Il tempo. È la sera del 14 giugno 1497.

Il luogo. Roma, nella casa di Vannozza Catanei, che diede al cardinal Rodrigo Borgia almeno quattro figli. Presso San Pietro in Vincoli sull’Esquilino.

Il papa. Alessandro VI, Rodrigo Borgia, spagnolo, che salì alla cattedra pontificale all’età di 61 anni, con astuzia e simonia. 11 agosto 1492.

La vittima. Juan Borgia, figlio di Sua Santità, duca di Gandia, di anni 21. Bello, lussurioso, arrogante.

I figli più noti del papa. Cesare e Lucrezia, celeberrimi. Poi Jofré. I quattro citati figli di Vannozza. Di Alessandro VI si contano almeno nove figli.

Juan, Cesare, Jofré e Sancia, giovane sposa di quest’ultimo e già bellezza famosa, cenarono in casa della madre. Uscirono tardi, nella dolce sera di quasi estate, avviandosi verso Trastevere. Un uomo dal volto mascherato cavalcava con loro. A un tratto il duca di Gandía si separò dagli altri, ma prese con sé in sella lo sconosciuto. Non volle scorta. Non fu mai più visto tra i vivi.

Il pescatore Battistino da Taglia lo ripescò dal Tevere il giorno 16 sul mezzogiorno. Nove ferite di pugnale, la gola squarciata, legate le mani. Nella borsa, intatta, trenta ducati.

Veemente fu il dolore del papa. Per tre giorni si rinchiuse in una stanza, senza toccar cibo, ululando la sua disperazione. “Un colpo più duro non ci poteva toccare, perché amavamo il duca di Gandía più di ogni altra cosa al mondo. Per richiamarlo in vita daremmo con gioia sette tiare”. “Dio ci ha punito per i nostri peccati. Vogliamo cambiar vita, rinunciare al nepotismo e riformare la Chiesa”.

Molti furono i sospettati. L’uomo dal volto coperto non fu mai più ritrovato. Secondo una voce molto insistente Juan fu fatto uccidere da suo fratello Cesare, allora cardinale, per gelosia.

Come finirono.

Alessandro VI. Morì il 18 agosto 1503. L’estate a Roma era malsana. “Molti sono infermi. Non v’è peste alcuna sed solum febbri, che spacciano presto”. La salma del pontefice giacque abbandonata, il suo tesoro fu saccheggiato, la caccia agli spagnoli fu data, alcuni trucidati. Un nobile degli Orsini si lavò il viso con il sangue di un Borgia. Il cadavere del papa annerì rapidamente, alcuni inservienti la ficcarono a forza in una bara troppo piccola, tra imprecazioni e lazzi sguaiati.

Cesare. Fu cardinale, poi depose la porpora e si sposò, imparentandosi col re di Francia. Tentò di crearsi uno stato in Romagna, toccò il culmine del suo potere nel 1503, poi le sue sorti s’inabissarono. Fu imprigionato in Spagna in vari castelli, dall’ultimo evase calandosi dalle mura aggrappato a una fune. Morì l’11 marzo 1507 a Viana, combattendo isolato, circondato da molti nemici. Aveva 32 anni.

Lucrezia. Andò sposa in terze nozze all’erede di Ferrara Alfonso d’Este, che sarà duca alla morte del padre. Diede al marito cinque figli, tra i quali il duca Ercole II e il cardinale Ippolito. Ebbe fama in gioventù, non si sa quanto meritata, di avvelenatrice. Morì quietamente e santamente a Ferrara, il 24 giugno 1519, a soli 39 anni di età.

Nuora del re di Napoli. Fu il suo secondo marito. Era il figlio illegittimo di re Alfonso. Fu fatto strozzare da Cesare, nei palazzi apostolici, nell’anno 1500.