazione:
il rappresentante di Dio (onnisciente) su Ticinolive è Dicolamia ... 8-O
NO, non sono un Dio onnisciente: sono un cristiano NON SOCIALISTA, a meno che non mi si dimostri che Cristo lo era e allora potrei anche cambiare idea.
Suppongo che Monsignore giudicherebbe impropria la distinzione
tra cristiani-socialisti e cristiani-non socialisti!
Ah sicuramente! Come MV ha detto nell'intervista "uno può avere orientamenti sia di destra che di sinistra o di centro". È stato chiarissimo!!! Tutto fa brodo!
Sono io che dico che uno non può essere cristiano se pensa di poter affondare le mani nelle tasche altrui in virtù di una legge dello Stato. Perché? Perché il Decalogo esclude categoricamente questa possibilità. E Cristo, che è venuto a completare la legge, ma non a sovvertirla, ci ha esortato alla "fratellanza volontaria" non all'imposta per il culto, a quella sul valore locativo, a quella sui redditi, sulla sostanza ecc. per la gloria (caduca) della fratellanza coercitiva.
La "giustizia sociale", fondata non sulla volontarietà dei singoli o di libere associazioni di singoli, ma sulla coercizione fiscale, ha come conseguenza la necessità di "crescere" e "consumare" sempre di più (e, ove non basti, a stampare denaro falso, che è ancora come rubare al prossimo), in barba agli strali contro il "consumismo" che proprio i preti lanciano di tanto in tanto dai loro pulpiti.
Insomma: o la Chiesa esce da queste contraddizioni evidenti o sarà, sempre di più, solo un SEPOLCRO IMBIANCATO.
Anche se non godo qua dentro di alcuna particolare autorità
mi permetto di invitare i colleghi blogger di TicinoLive
a esprimersi in modo del tutto corretto
quandanche sentissero il bisogno di mostrarsi critici.
Se permettete, "clero" significa il "lotto" di Dio.
Ma questi "vogliono" :
il burro, la panna, il latte, la mucca, l'erba, il pascolo, la lattaia...e i soldi del lattaio, ma non il lavoro in latteria, preferiscono il pulpito, con tutta umiltà.
Ma Vai...
Complimenti hai colto l'essenziale, :) ben oltre le paturnie del Dico (che sia il Messia che aspettano i nostri amici?).
Sì però queste accuse del Gipo sono scontate,
sono la solita zuppa.
Mille volte le ho dovute sentire.
Non insistere, perché potrei andare giù sul pesante.
Sono uno che rispetta i patti ma non amo essere preso per i fondelli. Tientelo il PGG, è tutto tuo.
È OSPITE del nostro portale. Ti par poco?
Del nostro salotto.
Complimenti al prof. De Maria (mi piace questo De Maria) che lo ha invitato sul nostro portale. Piacevole intervista, ma condivido il parere di gipo.
Caro Jack, guarda che gipo.....è pure lui paziente e virtuoso e .......legge Dante.
:cry: :cry: :?:
Note a margine relative al richiamo di JtR delle 15.21 :wink:
Dicolamia ritiene impossibile, separare la libertà di espressione dal proselitismo, cioè dal desiderio di convincere altri di quanto sia convinto lui e perché ne sia convinto. Lo sforzo appassionato di comunicare in profondità con l’altro convincendolo, diventa un valore illuminante. Questa “libertà di persuadere” non è solo lontana da ogni banale proselitismo ma è, per Dicolamia, l’ossatura di una corretta vita sociale. O credi così, oppure non credi come credo io, non ci sono scorciatoie. Inoltre la comunicazione ad altri delle proprie convinzioni diventa indispensabile ed è praticata in tutti i campi, da quello scientifico a quello politico a quello economico . Il proselitismo così come il senso forte di appartenenza, lo stretto legame di solidarietà tra i membri del gruppo (Scuola austriaca, zum Beispiel) fanno la loro forza. Proprio come i movimenti integralisti, che per loro natura hanno una predisposizione ad unirsi al loro interno anche per accedere a posizioni che assicurino la loro sopravvivenza. Viceversa il mondo laico vive e si nutre della molteplicità dialettica delle varie aspirazioni soggettive, che è la (nostra) forza ma anche la (nostra) debolezza. Mondo nel quale , personalmente, mi identifico. Che non è, come a torto Dicolamia "crede", posizione di comodo, ma ferrea scelta di libertà: preziosa eredità dell'Illuminismo. In una società "sull'orlo di una crisi..." come la nostra, la zona di contatto tra mondo laico e militanza fideistica se non è sorretta da procedure trasparenti, diventa terreno di conflitto. Spesso a scapito dei principi di tolleranza.
