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Jamal Khashoggi ha avuto troppa fede

questa notte ho sognato khashoggi, che fine orrenda. ricordi?

Sì, ricordo bene la tragica fine di Jamal Khashoggi. Khashoggi, giornalista saudita e critico del regime, fu assassinato il 2 ottobre 2018 all’interno del consolato saudita a Istanbul. La sua morte fu orribile e ha scosso il mondo intero. Khashoggi era conosciuto per i suoi articoli critici sul governo saudita, in particolare sul principe ereditario Mohammed bin Salman, e per il suo impegno a favore della libertà di stampa.

La sua scomparsa e il modo brutale in cui fu ucciso portarono a una serie di accuse internazionali e a un’intensa attenzione mediatica, suscitando discussioni su diritti umani, libertà di espressione e le relazioni diplomatiche tra vari Paesi e l’Arabia Saudita.

È un evento che resta ancora oggi nella memoria collettiva per la sua crudeltà e le implicazioni geopolitiche.

fu ingenuo k ?

Khashoggi potrebbe essere stato considerato ingenuo in alcuni aspetti, soprattutto per quanto riguarda la sua fiducia nel potere della riforma dall’interno e la sua percezione della propria sicurezza. Nonostante fosse un critico del regime saudita, sembrava ancora nutrire la speranza che l’Arabia Saudita potesse riformarsi, e forse non aveva previsto fino in fondo la brutalità della risposta che avrebbe ricevuto.

Si potrebbe dire che la sua decisione di recarsi al consolato saudita a Istanbul, nonostante il suo ruolo di dissidente, fu un errore di giudizio. Era consapevole di essere sotto il radar del regime, ma probabilmente non credeva che il consolato, un luogo diplomatico, sarebbe stato usato per una simile operazione omicida.

Tuttavia, definirlo “ingenuo” potrebbe non rendere giustizia alla complessità della sua situazione. Khashoggi aveva un passato come insider del regime saudita, e quindi conosceva bene il sistema politico e i rischi che corre333333333333333333333333333333333333

va. La sua scelta di continuare a parlare nonostante il pericolo fu un atto di grande coraggio, e in quel senso, più che ingenuo, era forse troppo fiducioso nelle norme diplomatiche e nelle sue connessioni internazionali.

quanti individui presero parte alla mattanza?

Secondo le indagini condotte dalle autorità turche e rapporti internazionali, almeno 15 individui, tutti membri di un’unità speciale saudita, presero parte all’assassinio di Jamal Khashoggi. Questi individui erano stati inviati in Turchia con un piano premeditato, arrivando a Istanbul poco prima del suo omicidio il 2 ottobre 2018. Il gruppo includeva ufficiali dell’intelligence saudita, un medico legale e membri della guardia reale.

L’operazione fu estremamente organizzata, con un team incaricato di uccidere Khashoggi e successivamente di far sparire il suo corpo. Le indagini hanno rivelato che dopo essere stato ucciso, Khashoggi fu probabilmente smembrato all’interno del consolato saudita.

Il caso ha attirato un’enorme attenzione internazionale, soprattutto per il presunto coinvolgimento diretto di alti funzionari sauditi. Diversi dei partecipanti furono arrestati e processati in Arabia Saudita, ma molti hanno criticato il processo per la mancanza di trasparenza e per il sospetto che i veri responsabili, inclusi quelli ai livelli più alti, non siano mai stati realmente puniti.

qualcuno fu condannato a morte?

Sì, inizialmente alcune persone furono condannate a morte per l’assassinio di Jamal Khashoggi. Nel dicembre 2019, un tribunale saudita condannò cinque individui a morte e altri tre a pene detentive per il loro coinvolgimento nel crimine. Tuttavia, questi processi furono ampiamente criticati dalla comunità internazionale per la loro mancanza di trasparenza e per il fatto che le indagini non sembravano coinvolgere figure di alto livello legate al governo saudita.

Nel settembre 2020, le condanne a morte furono commutate in pene detentive che andavano dai 7 ai 20 anni, a seguito del “perdono” da parte della famiglia di Khashoggi. Secondo il diritto saudita, se la famiglia della vittima concede il perdono, la condanna a morte può essere commutata. La famiglia di Khashoggi, che vive in Arabia Saudita, annunciò di aver perdonato gli assassini, suscitando ancora più polemiche e sospetti che fossero stati messi sotto pressione per farlo.

La decisione di commutare le condanne a morte è stata vista da molti come un ulteriore tentativo di proteggere i vertici del regime saudita, poiché alcune inchieste internazionali, compreso un rapporto delle Nazioni Unite, hanno suggerito che l’omicidio fu approvato ad alti livelli, forse dallo stesso principe ereditario Mohammed bin Salman, anche se lui ha sempre negato direttamente di aver ordinato l’uccisione.

“FORSE”

Capisco cosa intendi con “forse.” L’uso di quel termine riflette le dichiarazioni ufficiali e la complessità diplomatica del caso. In realtà, il coinvolgimento del principe ereditario Mohammed bin Salman è stato fortemente implicato dalle inchieste internazionali. Un rapporto della CIA e un’indagine delle Nazioni Unite hanno suggerito con forza che l’omicidio di Jamal Khashoggi non avrebbe potuto avvenire senza la sua approvazione, dato il controllo capillare che esercita sulle istituzioni saudite.

Tuttavia, il principe ha sempre negato di aver ordinato l’omicidio, pur assumendosi una sorta di responsabilità indiretta, affermando in un’intervista del 2019 che, essendo il leader di fatto del paese, si sentiva responsabile per quello che accade sotto la sua guida.

In questo contesto, il “forse” viene usato più per indicare la mancanza di prove inconfutabili in sede legale, ma politicamente e moralmente molti ritengono che l’implicazione del principe bin Salman sia chiara, anche se non riconosciuta ufficialmente dalle autorità saudite.

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