Una mostra che ci è rimasta nel cuore
Siamo andati stamani a visitare la mostra in anteprima, immergendoci nel tenebroso “meno 2” del LAC (muoversi con circospezione!). All’ingresso siete accolti da un monumentale “cannone spara-noci di cocco su pattini di slitta e geotessile del ghiacciaio del Rodano”. Dentro trovate, disseminati, parecchi “massi erratici bucherellati” e sul fondo il grande diorama accompagnato da suoni registrati in situazioni reali. Il giovane (32 anni) Julian Charrière è emozionante!
Abbiamo scattato alcune foto per i nostri lettori.
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Noto per una ricerca artistica concettuale che combina varie discipline (tra cui geologia, archeologia, fisica e storia), Charrière offre, attraverso il suo lavoro, nuovi e inaspettati punti di vista su alcune delle questioni al centro della nostra epoca. L’artista è spesso in viaggio, recandosi nelle aree più remote del pianeta dalla forte identità geopolitica – ad esempio vulcani, ghiacciai e siti radioattivi – per esplorare con metodi e materiali non convenzionali le tensioni e il legame tra civiltà umana e paesaggio naturale.
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