Cultura

Il giovane Holden, un romanzo di formazione

“Il giovane Holden” è un controverso romanzo pubblicato nel 1951 dallo scrittore americano Jerome David Salinger; l’opera affronta i temi dell’adolescenza, dell’amicizia, dell’identità e della perdita ed è parzialmente basato sui ricordi della giovinezza dell’autore.

Il protagonista del romanzo, Holden Caulfield racconta in prima persona gli eventi che gli sono accaduti nel corso dell’anno precedente, quando aveva sedici anni. Studente intelligente, ma che fatica ad inquadrarsi nelle rigide regole del sistema scolastico, Holden ha abbandonato volontariamente una scuola privata di alto livello ed è stato espulso da un’altra per gli scarsi risultati conseguiti nelle discipline d’insegnamento.

Prima di tornare a casa per le vacanze di Natale, durante le quali dovrà affrontare i genitori e spiegare che non gli è permesso tornare a scuola per il semestre successivo, Holden si prende qualche giorno per riflettere su se stesso e sul mondo che lo circonda. Fa dunque visita ad un suo vecchio insegnante che lo esorta a fare buon uso delle sue doti nella scrittura.

Holden rientra poi a casa propria di nascosto per incontrare la sorella, una bambina di dieci anni, senza essere visto dai genitori. Il ragazzo ha infatti con la sorella un rapporto di totale fiducia e comprensione e parlando con lei riesce a trovare un po’ di serenità. Il lettore apprende anche dal testo che il giovane Holden ha perso un fratello causa di una malattia e stenta ad accettare che egli non sia più con lui.

La frase probabilmente più significativa pronunciata dal giovane Holden è quella che dà il titolo al romanzo nell’edizione originale (“The catcher in the rye”). Alla domanda su cosa gli piacerebbe fare da grande, infatti, Holden risponde che a volte si immagina come una sorta di guardiano di una moltitudine di bambini che giocano nei campi. I bambini, ignari, correndo potrebbero finire in un precipizio ed allora ecco che lui è lì, pronto ad afferrarli per il colletto un attimo prima che precipitino.

Questa visione di sé come pronto ad aiutare gli altri fatica pero a realizzarsi nella realtà. Nella conclusione del romanzo, infatti, il protagonista spiega che a breve inizierà a frequentare una nuova scuola, ma che non è grado di rispondere a coloro che gli chiedono se questa volta si applicherà nello studio, in quanto egli saprà come si comporterà in una determinata situazione solo quando quest’ultima si verificherà.

Costanza Naguib

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