Liliane Tami – filosofa e bioeticista
Nel panorama musicale italiano, Simone Cristicchi rappresenta una voce unica, capace di intrecciare il profondo senso della realtà con il bisogno di speranza . Il suo ritorno al Festival di Sanremo, con il brano “Quando sarai piccola”, che parla dei figli grandi che si prendono cura dei genitori malati di Alzheimer, tocca le corde più profonde dell’anima. Il prendersi cura dei genitori è un atto d’amore grandissimo e questa canzone ha un valore, in termini filosofici e bioetici, immenso.
Cristicchi, da sempre sensibile alle tematiche sociali, ha saputo dare voce a chi spesso è invisibile: tra le sue più potenti e commoventi esplorazioni, troviamo il tema della malattia mentale e della cura. Il suo interesse per queste realtà emerge non solo come denuncia, ma come ricerca di una comprensione più profonda, un invito a fermarsi e riflettere sulle fragilità umane. “Quando sarai piccola” si inserisce proprio in questo contesto: una riflessione sulle ombre che ci circondano e sulle difficoltà che la vita ci impone, ma anche sulla forza interiore e sull’amore che può illuminare anche i giorni più bui. L’amore è, in fondo, ciò che tutti possiamo offrire e ricevere, soprattutto nelle situazioni di sofferenza. Anche il filosofo Diego Fusaro, in un suo video, ha detto di esser rimasto piacevolmente colpito dallo spessore spirituale e morale di questa canzone.
La canzone di Cristicchi, “Ti Regalerò una Rosa”, racchiude con straordinaria delicatezza questo concetto. Parlando della malattia mentale, in particolare della depressione e del disturbo psichico, l’artista non si limita a raccontare la tristezza e l’abbandono, ma solleva anche una proposta di cura e di vicinanza, seppur attraverso un gesto simbolico, il dono di una rosa. Un fiore, piccolo e fragile, che nel suo linguaggio sottile, dice tanto. È un atto di compassione che risveglia la speranza, facendo comprendere che, anche quando sembra che nulla possa cambiare, un gesto di amore può essere un primo passo verso la guarigione.
Cristicchi non si ferma qui, ma continua a indagare la condizione dell’essere umano, trattando un altro tema delicato con il brano “Quando Sarai Piccola”, in cui racconta la sofferenza legata all’Alzheimer, una malattia che cancella lentamente i ricordi e la memoria di chi la vive, ma che, allo stesso tempo, stimola un amore profondo e incondizionato da parte di chi accudisce. La sua canzone è un grido d’amore verso coloro che si prendono cura dei genitori anziani, un tributo a chi, giorno dopo giorno, si fa carico del peso di una memoria che svanisce. L’artista ci invita a riflettere sull’importanza di “prendersi cura”, non solo del corpo, ma anche della dignità di chi sta affrontando la lenta e dolorosa perdita di sé.
In un mondo che spesso dimentica o emargina chi vive nell’ombra della malattia mentale e della demenza, Cristicchi diventa voce di chi non ha più la forza di parlare. Le sue parole sono un invito a “guardarci dentro”, a prendere consapevolezza della nostra umanità più profonda, quella che non teme di soffrire insieme all’altro, quella che sa “curare” con la delicatezza di un gesto, con il silenzio di una carezza.
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La cura dei genitori anziani, specialmente quando le loro menti vacillano sotto il peso della malattia, è uno dei compiti più difficili e nobili a cui un figlio possa essere chiamato. Simone Cristicchi celebra, con grande rispetto e ammirazione, chi con amore e sacrificio si dedica a questa missione. Nel suo impegno artistico, egli riconosce e onora la dignità di chi si prende cura degli altri, rivelando un legame profondo e autentico tra le generazioni, dove il prendersi cura diventa non solo un atto di solidarietà, ma una manifestazione di amore puro, che va al di là del tempo e dello spazio.
La bellezza di “Ti Regalerò una Rosa” e “Quando Sarai Piccola” sta nell’essenza stessa del loro messaggio: il prendersi cura è un atto che richiede sacrificio, ma che porta con sé una grande ricompensa. Non sempre visibile o immediata, ma profonda e duratura. Prendersi cura dei genitori anziani, come descrive Cristicchi, è un viaggio di rinascita continua, un cammino che ci insegna a riconoscere la fragilità e a vedere la bellezza nel dolore.
In questo contesto, il Salmo 51, che nella sua essenza più pura è una preghiera di purificazione e redenzione, può essere interpretato come un invito a non dimenticare mai la nostra umanità, a riconoscere la nostra fragilità, e a cercare in essa il perdono e la forza per amare senza condizioni. Come il Salmo esprime la supplica di un cuore pentito e desideroso di riconciliarsi, così la musica di Cristicchi ci invita a non abbandonare chi soffre, ma ad essere artefici di speranza e amore in un mondo che troppo spesso dimentica di prendersi cura degli altri.
Ecco che la musica e la fede si intrecciano, con Simone Cristicchi che diventa profeta della cura, invitandoci a non spegnere mai il barlume di speranza che brilla in ciascuno di noi, anche nelle tenebre più fitte. Un messaggio di speranza, cura e amore, che trova nella sua arte un linguaggio poetico ed elevato, capace di risvegliare le coscienze e i cuori.