Acquarello di Hermann Hesse

A cura di Liliane Tami

Vittoria Matarrese, insignita del titolo di Chevalier des Arts et des Lettres dal ministro della cultura francese, già direttrice  di Villa Medici a Roma e del Palais de Tokyo di Parigi,  è direttore della fondazione Bally dal 2022. In questa visita ci presenta Arcadia, l’esposizione da lei curata e inaugurata il 29 maggio 2024 presso Villa Heleneum.

Il nostro incontro avviene nell’elegante salone in legno della villa, costruita nel 1930 ma con stile settecentesco, da cui dalla finestra panoramica si può apprezzare una vista sul lago degna d’un dipinto di Arnold Böcklin.

Mi conduce subito a visitare il piano superiore, dove ha inizio la mostra. Le opere d’arte esposte sono così interessanti che fatico a tenere il passo con l’intervista già scritta in precedenza: è lei, quindi, che conduce il colloquio guidandomi nel comprendere il senso della mostra.

L’esposizione si apre con una selezione di fotografie storiche del Canton Ticino. Le immagini sono state accuratamente selezionate dall’Archivio storico della Divisione cultura della Città di Lugano e del Parco Scherrer di Morcote.  Vi sono esposti suggestivi panorami delle coste del Ceresio datate d’oltre cent’anni che consentono di comprendere l’evoluzione dell’immagine che il Ticino dava di sé: nel corso del 1900 il Cantone, da luogo rurale e contadino si è mutato in soleggiata riviera di vacanze baciata dal sole.

“ Gentile Direttrice, potrebbe introdurci al concetto di Arcadia?” 

“ Il cuore dell’intera mostra è, appunto, l’Arcadia: essa rappresenta il lugo ideale, nella cultura ellenica, in cui le arti e la natura si fondevano. La mostra vuole, a partire dall’opera Le Bucoliche di Virgilio, celebrare le bellezze naturali e culturali del Canton Ticino avvalendosi di opere di artisti storici e contemporanei,  nazionali e internazionali. L’arcadia rappresenta l’età dell’oro, l’apoteosi del rapporto virtuoso tra uomo e natura.  La nostra fondazione, infatti, ha molto a cuore l’ecologia e il rapporto con l’ambiente.

“ Come si è evoluto il Cantone dal punto di vista estetico?

“Il Canton Ticino, da come si vede nelle fotografie dei primi del 1900, era soprattutto percepito  nell’immaginario collettivo come un luogo di montagna, con villaggi alpini. Dagli anni 30-40, grazie al traforo del San Gottardo avvenuto alla fine dell’800, ha cominciato a svilupparsi il fenomeno del turismo e si è deciso di metterne il risalto il clima caldo e dolcemente mediterraneo. Per trasformare il Ticino in una Sonnenstube, un posto al sole, con l’impiantazione di alberi tropicali, la costruzione di alcuni edifici di ispirazione classica, e la costruzione del lungolago con le palme, ispirata dallariviera francese.”

“Ci parli delle famose palme del Ticino…”

“ La Bally Foundation, oltre che promuovere l’arte e la sinergia culturale a livello internazionale, vuole anche spingere una riflessione sul rapporto con la natura: per questo la prima sezione della mostra è dedicata alle palme, soggetto interpretato da diversi artisti. In queste stanze vi sono infatti esposte delle opere come le palme pressate su un sottilissimo strato di metallo ed appese con fili trasparenti al soffitto di Julius Von Bismark, o la palma in metallo con le luci che è un’opera dell’artista Yto Barrada.”

Mentre Vittoria Matarrese mi indica le installazioni artistiche io rimango affascinata dalla varietà di tecniche adoperate e iniziamo parlare dell’importanza dell’interdisciplinarietà tra le arti. Il suo eloquio è formidabile: si vede che ha esperienza nel mondo del giornalismo televisivo e, come ben spiega, a lei piace narrare storie e tutte le sue esposizioni devono avere una trama, una logica raccontabile. Ne rimango affascinata: dalle colonne doriche gonfiabili, un rimando ai templi ellenici dell’Arcadia sino agli acquarelli di Hermann Hesse, tutto è, infatti, stato scelto con estrema cura e coerenza col tema. Mi mostra, quindi, due stanze con delle installazioni di Ittah Yoda, una coppia di artisti che crea opere che possono essere guardate, appese, toccate ed annusate, perché impreziosite con profumi ed essenze pregiate. Di particolare interesse è una scultura che il duo ha realizzato apposta per questa esposizione, prelevando il marmo dalle cave ticinesi. Io sono smarrita nella contemplazione delle opere d’arte, ed intanto Vittoria Matarrese mi spiega l’importanza di azzardare un’arte che sappia comunicare avvalendosi di ogni strumento disponibile, dalla pietra alla danza, dalla tecnologia ai materiali organici.

“ Quanti artisti sono esposti in questa mostra?”

“ Per Arcadia sono stati selezionati 19 artisti, ed abbiamo voluto esporre sia grandi maestri del secolo scorso, come Hermann Hesse o Schifano, che artisti ticinesi, come Lisa Lurati e Marta Margnetti. Inoltre il contributo di artisti di rilevanza nazionale, come Batia Suter o Julia Steiner che ha dipinto appositamente delle foglie mosse dal vento sulle pareti di Villa Heleneum, non poteva mancare”.

“Cosa ne pensa dell’arte digitale?

“L’arte veicolata dal medium tecnologico possiede un grandissimo valore quando comunica concetti, emozioni e sentimenti. Come la danza, la pittura, la performance e le installazioni: qualsiasi medium per veicolare i messaggi, quando adoperato con maestria, è capace di generare grandi stati d’animo o concetti precisi. Per questo le mostro l’installazione di Maxime Rossi, che ha creato un’opera dislocata ispirata al romanzo Ada di Vladimir Nabokov e che integra tecnologia, arte sacra, alimentazione e territorio, avendo usato  il Pantone arancione chiamato Lugano sunset.

“ Scusi, cosa è il colore Pantone di Lugano?”

Lo Standard Pantone è un sistema che si avvale di codici per identificare in modo univoco i colori. Esiste un colore, una particolare gradazione di arancione, che si ispira ai tramonti di Lugano e che è chiamato proprio Lugano Sunset. Maxime Rossi, con la sua opera interdisciplinare, arricchita dalla visione di un film con la realtà aumentata, è un esempio prezioso di come oggi l’arte debba avere il coraggio di parlare diversi linguaggi.

“ Il modo con cui questo artista è riuscito ad integrare la realtà locale nell’opera d’arte è geniale!”

“ Si, e non è ancora finito: se adesso sale fino al Parco San Michele, sul Monte Brè, vedrà nella chiesetta sconsacrata, attraverso le finestrelle, un’orchidea bianca illuminata da una luce ultravioletta. L’artista Maxime Rossi, in questo luogo panoramico da cui durante i tramonti fortunati si può godere del Pantone Lugano Sunset, ha voluto omaggiare il disegno realizzato dallo stesso Vladimir Nabokov per il romanzo Ada. Proprio come l’arte, anche la Bally Foundation vuole mettere in comunicazione artisti e creativi appartenenti ai mondi più diversi valorizzando questo nostro bellissimo territorio.”