Oggi, attraverso le letture che ci vengono offerte dalla Chiesa, siamo invitati a riflettere sull’importanza della fede e su come essa possa trasformare la nostra vita quotidiana facendoci accettare le difficoltà, che sono solo transitorie.
Nel libro del profeta Geremia, ci viene presentato un contrasto tra chi pone la propria fiducia negli uomini e nelle cose del mondo, e chi, al contrario, confida nel Signore. La figura dell’uomo che si fida della carne è paragonata a un tamarisco nella steppa: un albero che cresce in un luogo arido, incapace di dare frutti, privato della benedizione di Dio. Questa immagine evoca il rischio di mettere la nostra fiducia nelle cose che sono fugaci, che ci promettono soddisfazioni temporanee, ma che alla fine ci lasciano delusi e vuoti. D’altra parte, l’uomo che confida nel Signore è come un albero piantato lungo un corso d’acqua, le cui radici affondano nella forza di Dio. Egli, anche in tempo di siccità, non teme e continua a produrre frutti: questa è la forza che viene dalla fede.
Queste parole di Geremia ci pongono una domanda fondamentale: in chi o in cosa mettiamo la nostra fiducia? Spesso, nella nostra vita, tendiamo a confidare nelle sicurezze che il mondo ci offre, come la carriera, il denaro, o il successo. Ma tutte queste cose sono destinate a svanire. La vera fonte di vita, di speranza e di forza è solo il Signore, che ci dà la grazia di affrontare le difficoltà con coraggio e perseveranza.
Ecco perché le Beatitudini, come ci vengono presentate nel Vangelo secondo Luca, sono una strada che ci aiuta a vivere in modo nuovo, a superare le sfide quotidiane con lo spirito della fede. Quando Gesù dice “Beati voi, poveri”, “Beati voi che ora avete fame”, “Beati voi che ora piangete”, ci invita a vedere la realtà in modo diverso, non con gli occhi del mondo, ma con gli occhi della fede. Questi momenti di difficoltà, che sembrano oppressivi e dolorosi, sono invece opportunità per sperimentare la forza e la consolazione di Dio.
Essere poveri, non solo materialmente, ma anche spiritualmente, significa essere aperti alla salvezza che solo Dio può dare. La fame, che ci ricorda la nostra dipendenza da Dio per ogni cosa, ci invita a desiderare la sua parola e il suo amore come il nostro nutrimento più profondo. Il pianto, che segna la tristezza e il dolore, diventa un momento di purificazione e di speranza, perché nella sofferenza possiamo incontrare la tenerezza e la presenza di Dio, che ci risolleva. E anche quando siamo perseguitati per il nome di Gesù, quando il mondo ci odia e ci disprezza, possiamo rallegrarci, perché la nostra ricompensa è grande nel cielo, come ci ricorda il Vangelo.
Queste Beatitudini sono un invito a vivere in modo contrario alla logica del mondo, che cerca la ricchezza, il successo e il piacere immediato. Invece, Gesù ci invita a vivere con umiltà, a cercare il bene spirituale, a donare noi stessi senza aspettarci nulla in cambio. Ecco la gioia che nasce dalla fede: non una gioia effimera, ma una gioia che resta, che nasce dall’amore di Dio e dalla certezza che la nostra vita è nelle sue mani.
In questo cammino di fede, c’è poi un altro grande dono che la fede ci offre: la risurrezione. San Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, ci ricorda che “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti”. La risurrezione di Cristo è il fondamento della nostra speranza: essa non è solo un evento che riguarda Gesù, ma una promessa che si estende anche a noi. Se Cristo è risorto, anche noi risorgeremo, e la nostra vita non finirà con la morte, ma si trasformerà nella pienezza della vita eterna.
La risurrezione ci dona una nuova prospettiva sulla vita quotidiana. Sapere che viviamo in vista di una vita eterna ci permette di affrontare le difficoltà con speranza, senza mai arrenderci, perché la nostra vita ha un senso che va oltre la sofferenza momentanea. La fede nella risurrezione ci dà la forza di vivere bene, di lottare per il bene e di amare come Cristo ci ha amato, senza paura, con coraggio, e con la certezza che, alla fine, tutto sarà rinnovato.
Perciò, in un mondo che spesso ci spinge a confidare nelle cose terrene, Gesù ci invita a riscoprire la bellezza di una fede che si appoggia totalmente su di Lui. La fede ci dà la forza di affrontare ogni prova con speranza, perché siamo certi che Dio non ci abbandonerà mai. Le Beatitudini non sono solo parole da ascoltare, ma sono un cammino da percorrere ogni giorno, per vivere secondo il Vangelo e cercare il bene eterno.
Che la nostra fede ci aiuti a non temere le difficoltà della vita, ma a guardare sempre oltre, verso la luce della risurrezione, per vivere in modo buono e conforme alla volontà di Dio.
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