Daniela Patrascanu, una pittrice e poetessa rumena che ha vissuto per parecchi anni in Toscana e ora vive a Lugano, ci offre questa poesia.
Potrebbe essere definita una poesia “di protesta” (ai tempi erano di moda le canzoni “di protesta”) ed è intrisa dell’inquietante sentimento d’una catastrofe incombente. Interessante, e buffa, quell’immagine di personaggi (cavie) “sovrappeso” che gridano “alla fame”. Dormono, e strillano. Strillando, dormono. Penso che questa poesia voglia veicolare l’immagine di una società decadente, incapace di reagire ma anche indifferente, che si avvia – senza uscire dalla gabbia – verso l’abisso.
Se volessimo porre a Daniela una domanda difficile, potremmo chiederle: “Che cosa dobbiamo fare per salvarci?”
CAVIE NELLE GABBIE
Se ne stanno tutti qui intrappolati,
in sovrappeso e moltiplicati,
gridando sempre che la fame è nera
senza curarsi della gran bufera
che presto tutti noi travolgerà…
se stanno qui la gabbia scoppierà.
Ecco perché l’invito a uscire
si fa più impellente che dormire!
Dormono tutti, dentro e fuori gabbie
senza sentirsi delle tristi cavie.
Dormono tutti pur strillando “Fame”
nel mondo diventato un rottame.