di Santa Liliane da Viganello
San Giovanni Paolo II parlava di un’Europa a “due polmoni”, immaginando un continente che respirasse con l’armonia delle sue due anime, quella occidentale e quella orientale. Un’idea non solo teologica e spirituale, ma anche profondamente politica: la visione di un’Europa capace di unire i suoi popoli, le sue culture e le sue tradizioni, ponendo fine alle divisioni storiche e ideologiche.
Oggi, mentre vi sono persone che diabolicamente incitano a tifare per uno o per l’altro, è importante sapersi mantenere neutrali, soprattutto per noi Svizzeri. In un mondo sempre più polarizzato, segnato da tensioni geopolitiche tra Occidente e Oriente, il dialogo tra gli Stati Uniti e la Russia diventa non solo auspicabile, ma necessario. La guerra fredda ci ha insegnato che l’ostilità tra grandi potenze non porta a nulla se non a un fragile equilibrio basato sulla paura. Al contrario, la pace e la cooperazione possono gettare le basi per un futuro condiviso, in cui sicurezza, stabilità e progresso siano accessibili a tutti.

Un’Europa che respira con due polmoni significa una comunità internazionale in cui le differenze culturali e politiche non siano motivo di scontro, ma di arricchimento reciproco. L’America, con il suo spirito innovativo, e la Russia, con la sua profondità storica e culturale, hanno entrambe molto da offrire al progetto di un mondo pacifico e prospero. Trump e Putin, con le loro peculiarità, possono entrambi esseri buoni modelli per l’europa.
Dobbiamo riscoprire l’eredità del pensiero di Giovanni Paolo II, che non vedeva nelle differenze un ostacolo, ma una ricchezza. L’unità non significa omologazione, ma cooperazione. L’Europa a due polmoni non è un’utopia, ma una necessità per un ordine mondiale più giusto e pacifico. È tempo di costruire ponti, non muri; di cercare il dialogo, non la competizione; di guardare al futuro con speranza, non con timore.