La Turchia ha espresso formalmente il desiderio di aderire ai BRICS+, come confermato da Omer Celik, portavoce del partito al governo (AKP). La richiesta sarà discussa al prossimo vertice BRICS+ in Russia, a ottobre. Questo gruppo di economie emergenti include paesi come Brasile, Cina, India e Russia, con un forte spirito anti-occidentale. La decisione di Ankara segna un possibile allontanamento dai suoi storici alleati occidentali, tra cui la NATO e l’UE, frutto anche della frustrazione per i lenti negoziati di adesione all’Unione Europea.
La Turchia cerca di bilanciare le sue relazioni tra Oriente e Occidente, puntando sui vantaggi economici che l’adesione ai BRICS potrebbe portare, come l’accesso a nuovi mercati e investimenti. Dal punto di vista geopolitico, Ankara mira a mantenere legami con potenze in un mondo multipolare, guadagnando maggiore indipendenza dall’Occidente. Se ammessa, la Turchia sarebbe il primo paese della NATO a entrare nei BRICS, creando preoccupazioni in Occidente, pur mantenendo i suoi obblighi verso la NATO e l’UE.
L’adesione ai BRICS non rappresenta un abbandono definitivo dell’Occidente, ma segnala la necessità per l’Europa e la NATO di rafforzare il dialogo con la Turchia per evitarne un ulteriore distacco.
LT
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