La sapienza
La parola Filosofia significa “Amore per la sapienza” e le Sacre Scritture sono l’apice di questo concetto.
Le letture di oggi ci fano riflettere, infatti, sul tema della Sapienza in relazione all’amore per il prossimo. La sapienza è un tema caro a tutti i grandi filosofi della storia, da oriente ad occidente. In Cina i saggi Laozi ( il fondatore del taoismo) e Confucio si sono occupati molto di questo tema, e anche i filosofi antichi hanno riflettuto molto sul concetto di Sapienza. Per Aristotele, ad esempio, esistevano due tipi di Sapienza: la prima è la Sophia, che è la sapienza dell’intelletto, la capacità di contemplare le idee pure, e la seconda è la Phronesis, che la saggezza nel praticare concretamente cose buone e utili. Per Platone, la sapienza ( Sophia) era l’orientamento dell’anima verso la verità eterna e il bene supremo. Per Seneca, che fu un filosofo romano contemporaneo di Cristo, la sapienza era la capacità di controllare le passioni e vivere quietamente e, per Eraclito, la Sapienza coincide col Logos, esattamente la stessa parola che Giovanni usa per descrivere l’incarnazione di Dio.
Ebbene, le letture di oggi ci danno una visione della Sapienza completa perché ne trattano sia in termini ideali che concreti. Nelle prime letture la Sapienza ci è presentata come concetto filosofico, più prezioso di ricchezza, salute e bellezza, capace di penetrarci nel profondo delle membra e poi orientare ogni nostra azione verso al bene. Nel Vangelo di Marco, infine, Gesù ci spiega come perseguire questo bene supremo nella nostra vita, ossia attraverso la carità verso al prossimo e il ponderare bene il valore delle ricchezze terrene. Gesù ha in sé tutti i concetti più nobili delle religioni orientali e della filosofia greco-romana: la semplicità e la radicalità delle sue parole sono la vetta di tutte le migliori filosofie della storia dell’universo.
Di fronte al ricco che anela alla vita eterna il suo consiglio è lapidario: “ Spogliati di tutte le ricchezze e seguimi!” Questo significa, nella di tutti i giorni, imparare a soppesare le cose per il loro vero valore, senza attaccarsi eccessivamente agli status-simbol e valorizzando i beni davvero preziosi, ossia le relazioni. Imparando a discernere ciò che è superfluo da ciò che è essenziale ci predisponiamo ad accogliere la sapienza che viene dal Cielo.
La sapienza è, come spiegato nella seconda lettura, una cosa che penetra come una doppia lama nel profondo del cuore e chi ne fa esperienza viene radicalmente trasformato, muore e risorge in un nuovo sé: per questo chi la esperisce non prova più quel bisogno di aggrapparsi alle ricchezze caduche del mondo. Gesù, infatti, ci insegna ad accontentarsi del necessario senza riempire la casa e la vita di cose inutili. Di fronte ad una ricchezza grande come la Sapienza, che è eterna e perfetta perché qualità essenziale di Dio stesso, e che noi possiamo già perseguire ed assaporare in questa vita, si impara a dare il giusto valore alle cose senza bisogno di eccedere nel possesso dei beni materiali
La Sapienza è il sole e i nostri beni effimeri, per quanto belli, non sono che candeline al suo cospetto. Non bisogna temere di donare un po’ delle proprie fiammelle ai poveri affinchè si scaldino quando si ha il privilegio di godere del calore del sole.
L'essere umano, attraverso la filosofia, ha sin da sempre cercato di nobilitare sè stesso. Gli…
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