... perché, secondo te, il richiamo di JtR, era per me?
E per quale scomoda verità avrebbe dovuto richiamarmi?
Perché non condivido la sparata di Bagnasco che "non pagare le tasse è peccato?".
O perché non accetto l'interpretazione di MV su ciò che disse e voleva far intendere Gesù quando gli fu chiesto se era lecito o no pagare il tributo a Cesare?
Soffermiamoci allora un attimo a leggere insieme il testo del Vangelo di Matteo, relativo all’episodio citato:
Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: è lecito o no pagare il tributo a Cesare?. Ma Gesù, conoscendo la loro malizia rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.
Nella sua risposta ai farisei Gesù è perfettamente coerente con il decimo comandamento. Chiede che gli sia mostrata la moneta del tributo e non si accontenta che gli venga indicato di chi è l'immagine, ma pretende anche che gli sia resa evidente l'iscrizione (il sigillo incontestabile del "proprietario" della moneta).
Quindi esorta a “rendere” (non semplicemente a “dare”) al legittimo proprietario ciò che è di sua proprietà.
Mi risulta dunque difficile estrapolare da questa esemplare risposta di Gesù, che sancisce unicamente il rispetto di un legittimo diritto di proprietà, il lasciapassare generalizzato per l’uso della coercizione fiscale da parte degli Stati.
A meno che non si abbia l’ardire di affermare che il rapporto tra i cittadini e lo Stato debba avere i connotati di quello tra gli ebrei dominati e utilizzatori (ma non proprietari) della moneta di Cesare e il Cesare dominatore e unico vero proprietario di quella moneta, coniata con il “suo oro” e certificata con la “sua immagine” e la “sua iscrizione”.
Per il resto, ti confesso: ho letto una decina di volte il tuo post con la massima predisposizione d'animo possibile per cercare di capirti. Non ci sono riuscito. È come cercare di tenere in mano un'anguilla appena pescata.
Cosa vuol dire "In una società sull’orlo di una crisi… come la nostra, la zona di contatto tra mondo laico e militanza fideistica se non è sorretta da procedure trasparenti, diventa terreno di conflitto. Spesso a scapito dei principi di tolleranza".
Per favore tu esprimi le tue idee sulla religione, la crisi e quant'altro e io farò altrettanto con le mie. Cosa c' è di non trasparente. Perché dovremo venire alle mani? Ma fatti capire, per favore!
Non pagare le tasse per te è peccato? Il cristianesimo ha già in sé valori civili che bastano a sé stessi per la vita pratica o la vita pratica deve essere demandata a Cesare e alle sue istituzioni laiche, democratiche o dittatoriali che siano? Rispondi con un SÌ o con un NO, per favore. Tutto il resto viene dal diavolo.
No, Dico, non era per te.
Un commento di XY è stato cancellato
giustamente
dalla Red.
Grazie Dico!Ho ricevuto il collo.Come na letera ala posta(Svizera!). :-D
Ti sei convertito all'anarchismo anche tu? :wink:
Da quando porto la spilla del Dico :-P mi ha preso un certo non so che.Una vitalità nuova,una voglia di spaccare le montagne.Per non parlare del :oops: .Dovresti provare.
No grazie, sono già un leghista ribelle, libero ed indipendente, non ho bisogno di aggiungere altre virtù. :wink:
Quando ci fai provare i tuoi vini?
Perfetto! Buona lettura allora!! :wink:
Mi raccomando però, non strafare: limitati a spaccare le montagne :lol: :lol: :lol: