Aveva ventisei anni, era polacca, era bionda e bellissima. Danzava sulle punte, incantando angeli e diavoli. E fu proprio uno di questi ultimi, che la Mann si trovò ad affrontare.

Era ebrea e per questo fu deportata ad Auschwitz il 23 ottobre del 1943. Quando, assieme alle altre prigioniere, fu portata nella stanza attigua alla camera a Gas, le fu ordinato di spogliarsi, per la falsa usanza della disinfestazione dai parassiti. La giovane polacca sapeva bene che ad attendere lei e le altre compagne di cella, sarebbe stato soltanto il gas che micidiale le avrebbe addormentate per sempre.

Così, improvvisò un balletto sensuale, catturando l’attenzione delle guardie naziste. Iniziò a danzare in modo sexy, per spogliarsi lentamente. Quando arrivò ai tacchi, si tolse la scarpa e con il tacco di essa, di colpo, perforò la fronte dell’ufficiale nazista. Gli rubò la pistola e gli sparò al ventre.

Seguita immediatamente dalle altre prigioniere, iniziò una rivolta, che fu sedata solo con le mitragliatrici degli altri gerarchi nazisti. Franceska morì nella sparatoria.