di Francesco Pontelli Opinioni 07 Giugno 2024

Uno dei motivi per i quali l’Unione Europea viene vissuta sempre più come un ‘antagonista, rispetto alle legittime aspettative dei cittadini che la compongono, è legata anche all’architettura  della stessa Unione ed alla regolamentazione dei suoi organi istituzionali. 

Il potere esecutivo, anche semplicemente rappresentativo dello stato nelle democrazie, risulta soggetto a limiti, come per esempio l’adozione del 

“semestre bianco” per il presidente della Repubblica italiano, pensato con l’intenzione di evitare una possibile proprio influenza negli ultimi mesi del suo mandato.

In considerazione dei comportamenti dei presidenti della regione Veneto e della Campania dovrebbe essere adottato anche a livello regionale.

Viceversa, la Commissione Europea come organo esecutivo dell’Unione a poche ore dalle prossime elezioni, decide di approvare come “aiuti di Stato” per circa 37 miliardi, una manovra finalizzata a  confermare e sostenere la transizione energetica ed ecologica.

Questa determinazione si manifesta assolutamente inopportuna, sia sotto il profilo strategico che politico, in quanto sia il parlamento, quanto la commissione, evidentemente sono in dirittura d’arrivo.

Appare chiaro quindi come attraverso questa decisione sul filo di lana la stessa Commissione intenda  imporre e condizionare pesantemente l’azione di quella che si insedierà successivamente ai risultati elettorali.

Entrando, poi, nello specifico questi cosiddetti aiuti di Stato saranno sostanzialmente sostenuti finanziariamente attraverso ulteriori aumenti nelle bollette per i prossimi anni a partire dal 2028.

Quindi emergono essenzialmente  due aspetti assolutamente inappropriati.

In  primis l’assoluta inopportunità politica nella adozione di provvedimenti così importanti  operati da una commissione e da un parlamento ormai prossimi allo scioglimento, a poche ore dalle elezioni europee.

L’obiettivo, si conferma,  evidente rimane quello di riuscire a condizionare l’azione dei nuovi organi istituzionali liberamente eletti dai cittadini europei: e questo di certo non depone a favore di un asset Democratico quale dovrebbe rappresentare la stessa unione.

In secondo luogo la totale passività politica del governo in carica nei confronti di un ulteriore aggravamento dei prezzi per i cittadini e soprattutto per gli elettori.

Non sazi ,infatti, dei quasi 10 miliardi pagati già dagli utenti italiani nelle bollette elettriche per favorire questa transizione si aumenta ancora una volta il carico fiscale pagato dall’utenza privata ed industriale.

Verrebbe da chiedersi quale differenza ci possa essere tra questo governo che aveva promesso una maggiore dignità dell’Italia e quelli precedenti:  la risposta rimane che non esiste alcuna differenza.

A questo si aggiunga un non secondario fattore, cioè la continua azione del governo in carica per accrescere la perdita di competitività delle nostre imprese che pagheranno ancora una volta una bolletta energetica già ora assolutamente superiore ai concorrenti europei.

Questi, infatti, hanno nazionalizzato l’ente che si occupa della produzione e distribuzione dell’energia (Francia) o stretto accordi quarantennali per forniture di gas (Germania).

Mentre in Italia si è inneggiato ai vantaggi di un mercato libero ( con conseguente aumento delle tariffe) ed azzerando il mercato tutelato viceversa mantenuto in Germania ed in Francia: in più si è aumentata di più di 17 punti l’IVA sul gas.

In questo contesto di un utenza privata ed industriale ormai allo stremo, sarebbe stato più opportuno , per mantenere questi obiettivi  di una transizione energetica ed ecologica, indicare come risorse a copertura di questa operazione assolutamente inutile ed inappropriata , la sola dotazione finanziaria derivante dal recupero della evasione fiscale.

Raggiungendo in questo modo il duplice  obiettivo di mettere lo stesso governo come i propri successori di fronte all’obiettivo del recupero della evasione fiscale il quale abbandona i connotati retorico politici per diventare una posta   economica in considerazione dell’impegno preso con l’unione Europea.

In secondo luogo ,ma non secondario, indicare un impiego sicuro delle risorse recuperate dall’evasione fiscale, altrimenti impiegate per finanziare la semplice spesa corrente.

Invece, si continuano a spremere le utenze private ed industriali in quanto la distanza dimostrata tra gli obbiettivi di ogni  governo precedente , e da  questo in particolare, e le legittime aspettative dei cittadini  evidentemente risulta ormai incolmabile.

In ultima analisi, quindi, pagheranno ancora gli italiani per un obiettivo ideologico ed assolutamente irraggiungibile, espressione di una plutocrazia Europea la cui legittimazione elettorale viene utilizzata per obiettivi  ideologici come la transizione energetica ed ecologica.

In questo contesto, quindi, la introduzione di un istituto che ponga dei limiti all’attività nell’ultimo periodo della Commissione appare quanto mai necessario.