Munch a Palazzo Reale a Milano.

Edward Munch affascina.

Da quel lontano tempo in cui la Pop Art si impossessò del suo celebre quadro, “L’urlo”, e ne fece una icona. Eppure l’opera di questo uomo, è da sempre un percorso emozionale. Quasi di un’anima in cammino.

Per questo, con la curatela di Patricia Berman in occasione dell’80° anniversario della sua morte, a Milano il Comune ha organizzato nel bel palazzo Reale con  Arthemisia ed in collaborazione con il Museo MUNCH la bella mostra “Munch, il grido interiore” che sarà visitabile sino al 26/1/2025.

Tante le opere originali in mostra , ben 100. Una assenza da Milano di ben 40 anni , motivo per cui come tutte le mostre di Arthemisia, sono anche un prodigioso evento culturale fatto di percorso per i più giovani direttamente accanto ai capolavori. Mostra monografica significativa dunque, accompagnata da un accurato catalogo, che cerca di mettere in luce il corpo e l’anima dell’uomo Munch in modo inedito: attraverso la forma ed il colore.

Da quel lontano autoritratto giovanile ed i primi ritratti di famiglia, a quei lavori attorno al 1912, quando Edvard Munch partecipò come ospite d’onore alla rivoluzionaria mostra Sonderbund a Colonia ( tra ‘altro insieme a artisti quali Picasso, Cézanne, Van Gogh e Gauguin),  fino alle sue grandi opere ed incisioni. Nelle varie sale della mostra, il percorso aiuta il visitatore a  comprenderne il lavoro: sia che si trattasse di pittura all’aperto o al chiuso, è l’esplorazione del suo tratto pittorico ad emergere.

Che si possa trattare di un paesaggio o di un volto, di un mare di capelli femminili in cui perdersi o in un letto che è capezzale di qualche malattia, sono le linee, le onde, i volumi che diventano bosco, legno, nudo femminile o sguardo. Anche le idee monumentali sono testimoniate nella mostra, come il “fregio della vita” e molte delle sue tele quasi “atmosferiche”, come quella sulle onde del mare in tutte le sfumature cangianti di ora o stagione.

Perchè forse, come viene  citato anche nel catalogo, quello che veramente interessava a questo celebre pittore norvegese era il senso profondo che accompagnava l’opera e che viveva quindi come un “pensiero geniale”  (‘La maggior parte delle opere di Leonardo da Vinci è andata distrutta, ma esse vivono comunque: un pensiero geniale non muore mai.”).

Il percorso emozionale che viene strutturato in mostra sfida il significato esistenziale che voleva catturare con il suo lavoro Edvard Munch: esplorare il senso profondo della vita. Da cui osservare l’arte del ben vivere e del ben morire convivendo con i fantasmi del passato personale, tra morte dolore, sangue e voglia di essere e sentirsi vivi. 


La mostra comprende 100 opere tra dipinti, disegni e stampe tutti provenienti tutti dal Museo MUNCH.