Le letture di oggi ci portano a riflettere sul tema dell’indissolubilità del matrimonio, e per fare ciò è importante comprendere il contesto sociale e politico in cui viveva Gesù.
Ai tempi di Gesù, Gerusalemme era una città controllata dall’Impero Romano, ma con una forte identità ebraica. Dopo la morte di Erode il Grande (4 a.C.), la Giudea, di cui Gerusalemme faceva parte, divenne una provincia romana governata dai procuratori, come Ponzio Pilato. Nonostante il governo romano, però, a Gerusalemme gli ebrei continuavano a mantenere una fortissima identità ebraica e soprattutto i farisei, un gruppo filosofico-politico, si impegnavano molto per far rispettare la Thorà, la legge di Mosè. Essendo in mezzo ai romani, che erano politeisti e veneravano le divinità come Giove, Venere e Diana, ( e ancora oggi a Cesarea Marittima si possono visitare i templi pagani!) i farisei cercavano con forza ed eccessivo rigore di difendere la loro religione. Ebbene, Gesù, che è nato in seno alla religione ebraica e che frequentava la sinagoga, non è caduto nell’inganno di trasformare la religione in uno strumento di lotta socio-politica contro ai pagani!

Cristo, infatti, criticava i farisei accusandoli di essere eccessivamente duri di cuore e rigorosi a scapito della bontà di cuore e della misericordia. I bambini al di sotto dei dodici anni, in Israele, non erano tenuti ad osservare le leggi: Gesù, con finezza e sottigliezza, ci invita ad essere come loro, ossia favorire la bontà al cieco rispetto delle regole.
Ma torniamo ora ai contenuti delle letture e cerchiamo di capire l’importanza delle parole di Gesù sul matrimonio.
I farisei, che erano estremamente severi, ritenevano giusto divorziare dalla propria moglie per futili motivi, come il fatto di “perdere la grazia agli occhi del marito” solo perchè così è scritto nella vecchia legge d’Israele ( il deuteronomio). Cristo, al contrario, che insegnava la compassione e la misericordia, non voleva che le donne venissero buttate in strada come oggetti dopo essersene annoiati, quindi ha spiegato che è importante restare uniti come coppia. Nell’antico mondo medio-orientale per una donna venir ripudiata era una tragedia terribile, quindi Gesù voleva proteggere il genere femminile da questo atroce stigma sociale valorizzando l’indissolubilità del matrimonio.
Come spiega Benedetto XVI nella bellissima enciclica Deus Caritas Est, l’amore ha quattro forme: l’eros, che è l’amore erotico, la Philia, che è l’amicizia, Agapè, che è l’amore per la comunità e la famiglia, e la carità, che è l’amore totale ed oblativo.

Ebbene, un matrimonio, per poter durare nel tempo, deve fondarsi su tutti questi aspetti e in particolare la Carità. Il piacere erotico da solo non è sufficiente per tenere unita una coppia e anche l’amicizia, se non è sorretta da tanta pazienta e sopportazione, rischia di sfaldarsi dopo alle prime difficoltà. Anche lo stare assieme solo per il bene dei bambini e della famiglia non basta.
Nelle relazioni di coppia, quando il partner non rispetta la legge, si comporta male, ci stanca o addirittura compie azioni contro ai comandamenti, la prima tentazione è quella di lasciarlo: ma non sta a noi separare ciò che Dio ha unito nell’amore. Quindi è importantissimo in caso di conflitto di coppia cercare di praticare la carità, che è quell’amore che smette di guardare a sé stesso ed è disposto a portare anche al sacrificio. Noi tutti vorremmo sempre avere un marito o una moglie bella, simpatica e prestante ma non è sempre così: a volte subentrano le malattie, le difficoltà psicologiche, le debolezze, altri vizi e persino la cattiveria: in questi casi bisogna, come Cristo, riuscire a farsi carico di questa croce e portare avanti la relazione non più per piacere ma in nome della promessa d’amore caritatevole fatta il giorno del matrimonio.
Sopportare le malattie, le manie, le angherie, le urla o i dolorosi silenzi del consorte, a volte, può essere difficilissimo e logorante. A volte può succede di cadere nel terribile spiraglio della violenza psicologica di coppia, fatta di dispetti, irascibilità, sbuffi, segni di disprezzo, silenzi punitivi e ripicche: in questi casi la vita di coppia può divenire estremamente dolorosa ed un vero e proprio martirio. In tali situazioni è importante cercare di circondarsi di amici amorevoli e gentili e chiedere sostegno ad un buon sacerdote per ritrovare la forza per sopportare il coniuge e cercare, con gentilezza, di portare nella relazione di coppia i frutti dello spirito santo, che sono amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e autocontrollo.
Confrontarsi con un sacerdote o un consulente di coppia (cattolico, non individualista!), che aiuta entrambi a conoscere meglio la propria personalità al fine di smussare i lati più duri del proprio carattere nella ricerca del bene comune può essere molto utile. Oggi ci sono tantissimi divorzi, che si potrebbero evitare se ambo le parti si impegnassero a praticare un lavoro su sé stessi per diventare più buoni, altruisti ed empatici. Nei casi più difficili, però, la psicologia non basta per tenere unito un matrimonio: è necessaria la preghiera, la partecipazione regolare ai sacramenti e l’impegno costante per vivere in modo evangelico.

Una cosa molto bella che si può fare per tenere unito il proprio matrimonio è il pregare assieme.
La sera, a letto, abbracciarsi ringraziando Dio per le cose belle ricevute e recitare il padre nostro, se fatto con continuità e costanza, può davvero fare miracoli e aiutare i coniugi a sviluppare una maggior vicinanza spirituale e quindi sopportarsi – e supportarsi- meglio. Dio vuole che gli sposi stiano assieme sino alla morte, e per fare ciò vi è l’intera comunità dei fedeli a sostenere il marito e la moglie: attività sociali positive, amicizie belle e sante, solide e costruttive sono validissimi strumenti con cui arricchire la quotidianità e quindi migliorare la qualità di vita dell’intera famiglia. Là dove la violenza di coppia diventa insostenibili gli amici possono ammonire il marito, là dove vi fossero dei tradimenti o altre cose brutte le amiche sante possono guidare il fedifrago o la fedifraga verso ad una presa di consapevolezza dei propri errori e sostenerlo/a nel riprendere la retta via.
Il corpo della chiesa, composto dalla totalità dei fedeli, è quindi importantissimo nel sostenere le coppie e le famiglie in difficoltà affinchè non si separino.

Liliane Tami