MPS ? Una grande capacità di trovare visibilità dal nulla!

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2022

Noi non siamo fissati sul PSE ma bisogna ammettere che esso è, al momento, il terreno di scontro principale sul quale si gioca la campagna elettorale. Come si dice? Battere il ferro fin che è caldo. L’interesse è evidentissimo, tutti i segnali concordano, ce ne accorgiamo persino noi.

Interviene oggi sul tema l’arch. Paolo Ortelli, granconsigliere PLR, che di dubbi ne ha davvero pochi. Ciò che ci dice è molto chiaro.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Per incominciare gli ho detto: “Voglio fare un complimento al Suo partito. Oggi come oggi è il più interessante, perché al suo interno stanno succedendo molte cose. Gli altri… sono più piatti.

Francesco De Maria Incominciamo parlando del timing. È giusto che si voti sul PSE praticamente ad urne aperte?

Paolo Ortelli Il problema non è se sia giusto o meno, è un dato di fatto dettato da una tabella di marcia già troppo disattesa negli anni per quella che da sempre conosciamo come essere l’annoso problema dei tempi di pianificazione e realizzazione dei grandi progetti pubblici. Non dimentichiamo però come non è responsabilità di nessuno se la scorsa primavera non si è potuto rinnovare l’esecutivo a causa dell’emergenza sanitaria (alcune schede per corrispondenza erano già state depositate nelle rispettive cancellerie comunali). Infatti, se così non fosse stato e non è colpa del PSE la sua domanda perderebbe di senso. Quindi anche parlare di timing è una provocazione fine a sé stessa. (Ovviamente la domanda non aveva alcun intento provocatorio)

Paolo Ortelli PLR in favore del Polo sportivo

Quando è nato, parlo dell’origine, il PSE? E come si è trasformato nel tempo?

Di fatto il PSE è nato più di un decennio orsono, con la visione più ampia della città Lugano si concepì l’NQC, momento che è coinciso con la decisione politica di indire un concorso di progettazione per la riqualifica dell’intero comparto, in cui da sempre gli attuali contenuti erano inseriti e mai messi in discussione. Decisione che ne ha segnato definitivamente le sorti, anche perché accompagnato, sin dalla sua origine, della determinante decisione di strutturare un progetto che per portata, dimensione e capacità reale di incidere sull’intero comparto di Cornaredo, non poteva che basarsi su un concetto di partenariato pubblico-privato. Un modello che in Svizzera per opere simili si è dimostrato sempre vincente. Di fatto quindi l’esecutivo cittadino sta lavorando da più di un decennio su una base concettuale definita ed irreversibile definita più di dieci anni orsono.

Qual è il ruolo e il peso di Fulvio Pelli, attualmente, nella sezione?

Il ruolo di Fulvio Pelli nella sezione in dettaglio non mi è noto, non essendone un membro, e francamente non credo sia il tema principale. Di fatto il ruolo dell’avv. Pelli è, a prescindere, un ruolo inevitabilmente importante, qualcuno potrebbe ragionevolmente parlare di “ingombrante” perché porta in dote il suo grande ed indiscusso vissuto politico. Una personalità che indubbiamente pone la sezione ed il partito tutto di fronte a qualcuno stimato perché ha dato moltissimo in passato al nostro partito. La sua voce ha un peso, ma vedo con piacere giovani e meno giovani, spiriti liberali liberi, che stanno dando prova di realismo e di chiara comprensione della concreta e pericolosa portata di questo posizionamento. Posizionamento che mi permetto anche definire “astorico” per un partito che da sempre porta con sé valori imprenditoriali e di sostegno ad un’economia che si vuole forte e sociale. Se non siamo più il partito e delle visioni e del progresso qualcuno me lo dica. Grazie.

Quali sono i punti deboli della posizione di Pelli? (se ci sono)

A questo punto purtroppo, gli interessi personali e le preoccupazioni meramente di parte emerse a mezzo stampa e completamente confermati dallo stesso, hanno adombrato integralmente ogni altra possibile argomentazione puntuale al riguardo. Peccato, un vero peccato, perché il mio sentimento da semplice cittadino nato e cresciuto a Pregassona, è quello di delusione. Se fossimo in ambito giuridico, potremmo liquidare la questione dicendo come, a questo punto, ogni argomentazione, anche se potenzialmente ragionevole, risulta ormai cassata d’ufficio perché basata su presupposti di interesse meramente privato, come fossero formulati da un qualsiasi cittadino di Lugano.

Le condizioni finanziarie concordate con Credit Suisse e HRS penalizzano la Città?

Se l’alternativa è privarsi di un futuro possibile per delle infrastrutture sportive ed urbanistiche di questa città allora si, senza riserve.

