di Fabio Traverso
“Ogni donna nasce principessa, poi la vita la rende guerriera” : questo meme, ripetuto con innumerevoli variazioni innumerevoli volte su tutti i social, ben riassume il grottesco rovesciamento dei ruoli che si verifica nel “mondo al contrario” in cui abbiamo la ventura di vivere.
Mentre infatti i maschi vengono incoraggiati ad essere effemminati, passivi , deboli fisicamente e psicologicamente, le femmine sin dall’infanzia sono indottrinate per diventare delle “guerriere” ovvero donne forti e combattiva, alle bambine vengono sottratte le bambole ed esse vengono incoraggiate a crescere da “maschiacci” praticando discipline come il rugby o gli sport da combattimento nella prospettiva di farle diventare camioniste o motocicliste.

La pugile Angela Carini, conosciuta nell’ambiente con il (poco originale) soprannome di “la tigre” parrebbe superficialmente incarnare questo stereotipo di donna grintosa impostasi in uno sport tipicamente maschile come il pugilato, tuttavia i drammatici 46 secondi del suo incontro con la discussa algerina Imene Khelife hanno letteralmente sovvertito questo stereotipo: sovrastata dalla maggior potenza dell’avversaria Angela Carini ha inopinatamente abbandonato l’incontro abbandonandosi a un pianto liberatorio : piangere , per una donna , non è un sintomo di debolezza o superficialità, è piuttosto un abbandonarsi alle proprie emozioni , sviluppare un’empatia che le aiuterà a svolgere le funzioni che le sono proprie, quella di curare le malattie (la “Minerva medica” dei romani) , di accudire i bambini e gli anziani, di mettersi in contatto con le forze più intime e devastanti della natura e della divinità, quelle funzioni che la donna contemporanea, indottrinata dall’ideologia woke e post-comunista, non è più in grado di esercitare.
Naturalmente anche i maschietti provano emozioni come il dolore e la paura che li conducono al pianto, ma nelle società tradizionali vengono indotti e reprimerle in quanto dovranno esercitare da grandi funzioni in cui la forza d’animo risulta più importante dell’empatia (senza peraltro che le due cose si escludano l’un l’altro).
In quel breve lasso di tempo Angela Carini si è riconnessa con la sua autentica natura dell’anima che , Evola insegna, non necessariamente corrisponde con quella del corpo e chissà che l’atleta in quel frangente abbia desiderato essere soccorsa da un principe .

Non stupisce affatto che l’atleta in questa drammatica discesa agli inferi abbia maturato l’intento di abbandonare la boxe, sport che per evidenti motivi strutturali (i danni che i colpi possono arrecare alle mammelle) dovrebbe essere precluso alle donne.
Onore ad Angela Carini ( che peraltro , per il fatto di essere un’appartenente alla Polizia di Stato, è stata investita per la sua condotta sul ring dall’ondata di odio di quanti odiano le istituzioni e la loro Patria) la donna che ha indicato alle altre donne la via per liberarsi del ruolo di “guerriera” artificialmente imposto e ridiventare principesse.
3!” ”5 ’(6%&’”78- ” 7(