di Santa Liliane

Ogni anno, l’élite finanziaria e politica del pianeta si riunisce a Davos per il World Economic Forum. Un evento di straordinaria importanza, in cui i grandi magnati, i filantropi illuminati e i leader mondiali discutono di povertà, sostenibilità e futuro dell’umanità. Dalla crisi climatica alla redistribuzione della ricchezza, ogni questione viene trattata con la solennità che solo un piatto di caviale e un bicchiere di Dom Pérignon possono garantire. D’altronde sono Filantropi, dal greco Philia e Antropos, amanti dell’uomo, ossia sè stessi. La filantropia è un amore che pone l’essere umano al centro pertanto è completamente arbitrario e non soggetta ad alcuna norma morale. La Carità invece, è un amore per il prossimo fondato su Dio: questo – come scritto nei Vangeli- è l’unico vero tipo d’amore in grado di guidare i politici e non certo la ” Filantropia” di cui si vantano Bill Gates o George Soros.

Ma dietro il sipario di discorsi edificanti e strette di mano strategiche, un altro mercato fiorisce. Secondo vari reportage, il numero di escort d’élite schizza alle stelle durante il Forum. Mentre nelle sale si predica la necessità di combattere le diseguaglianze e promuovere l’inclusione sociale, nei lussuosi alberghi di Davos le stanze si riempiono di intrattenitrici di alta classe che, con tariffe da capogiro, offrono ai salvatori del mondo un meritato sollievo dallo stress filantropico. Le fanciulle che con la bellezza della propria carne offrono ristoro ai filantropi impegnati nel duro lavoro di salvare il globo arrivano a guadagnare sino a 7 mila franchi a serata: un vero e proprio atto di beneficienza nei confronti delle eleganti signorine che esercitano la professione più antica del mondo.

Ora, la domanda sorge spontanea: l’immoralità è una conseguenza della ricchezza o è semplicemente un effetto collaterale del mestiere di benefattore globale? Perché tra chi si preoccupa del destino dell’umanità e chi si gode le gioie di una vita dissoluta sembra non esserci alcuna contraddizione. Anzi, forse è proprio questo il segreto del successo: dispensare etica di giorno e praticare il libertinaggio di notte.

Eppure, un dubbio resta: chi ha una vita disordinata, può davvero occuparsi del bene della Res Publica? Se la morale personale è il primo banco di prova per la gestione della cosa pubblica, come possono questi grandi uomini e donne essere considerati affidabili guide dell’umanità? Chi non riesce a imporsi un limite nel lusso e nel piacere, potrà mai rispettare quello della giustizia sociale e dell’equità?

In fondo, non c’è da stupirsi. La storia ci ha insegnato che chi si proclama salvatore del mondo spesso si lascia tentare dai piaceri più terreni. Come direbbe qualcuno, “predicare bene e razzolare male” è la vera legge non scritta del potere. E così, mentre i cittadini comuni si arrabattano tra tasse, inflazione e sacrifici, l’élite globale continua la sua missione: cambiare il mondo… senza mai cambiare se stessa.