La ragione superficiale dell’avanzata dell’estrema destra in tutta Europa è la posizione di opposizione politica e parlamentare che ha tenuto negli ultimi 15 anni di crisi economica, di impoverimento delle fasce medie e popolari, di aperta sconfessione e svilimento dei pronunciamenti della sovranità popolare, di lodi tessute dalla politica e dai media liberali alle magnifiche et progressive sorti dell’Unione Europea e della globalizzazione neoliberale.
La ragione profonda è la maggiore capacità di rispondere – quantomeno al livello della propaganda: alla prova del governo, è tutt’altra storia – alle problematiche del presente: alle forme di instabilità e di insicurezza che sono letteralmente deflagrate nella società di mercato, soprattutto negli ultimi vent’anni caratterizzati dall’esasperazione del liberalismo sul piano socio-culturale, dalla crisi economica e dall’aumento di ingovernabilità dei processi di movimento del capitale e delle persone.
Cosa ha fatto la “sinistra”, in tutti questi anni? Imbevuta di liberal-progressismo, se non proprio di cultura neoliberale pura, ha dimostrato una qualche forma di percezione dei problemi che peggioravano anno dopo anno e di capacità di risposta politica?
Quando le periferie lamentavano l’aumento incontrollato della presenza di immigrati e dell’illegalità connessa alla mancanza di opportunità in un periodo di crisi economica, la sinistra neoliberale gli ha risposto “siete razzisti e xenofobi”.
Quando le persone “comuni” hanno manifestato, spesso senza dubbio in forme poco consapevoli e culturalmente strutturate, il bisogno di rispetto dei pronunciamenti democratici e di maggiore governo dei processi socio-economici e dei movimenti migratori, la sinistra neoliberale le ha spregiativamente definite “sovranisti”. Quando è emerso, in un periodo di aumento della povertà e dell’insicurezza esistenziale, il bisogno diffuso di maggiore tenuta e conservazione dell’assetto socio-culturale, la sinistra neoliberale ha puntato ancor più di prima sulle rivendicazioni individualistiche legate alle libertà individuali e ha bollato i critici quali “trogloditi che appartengono al Medioevo”.
Quando i servizi pubblici e l’assistenza sociale subivano tagli finanziari gravissimi, la sinistra neoliberale non si è spinta al di là della critica di facciata – laddove questa ci sia stata: spesso ad attuare i tagli sono state proprio le maggioranza politiche con la sinistra neoliberale – e non ha voluto mettere in discussione le istituzioni che ne erano la principale causa politico-istituzionale, l’Unione Europea e l’eurozona, bollando come “nazionalisti antieuropei” coloro che cercavano di affrontare il cuore della questione.
In un’epoca in cui emergono tutte le falle e le conseguenze destabilizzatrici per la stabilità sociale ed esistenziale delle dinamiche della “società aperta”, la sinistra neoliberale ha saputo soltanto dire “va tutto bene, anche se voi ignoranti e analfabeti funzionali non ve ne rendete conto
I capelli della mummia di una ragazzina rinvenuta in Sud America raccontano gli ultimi mesi…
Nel cuore del Canton Ticino, tra le dolci colline e i paesaggi verdeggianti, sorge la…
L'incidente di Chappaquiddick avvenne nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1969 sull'isola…
di Liliane Tami Ezechiele, che visse la deportazione del Popolo d'Israele dopo alla terribile distruzione…
La Solennità dell'Annunciazione del Signore si celebra il 25 marzo, esattamente nove mesi prima del…
Principessa del ducato di Parma, Margherita Farnese (7 novembre 1567 - 13 aprile 1643) andò in…
This website uses cookies.