Come riporta il giornale South Cina Morning Post, gli scienziati cinesi hanno sviluppato un robot dotato di un cervello di carne coltivato in laboratorio, capace di essere addestrato a svolgere vari compiti.

Gli studi nel campo dell’interazione tra uomo e macchina stanno compiendo progressi prodigiosi, come ci dimostra anche il progetto Neuralink di Elon Musk.

Il problema è, però, di tipo morale: perchè investire così tanto nel campo della medicina hight-tech quando non si è nemmeno capaci di garantire assistenza sanitaria decente in tutto il mondo?

Chinese scientists create robot with brain made from human stem cells | South China Morning Post (scmp.com)

Immagine presente sul sito South Cina Morning Post, presa dal sito web dell’università di Tianjin

La Tecnologia Brain-on-Chip

La tecnologia brain-on-chip, sviluppata dai ricercatori dell’Università di Tianjin e dell’Università Meridionale di Scienza e Tecnologia, combina un organoide cerebrale—un tessuto derivato da cellule staminali umane—con un chip di interfaccia neurale. Questo sistema permette di alimentare il robot e insegnargli a evitare ostacoli e manipolare oggetti, creando un robot comandato da vere cellule cerebrali umane. Le ricerche promosse in questa università nel campo dell’interazione tra tecnologia e biologia sono sorprendenti e l’istituto ha vinto diversi premi in questo campo.

Di fronte a queste cose, però, non può che tornare in mente la giovane diciottenne Mary Shelley, che sulle sponde del lago Lemano scrisse il romanzo sulle avventure del dottor Frankenstein.

Gli scienziati stanno cercando di sostituirsi, come novelli prometei, a Dio?

L’umanità vuole mutare così tanto sè stessa al punto di ricreare uomini che non sono più fatti ad immagine e somiglianza di Dio?

First Human Sense Bionic Neural Network Technique Developed by Tianjin University-Tianjin University: (tju.edu.cn)

Interfacce Cervello-Computer (BCI)

Questa tecnologia rappresenta un avanzamento significativo nelle interfacce cervello-computer (BCI), che mirano a integrare i segnali elettrici del cervello con capacità di calcolo esterne. La Cina considera questo settore una priorità strategica. L’Università di Tianjin ha affermato che questo è il “primo sistema di interazione intelligente di informazioni complesse brain-on-chip open-source al mondo”, che potrebbe portare allo sviluppo di un’informatica simile al cervello umano.

Dichiarazioni degli Esperti

Ming Dong, vicepresidente dell’Università di Tianjin, ha spiegato che il sistema utilizza un ‘cervello’ coltivato in vitro, accoppiato con un chip di elettrodi per creare un cervello su chip. Questo sistema codifica e decodifica il feedback della stimolazione.

Mary Shelley, autrice del dottor Frankenstein

Confronto con Neuralink

La tecnologia BCI ha guadagnato grande attenzione grazie a progetti come Neuralink, supportato da Elon Musk, che consiste in un’interfaccia impiantabile progettata per permettere ai pazienti di controllare dispositivi con il solo pensiero. L’Università di Tianjin sostiene che la propria ricerca potrebbe portare allo sviluppo di un’intelligenza ibrida uomo-robot.

Organoidi Cerebrali

Gli organoidi cerebrali sono formati da cellule staminali pluripotenti umane, che possono differenziarsi in vari tipi di tessuti, inclusi quelli neurali. Quando vengono trapiantati nel cervello, possono stabilire connessioni funzionali con il cervello ospite. Il team dell’Università di Tianjin ha pubblicato un manoscritto sulla rivista Brain della Oxford University Press, descrivendo come il trapianto di organoidi cerebrali umani in cervelli viventi possa promuovere lo sviluppo e la funzione degli organoidi.

Sfide Tecnologiche e Soluzioni

Li Xiaohong, professore all’Università di Tianjin, ha sottolineato che, nonostante gli organoidi cerebrali siano il modello più promettente per l’intelligenza di base, esistono ancora sfide come la bassa maturità di sviluppo e l’insufficiente apporto di nutrienti. Il team ha sviluppato una tecnica che utilizza ultrasuoni a bassa intensità per favorire l’integrazione e la crescita degli organoidi nel cervello. Questa tecnica potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per i disturbi dello sviluppo neurologico e per la riparazione dei danni alla corteccia cerebrale.

Xiaohong Li Professor (tju.edu.cn)

Prospettive Future

I trapianti di organoidi cerebrali sono considerati una strategia promettente per ripristinare la funzione cerebrale, sostituendo i neuroni persi e ricostruendo i circuiti neurali. L’uso di ultrasuoni a bassa intensità potrebbe migliorare i difetti neuropatologici e aiutare le reti neurali a formarsi e maturare, fornendo una base migliore per l’informatica. I robot biologici realizzati con cellule totipotenti umane promettono avanzamenti significativi nel trattamento medico e nelle applicazioni tecnologiche, ma non possono che sollevare molti dubbi: stiamo giocando con la scienza come il dottor Frankenstein?

Organoidi cerebrali creati da cellule staminali. Hanno gli occhietti che si muovono per seguire la luce.

Questa innovazione rappresenta un notevole passo avanti nel campo delle interfacce cervello-computer e apre nuove possibilità per la collaborazione tra biologia e robotica, ma solleva anche tanti dubbi filosofici: A cosa serve investire in un tale progresso tecnologico in ambito medico se non sempre negli ospedali si riescono a garantire cure ed assistenza di qualità ai bisognosi?

Liliane Tami