Qui però bisogna uscire dall’equivoco, aspetto questo, che mi fa concordare a pieno con l’esecutivo cittadino.  Stiamo parlando di un progetto che si basa da sempre, parliamo da più di un decennio, su un concetto realizzativo di partenariato pubblico-privato, concetto che non può che declinarsi attraverso un particolare accordo contrattuale negoziato dalla città con il gruppo d’investitori selezionato attraverso un concorso e che si muove su una chiara e predefinita struttura elaborata in sede di bando per investitori. Come dire, che questo prospetto, è parte integrande di una fase precedente (il bando) di cui e su cui, in tempi non sospetti, non vi sono stati appunti rilevanti. Una formula che consente di raggiungere importanti traguardi infrastrutturali, scaricando anche parte del rischio sul privato, e che comunque garantisce la completa entrata in possesso delle infrastrutture in un lasso di tempo massimo stabilito (con possibilità di essere anticipato). Infrastrutture peraltro gestite in autonomia da subito dal pubblico. Ma non solo, il progetto, contempla un completo riassetto organizzativo del comparto coerente con le visioni di sviluppo della città, lo sviluppo di un ampio comparto a verde fruibile, in grado di garantire nel contempo una sobria ed equilibrata e indispensabile estensione edificatoria.

Se poi qualcuno si immagina che in un simile accordo il privato non possa legittimamente avere un tornaconto, beh questa sì che sarebbe vera follia. L’impianto sviluppato dal Municipio è un impianto contrattuale “win to win”, definito dalla città ed imposto all’investitore privato, che ci consente di portare la città e lo sport, dopo il LAC per la cultura, finalmente con fiducia nel ventunesimo secolo.

C’è speculazione edilizia dentro il PSE? Le Torri e i 4 palazzi? Servono tutti questi appartamenti ed uffici? Perché anche gli appartamenti vuoti possono rendere?

Non c’è speculazione, a meno che nel 2021 esercitare il libero arbitrio di condurre investimenti immobiliari sia diventato d’ufficio una operazione al limite della legalità (e questo il mio partito dovrebbe saperlo bene). No, c’è esclusivamente una chiara espressione di un equilibrio raggiunto e cercato tra pubblico e privato che assolutamente non mi pare essere speculativo.

Non dobbiamo dimenticare poi come, il grande valore aggiunto di questa intera operazione è il fatto di sviluppare un nuovo e completo comparto sportivo ricreativo al Maglio. Un aspetto che sembra a rimorchio, e di cui si parla poco, ma che concretamente eleverà tantissimo il livello qualitativo delle infrastrutture sportive e sociali della città a favore dei giovani e della popolazione di un’intera regione.

Sul tema delle torri, che sembra essere il cavallo di troia di chi, comprendendo come sia ormai insostenibile assumere una posizione contro il Polo, cerca di trovare spunto ed argomentazioni, affermo che si sia deciso consapevolmente di entrare in una logica esclusivamente pretestuosa.

Le torri fanno parte del progetto, un progetto che senza le stesse sarebbe limitato sia architettonicamente che funzionalmente rispetto agli equilibri generali del comparto. Le torri e la loro parziale destinazione amministrativa per la città del futuro, sono, finalmente dico io, un vero atto politico espressione di una chiara visione. Inoltre, proprio perché esprimono una visione politica nel senso nobile del termine, consentono di anticipare un processo irreversibile che a medio termine non potrà che essere affrontato in questi termini.

Mi fanno sorridere i commercianti che si preoccupano dei circa 90 dipendenti dell’amministrazione potenzialmente persi, o chi si preoccupa per bar e ristoranti del centro per un’opera che sarà a compimento completo non prima di 7-8 anni. Per tutto questo ho una sola lettura: argomentazioni pretestuose o semplice espressione di interessi di pochi e di parte. Mi spiace ma la politica ha il dovere di essere coraggiosa ed andare oltre. Discorso di fondo che vale anche per i timori da lei evocati relativi alle nuove superfici abitative che si creeranno.

Il Sindaco si mostra entusiasta del PSE, ma quali sono i suoi autentici pregi? Perché è buono per Lugano? A Cornaredo nascerà veramente un nuovo quartiere?

Il Sindaco, affiancato dal Capo dicastero Badaracco che sta lavorando benissimo, e l’esecutivo tutto, hanno ragione. Da architetto le dico che il progetto è entusiasmante, adeguato, in grado formulare un equilibrio tra pieni e vuoti edificatori e che si inserisce con qualità nel comparto elevandone moltissimo la qualità percettiva. Un progetto che sarà sicuramente in grado di regalarci una nuova parte di città in cui saranno i cittadini e la mobilità lenta ad esserne protagonisti.

È una domanda imbarazzante ma gliela faccio lo stesso. A causa di questo duro confronto sul Polo sportivo una parte del PLR non sta “socializzando” con la Lega? Sembra preoccupante, no?

