Dopo Piccolo Mondo Antico, il poeta scrisse altri tre romanzi: Piccolo Mondo Moderno, Il Santo, Leila, eppure, oggi, quasi nessuno li conosce.

Ad agosto e la calura estiva ottempera su valli e convalli, facendosi talvolta forte, talvolta battendo invece in ritirata. Così, nell’attesa dell’ancor lontano autunno, ci si rassegna chi ad aspettare, chi ancor a godere, magari leggendo.

Il consiglio di lettura di quest’oggi è denso ed importante: si tratta del seguito del celeberrimo Piccolo Mondo Antico. L’autore è Antonio Fogazzaro, vicentino di nascita e valsoldano d’adozione (nella villa di Oria, oggi proprietà del FAI, il poeta e scrittore trascorreva le vacanze), mentre i romanzi sono il seguito della sua opera più celebre.

Come tutti sanno, infatti, Piccolo Mondo Antico (reso ancor più celebre dal film del 1941 con Alida Valli e Massimo Serrato, regia del poeta e regista Mario Soldati), tratta della tragica storia d’amore coniugale tra i giovani Franco Maironi e Luisa Rigey, entrambi filopiemontesi e sostenitori dell’Unità d’Italia, sostenuti dallo zio Piero ma osteggiati dalla nonna di Franco, la marchesa austriacante Orsola Maironi, che li disereda. In assenza del marito, costretto a lavorare in Piemonte, Luisa si ripropone di fronteggiare la perfida parente, ma durante l’assenza della madre, l’unica figlia della coppia, Ombretta, muore affogando nel lago di Lugano. Da questo momento, Franco e Luisa si separano, distrutti dal dolore. Si ricongiungeranno quattro anni dopo, quando, all’indomani della Seconda Guerra d’Indipendenza, Franco parte per combattere gli austriaci. Nell’ultimo giorno assieme (in seguito al quale lo zio Piero morirà serenamente) i due sposi si giureranno amore eterno e Luisa porterà in grembo una nuova vita.

Ma cosa succede dopo? Se volete scoprirlo, leggete il sequel, il meno noto (ma forse ancor più bello) Piccolo Mondo Moderno. Se il primo è retorico e commovente al punto da sfiorare la catechesi, il secondo è conturbante, sensuale, quasi da ricordare, a tratti, il Fogazzaro del suo primo romanzo “gotico”, Malombra. Protagonista del romanzo è il nuovo figlio della coppia, Piero Maironi giovane sindaco di un paese che l’autore non nomina (ma che potrebbe essere Vicenza). A distanza di circa venticinque anni dalle vicende valsoldane di Piccolo Mondo Antico, veniamo quindi a scoprire che Franco è morto in battaglia mentre Luisa lo ha seguito pochi anni dopo, per una febbre fulminante; la marchesa Orsola, pentitasi, prima di morire ha lasciato una grande eredità al secondo figlio della coppia, Piero, appunto. Il giovane ha tutte le carte in regola per apparire in società, ma nasconde un segreto: giovanissimo, si è sposato con Elisa che ora, nonostante la giovane età, langue in manicomio. Nè celibe né vedovo, Piero s’innamora, ricambiato, della bella Jeanne Dessale, giovane separata da un marito violento, sensibile e passionale. Assistiamo quindi ad un crescendo di vicende, emozioni, contrasti: nella spirale sempre più drammatica della storia d’amore tra Piero e Jeanne, s’intrecciano le dimissioni di questi dalle sue mansioni di sindaco (troppo stridenti con la sua relazione, in una società ipocrita e borghese, “moderna”, appunto) nonché il suo avvicinarsi al socialismo e alle cause degli umili. Soprattutto, però, quello di Piero è un cammino spirituale: avviatosi come laico, più vicino ai pensieri della madre Luisa che alla religione del padre Franco, leggendo le lettere dei defunti genitori, si avvicinerà alla fede con uno slancio ferreo e travolgente che lo allontanerà dall’amata Jeanne. Se non volete sapere la fine di questo bellissimo romanzo, non leggete da questo momento in poi. Perché proprio nella notte in cui Piero sta per cedere all’amore sensuale e a giacere con Jeanne, riceverà una lettera della morente giovane moglie, rinsavita, che egli raggiunge soltanto per chiederle perdono e vederla morire. Quindi, sparirà dal mondo.

