Parrà strano ma vi fu un tempo che conobbe un’Italia che produceva, realizzava opere infrastutturali come l’autostrada del Sole ma era anche un paese intriso di ottimismo , fiducia e amore per la vita, qualità che traspaiono dai personaggi della cinematografia di allora come quello interpretato da Vittorio Gassmann nel “Sorpasso” di Dino Risi.
I protagonisti di quell’Italia, fossero capitani d’industria o operai, proprio perché avevano spesso conosciuto, in guerra, nella fame e nella povertà, dei “sacrifici” non amavano affatto la prospettiva di continuare gratuitamente a sostenerne ed ancor meno desideravano che li facessero i propri figli, per i quali al contrario auspicavano migliori condizioni di vita e di lavoro.
Invece nel decennio successivo si diffuse , nel dibattito politico, la parola “austerità” ad indicare la necessità di fare e, soprattutto, far fare , dei sacrifici soprattutto ai giovani ed ai lavoratori.
Enrico Berlinguer, allora segretario del PCI, si fece alfiere e portavoce delle politiche di austerità, che per il politico sardo rappresentava un fine e non un mezzo , ovvero come affermò al Convegno degli intellettuali del 1977 un’ “occasione per uno sviluppo economico e solidale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia: in una parola, come mezzo di giustizia e di liberazione dell’uomo e di tutte le sue energie oggi mortificate, disperse, sprecate” ; in questa sua linea il segretario del partito comunista trovò un inedito alleato in Ugo La Malfa, a sua volta segretario del partito repubblicano, partito inconsistente in quanto a peso elettorale ma estremamente influente nell’Italia di allora per le sue entrature nel mondo delle banche e della finanza.
Anche la Malfa come Berlinguer era ossessionato dal concetto quasi religioso di austerità e dalla necessità di far fare dei sacrifici al prossimo, al punto di opporsi, provocando anche una crisi di governo , all’introduzione in Italia della televisione a colori, opposizione che condusse alla rovina l’industria elettronica nazionale.
Sul piano pratico le politiche di austerità promosse da Berlinguer e La Malfa si tradussero in contrazione dei salari e depressione della domanda interna, fattori che aggravarono , in un perverso circolo vizioso , le condizioni della finanza pubblica.
Questo quando in Germania al contrario una politica di alti salari e partecipazione dei lavoratori agli utili facevano spiccare il volo all’economia tedesca.
Trent’anni dopo i fatti che stiamo riassumendo parole come “austerità” e “sacrifici” tornarono a campeggiare nel dibattito politico con il governo di Mario Monti e Elsa Fornero, con l’unica differenza che tali politiche erano invece richieste dalle istituzioni economiche europee.
L’Italia divenne il paese europeo con i salari più bassi, l’età pensionabile più alta e il più basso numero di dipendenti pubblici senza che ciò incidesse minimamente sul debito pubblico, a riprova dell’assenza di qualsiasi rapporto tra politiche deflattive e debito pubblico, dato evidente anche per i più sprovveduti degli osservatori.
Eppure nel 2022 Mario Draghi tornò ad auspicare politiche pauperistiche invitando , in prossimità della guerra russo-ucraina, gli italiani a scegliere tra “la pace e il condizionatore “: ragionamenti senza alcun costrutto ma che Berlinguer avrebbe sicuramente approvato.
Con l’approssimarsi della finanziaria del 2024 l’austerità torna in primo piano con alcune improvvide dichiarazioni del ministro dell’economia Giorgetti sulla necessità di affrontare dei sacrifici , Giorgetti si è visto costretto a precisare che tali sacrifici non riguarderebbero le famiglie e le imprese ma soltanto in primis gli enti pubblici attraverso un’ulteriore riduzione della spesa pubblica .
Sfugge evidentemente alla nostra classe politica che la riduzione della spesa pubblica si traduce in minor servizi per i cittadini, in primo luogo la sanità .
Personaggi pubblici come Enrico Berlinguer, Ugo La Malfa, Mario Monti, Mario Draghi, Giancarlo Giorgetti sono sicuramente per molti aspetti dissimili ma tutti accumunati , oltre che per le loro vedute deflazionistiche e recessive, da alcune caratteristiche umane prima che politiche: un grigiore estetico caratterizzato da caratteristiche fisiche come cifosi, le guance cadenti, il colorito terreo, l’abbigliamento plumbeo e soprattutto un estremo conformismo intellettuale, l’enunciare opinioni personali come fossero dogmi o verità di fede, il rifiuto del dibattito e del contraddittorio : l’austerità, per tutti costoro , è una triste religione che nessun paradiso promette e nessun vantaggio assicura per i suoi devoti.
Una religione, quella dell’austerità, che con ogni evidenza, fa male, non solo all’economia , ma anche e soprattutto alla vita.
(Fabio Traverso)
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