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Las Navas di Tolosa e Granada: così l’Europa tornò cristiana

Il Re Ferdinando e la Regina Isabella guidano i cavalieri della Reconquista attraverso Granada. la Reconquista fu uno dei maggiori esempi del Medioevo di risposta alla jihad islamica

Settecentocinquanta anni di sottomissione all’Islam. E’ quel che accadde alla penisola Iberica, caduta in mano ai mussulmani dal 711 e liberatasi dal dominio islamico solo nel 1492. I mussulmani erano arrivati a invadere la Spagna seguendo il sesto pilastro della fede islamica, la Jihad, ovvero la razzia elevata (o meglio, mascherata) sotto il nome di guerra santa, che prevedeva l’espansione dell’islam, la conquista e la sottomissione dei territori cristiani. Ma dopo due secoli di sottomissione, la cristianità iberica rialzò il capo. Il movimento di liberazione cristiano ricordato con nome di Reconquista nacque nell’XI secolo quando, approfittando della crisi che regnava nei domini islamici, i conti di Barcellona (contea franca fondata da Carlo Magno ma comunque caduta in mano islamica un secolo prima) estesero i loro domini fino all’Ebro riappropriandosi delle terre occupate, precedentemente cristiane.

Cavalieri francesi e provenzali, memori degli attacchi dei saraceni (cessati solo un secolo prima, nel 973 con la presa della roccaforte islamica provenzale di Frassineto) accorsero a prestare sostegno ai condottieri di Castiglia, Aragona e Navarra e, grazie ai congiunti attacchi, i mussulmani furono in parte cacciati via dalla Spagna. Non mancarono tuttavia periodi nerissimi per la cristianità, che, più volte, temette di non riuscire ad ottenere la libertà per la quale tanto, ancora, avrebbe dovuto lottare. Frequenti furono infatti le controffensive islamiche mandate dall’Africa e nutrite di guerrieri islamici forti, equipaggiati e fanatici. Dopo due secoli di continue battaglie, nel 1212 una coalizione di principi spagnoli e di crociati francesi ottenne la decisiva vittoria anti islamica a Las Navas di Tolosa, relegando gli invasori musulmani nel regno di Granada e liberando la maggior parte della penisola iberica dal gioco islamico.

Uno dei maggior protagonisti della Reconquista fu Sancho di Navarra, il Grande, che sconfitti gli islamici, estese il suo protettorato sul regno di Leòn, Castiglia e Aragona, alla corte del cui figlio, Ferdinando I di Castiglia (anch’egli uno dei maggior fautori delle riconquiste cristiane) crebbe un giovane destinato a divenire un guerriero leggendario, El Cid (“mio signore”, cantato nel poema redatto circa mezzo secolo dopo la di lui morte).

Condottieri valorosi che, continuando a credere negli ideali di libertà e cristianità, permisero alla penisola Iberica di riottenere la libertà.

Occorrerà tuttavia attendere il 2 gennaio del 1492 quando le truppe di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, a Granada, cacciarono per sempre i mussulmani dalla Spagna, conquistando l’ultima roccaforte islamica retta dall’emiro Boadbid.

Dopo sette secoli e mezzo di dominio islamico, la penisola Iberica, che in epoca classica aveva donato all’umanità menti eccelse quali Seneca e Lucano e in epoca tardo antica, sotto il regno Visigoto aveva raggiunto un elevato progresso giuridico, grazie alla redazione del Liber Iudiciorum, (ma sotto quello stesso regno aveva miseramente capitolato sotto le sciabole islamiche) era tornata la terra libera e occidentale che il dominio mussulmano aveva, invano, cercato di reprimere.

Senza la Reconquista, la Spagna oggi sarebbe terra islamica. Anzi, molto probabilmente, senza il sacrificio dei guerrieri cristiani, l’Europa intera sarebbe oggi terra di confine con il mondo arabo. Fortunatamente, la suddetta estenuante guerra di settecento anni, permise all’Europa di preservare l’identità occidentale. Perlomeno, fino ai giorni nostri.

CHANTAL FANTUZZI

Relatore

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