A raccontare il seguito delle vicende di Piccolo Mondo Moderno sarà il libro che costerà a Fogazzaro la scomunica e la condanna all’Indice: Il Santo. Nel terzo romanzo veniamo infatti a scoprire come Piero Maironi sia fuggito da Vicenza per raggiungere Subiaco, nel Lazio, e farsi prete. La sua vocazione, però, sarà osteggiata dall’amore disperato e passionale di Jeanne (nel frattempo divenuta vedova), ma rafforzata dal suo intento di riformare la Chiesa Cattolica, cosa che Fogazzaro, cattolico, voleva effettivamente fare. L’eventuale “pesantezza” delle riforme spiegate dall’autore attraverso la voce di Piero Maironi – da molti odiato, da altri, invece, chiamato “il Santo” per via dei suoi presunti miracoli – è assai mitigata dalla squisita bellezza e dall’alto lirismo dell’autore, che conduce il lettore in una scoperta dell’animo umano, delle sue passioni, delle sue vicissitudini, nonché dall’indagine del personaggio di Jeanne, lontana dalla fede ma vicina quanto mai ad un amore alto e sincero. Dopo essersi prosternato al cospetto del Papa, Piero, consunto da una vita di stenti, muore tra le braccia di Jeanne, la quale ne bacia il crocifisso.

Se anche il Santo vi appassiona, continuate con l’ultimo e conclusivo libro della saga, ovvero Leila, pubblicato nel 1910, che fu il vano tentativo, per Fogazzaro, di rientrare in seno alla Chiesa Cattolica. Dopo la pubblicazione di quella che doveva essere una “pace” fatta con la Curia romana, in seguito alle idee rivoluzionarie espresse nel Santo, Antonio Fogazzaro non fu riammesso nella comunità cattolica, e morì scomunicato. In Leila, infatti, assistiamo al percorso del discepolo laico di Piero Maironi, il giovane Massimo Alberti, amico fedele del defunto Marcello che, innamoratosi della giovanissima vedova di questi, l’inquieta Lelia, cerca di condurla alla vera fede. Lelia (che solo alla fine del romanzo si cambierà il nome in Leila, per inaugurare una nuova vita) riceve dal suocero un’immensa eredità ma, convinta che Massimo Alberti voglia sposarla soltanto per le sue ricchezze, ne rifiuta i corteggiamenti, sdegnando lui, il proprio padre e la propria madre, in quanto veniali e meschini. Sarà soltanto con l’aiuto di Donna Fedele, donna nubile di mezza età, dall’alto temperamento e dagli alti ideali, che la fanciulla imparerà a comprendere i propri sentimenti e, al capezzale di questa, giurerà di amare Massimo che, nel frattempo divenuto medico, l’ha chiesta in sposa. Come sia correlato Leila con Il Santo, è dato a vedere nei riferimenti, da parte dei personaggi, alla figura di Piero Maironi: Leila ne accusa la memoria sostenendo che “morì tra le braccia di una signora”, mentre Massimo ne elogia il temperamento, arrivando ad ottenere il trasferimento della salma da Subiaco a Oria, nella Valsolda. Soltanto al momento della tumulazione, una giovane dama velata di nero viene vista piangere e pregare sulla terra scossa: si tratta di Jeanne Dessalle, che quel suo Piero non l’ha mai dimenticato.

Chantal Fantuzzi

San Mamete – una fazione della Valsolda, dove sono ambientate parti dei romanzi fogazzariani