Con uno slancio che sembra riportarci all’epoca d’oro della cultura italiana, il nuovo Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che fu allievo di Gianfranco Miglio, ha annunciato una riforma scolastica che farà la gioia di studiosi, insegnanti e appassionati della grande tradizione classica. Tra le proposte più rivoluzionarie spicca la reintroduzione dello studio del latino alle scuole medie e un rinnovato focus sui grandi classici della letteratura, della filosofia e della storia.
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In un’epoca caratterizzata dall’immediatezza e dalla frammentazione delle informazioni, questa riforma appare come un baluardo contro la “dissoluzione postmoderna” che ha portato con sé superficialità e perdita di profondità culturale. Lo studio del latino, definito da Giuseppe Valditara come “la lingua che ha unito l’Europa per secoli”, non è un semplice esercizio grammaticale, ma una chiave per comprendere il nostro passato e costruire una cittadinanza consapevole.
“Non si tratta di tornare indietro nel tempo – ha spiegato il Ministro – ma di offrire alle nuove generazioni gli strumenti per navigare il futuro con radici solide. Il latino e i classici ci insegnano a pensare, a ragionare con logica e a cogliere la bellezza del linguaggio. Sono antidoti potentissimi contro l’appiattimento culturale e l’ignoranza dilagante.”
La proposta di insegnare il latino già alle scuole medie mira a introdurre i ragazzi al mondo delle lingue classiche in modo graduale e coinvolgente. Non si tratta di affrontare testi complessi fin da subito, ma di scoprire le radici delle parole, di cogliere il legame tra la lingua latina e l’italiano, e di comprendere come i nostri antenati pensavano e comunicavano.
Insegnanti e pedagogisti sono entusiasti di questa idea. Molti sottolineano come il latino, lungi dall’essere una lingua “morta”, sia in realtà la lingua che vive in ogni parola del nostro quotidiano e che ci aiuta a sviluppare capacità logiche e di problem solving.
Ma la riforma non si ferma al latino. L’altro pilastro fondamentale è la riscoperta dei grandi classici della letteratura, della filosofia e della storia. Dante, Omero, Platone, Cicerone, ma anche autori come Machiavelli e Leopardi, torneranno a essere centrali nei programmi scolastici.
Secondo Valditara , leggere i classici non è solo un esercizio accademico, ma un viaggio formativo che aiuta i giovani a orientarsi nel mondo. “I classici ci parlano di noi stessi, delle nostre paure, dei nostri sogni e delle nostre speranze. Sono fari nella notte che illuminano il cammino dell’umanità,” ha dichiarato Valditara con passione.
Le associazioni culturali, i docenti e persino molti genitori hanno accolto la notizia con entusiasmo. “Finalmente un ministro che investe nella cultura come strumento di emancipazione e crescita,” ha commentato una dirigente scolastica di Milano. “I ragazzi non hanno bisogno solo di tecnologia, ma di sapere da dove veniamo per capire chi siamo e dove vogliamo andare.”
Anche gli studenti sembrano curiosi di questa novità. “Non vedo l’ora di scoprire cosa si nasconde dietro le parole che uso tutti i giorni,” ha detto una giovane di terza media, mentre un suo compagno ha aggiunto: “Studiare i grandi del passato mi fa sentire parte di qualcosa di più grande.”
Con questa riforma, Valditara non propone solo un cambiamento scolastico, ma una vera e propria operazione culturale che guarda al futuro. Tornare ai classici e al latino significa riscoprire l’identità profonda dell’Italia, un paese che per secoli è stato il cuore pulsante della cultura europea.
In un’epoca di crisi di valori e frammentazione sociale, questa scelta rappresenta un atto coraggioso e necessario. È il momento di riscoprire la nostra eredità culturale e di donarla alle nuove generazioni, non come un peso, ma come un tesoro da custodire e da utilizzare per costruire un futuro migliore.
Che il suono del latino torni a risuonare nelle aule e che i classici tornino a ispirare le menti e i cuori dei nostri giovani: questa è la promessa di una scuola che non si accontenta di formare lavoratori, ma che punta a formare cittadini consapevoli e uomini liberi.
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