San Francesco d’Assisi (1181/1182-1226) è una delle figure più amate della cristianità, noto per il suo amore per la natura e la povertà. Il suo Cantico di Frate Sole (o Cantico delle Creature), scritto in volgare umbro intorno al 1224, è un’opera poetica che celebra la bellezza del creato e loda Dio attraverso gli elementi naturali come il sole, la luna e l’acqua.
Il Cantico di Frate Sole è considerato uno dei primi testi letterari in volgare italiano e ha grande rilevanza sia nella letteratura che nella spiritualità. Esprime la semplicità, l’umiltà e il profondo rispetto per la natura che caratterizzano la visione francescana della vita.
Contesto storico
San Francesco visse nel XIII secolo, un periodo segnato da profonde trasformazioni sociali e religiose in Europa. In questo contesto, la sua predicazione della povertà e dell’umiltà, insieme al suo messaggio di pace, ebbe un impatto rivoluzionario. Il Cantico fu composto in un periodo di sofferenza per Francesco, afflitto dalla malattia e dalla quasi cecità, ma l’opera riflette una spiritualità gioiosa e luminosa.

Importanza letteraria
Il Cantico è fondamentale non solo per il suo contenuto spirituale, ma anche per il suo contributo allo sviluppo della lingua italiana. È uno dei primi esempi di poesia religiosa in volgare, anticipando l’uso del volgare che sarebbe poi stato adottato dai grandi poeti italiani come Dante e Petrarca.
L’inno alla bellezza della creazione riflette una visione del mondo in cui ogni creatura, persino la “Sora Morte”, è accettata come parte del disegno divino, e sottolinea l’importanza della lode e della gratitudine, anche nelle difficoltà.
In sintesi, il Cantico di Frate Sole è un esempio sublime di come spiritualità, letteratura e natura si fondano nell’opera di San Francesco, lasciando un’impronta duratura nella cultura italiana e cristiana.

CANTICO DELLE CREATURE ( traduzione in italiano)
«Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate.»