di Francesco Pontelli Opinioni 18 Febbraio 2025 – il Giornale Nazionale
È bastato un unico discorso del vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance per azzerare in un solo colpo la presunzione di una intera classe politica europea.
Un solo intervento,nel quale vengono riaffermati i valori liberali dell’occidente, ed in particolare in relazione alla libertà di pensiero, che si vorrebbe invece limitare, nell’Unione, in nome di una illusoria lotta alle fake news, con l’obiettivo di dimostrare come l’azione delle istituzioni europee altro non fosse che la espressione di una volontà di controllo censorio nella comunicazione e nelle news.
Cosa confermata, in modo assolutamente incontrovertibile, i 132 milioni di finanziamenti che la stessa Unione Europea ha destinato a fonti editoriali considerate amiche e quindi fonte di fake news ma istituzionali.
In un solo pomeriggio, vengono azzerati quel suprematismo e presunzione, presupposti ideologici europei che hanno animato l’intera classe politica dell’, la quale, in particolare dal covid in poi, era convinta che l’imposizione di una deriva ambientalista avrebbe assicurato, soprattutto a se stessi, un posto nella storia e soprattutto una collocazione nell’organigramma europeo.
Poche ed istituzionali idee esposte dal vicepresidente Vance per vedere franare, di fronte ad una elementare esposizione dei valori occidentali, l’intera pseudocoltura europeista, la quale invece di radicarsi sul territorio come sublimazione delle aspettative degli elettori, si è dimostrata semplicemente, come in un qualsiasi regime socialista reale, finalizzata all’imposizione di una visione politica ed ideologica assolutamente massimalista.
E’ stato, quello di Vance, un discorso di ispirazione liberale, che ha distrutto tutto l’operato di una commissione europea, che già prima del covid, invece di tutelare i primati tecnologici ed industriali e con essi le filiere europee e nazionali e con loro l’occupazione che assicuravano, attuavano politiche derivate da un un veo e proprio delirio ideologico.
La commission, nei fatti, si è adoperata per distruggere, in un contesto di mercato globale sempre più complesso e complicato, le realtà economiche ed industriali, inneggiando , per di più, ad una transizione ambientale ed energetica irraggiungibile, tanto da essere abbandonata dagli Stati Uniti, India e Cina.
Il cigno nero del covid avrebbe dovuto rappresentare, invece, il punto di ripartenza con l’obbiettivo di un rilancio del patrimonio economico tecnologico ed industriale europeo.
A questo punto, basterebbe la semplice valutazione economica, nella quale si rileva come oggi l’Europa si mostri l’unica macroarea in forte crisi economica occupazionale e persino strategica, per confermare l’assoluta disastrosa strategia Europea. Anche in considerazione della inevitabile esclusione dalle trattative per la tregua della guerra Russo Ucraina, per valutare la strategia Europea.
Last but not least, sembra paradosale ma ora, a fari spenti nella notte, l’Unione Europea cerca di trovare una soluzione alla propria irrilevanza politica, economica e strategica affidandosi ai medesimi protagonisti che l’hanno posta in questa situazione .