Non è una domanda per nulla imbarazzante e per la verità mi sembra che questo stia avvenendo da tempo.  Chi mi conosce sa che spesso in passato non sono stato tenero con la Lega, da liberale non mi entusiasma ne affascina assolutamente quel suo approccio semplicistico e una certa attitudine a privilegiare posizioni rigide e conflittuali a scapito del difficile percorso della ricerca di soluzioni concordate. Aspetti peraltro enfatizzati più dal loro domenicale di riferimento, che dai singoli esponenti che incontro impegnati in politica.

Ma ora, tornando al PSE, non si sta più parlando di questo, il vero problema è che è miope ed irresponsabile, assumere un atteggiamento e un posizionamento preconcetto, da “bottega” partitica, su un tema così importante per il futuro della città.

Qui qualcuno consapevolmente sta scherzando con il fuoco. Sottrarsi a questa responsabilità affermando pretestuosamente che si è a favore delle infrastrutture sportive e che vi sarebbe un’altra via percorribile, vuol dire mentire sapendo di mentire. La situazione è chiara, non vi sono alternative all’investimento sportivo senza questo accordo. Non mi fate arrabbiare ma l’accanimento contro il Polo è portato avanti da alcuni esponenti (e adesso sappiamo anche sorretti quali nobili interessi) della sezione di Lugano con capofila “due esperti (già) militanti” che di fatto, per interessi personali, hanno oscurato più generazioni di entusiasti e motivati politici attivi.

Nel 1951 si inaugurò Cornaredo in mezzo al nulla, vogliamo affermare che i politici di allora erano dei pazzi visionari?

Sa cos’è la cosa che più mi disturba?  È il fatto di come sia intellettualmente scorretto, ragionare su un progetto di tale portata dal respiro temporale di 50-60 anni e più con le logiche del presente! Se vogliamo solo questo dalla politica allora basterebbe un buon contabile e un capo dell’ufficio tecnico, con tutto il rispetto per questi ruoli.

Un personaggio importante in questa vicenda è il patron del Lugano calcio Angelo Renzetti. Lo conosce bene? Come lo vede: umanamente, e nel suo ruolo di imprenditore e dirigente sportivo?

Con orgoglio, per rispondere a questa domanda, affermo di essere assolutamente di parte. Sono legato ad Angelo Renzetti da amicizia, che definirei profonda ma discreta allo stesso tempo. Da anni seguo e in parte condivido questa sua sana follia passionaria di credere nel futuro dello sport cantonale, dello sport luganese e del FC Lugano. Slancio che solo uno spirito imprenditoriale poteva avere. Quello spirito che da tempo sembra essere scomparso dal DNA di questo cantone e dalla sua politica.

Angelo Renzetti ha ottenuto credibilità e fiducia grazie a dieci anni di sacrifici vissuti sul campo e fuori. La Swiss Football League è da sempre stata chiara sulle strutture di cui le Società devono dotarsi per poter accedere al campionato maggiore è bene ricordarlo che non è un capriccio di Renzetti bensì l’ambizione di un Cantone intero. Oso dire che grazie a Renzetti la città di Lugano ha potuto affrontare con coraggio e lungimiranza la progettazione del Polo Sportivo e degli Eventi. I risultati in termini di pratica di discipline sportive e crescita di visibilità della città sono sotto gli occhi di tutti, e anche purtroppo le occasioni mancate, e qui penso alla partecipazione di Europa League nel calcio come pure per la pallavolo. Angelo Renzetti e gli altri presidenti e sponsor delle varie società sportive luganesi vanno solo ringraziati.

Una forza politica in gioco, piccola ma aggressiva, è l’MPS. Io li studio con interesse e mi vien voglia di dire che hanno il genio di farsi pubblicità. Li vede in ascesa? Li teme?

Dice bene, grande capacità di trovare visibilità dal nulla. Di fatto rappresentano loro stessi e poco più anche se in questa preannunciata contesa potrebbero trovare alleati fino a ieri improponibili. E qui mi lasci sorridere, perché mai e poi mai avrei pensato di vedere taluni collegi di fatto alleati con questa fazione politica, insomma il mondo alla rovescia!

Un possibile/probabile referendum può risultare vincente? Dove troverà i voti?

Il Referendum è uno strumento democratico legittimo che va rispettato in quanto tale. Se sarà lanciato, come furbescamente già annunciato, significa però che la politica avrà di fatto espresso un voto favorevole al progetto. E questo è un punto di non ritorno fondamentale. Un passo quindi determinate per il futuro del PSE e che permetterà di affrontare con serenità l’eventuale campagna referendaria.

Detto questo, io confido pienamente e sono fiducioso nel grande senso di responsabilità dei cittadini di Lugano. Il “Re è nudo”, loro lo sanno bene.

Noi conosciamo bene i 7 candidati liberali radicali al municipio. Uno di loro potrebbe diventare il successore di Re Giorgio? In quale anno Lugano tornerà ad avere un sindaco liberale?

Non ho la sfera di cristallo, certo è che non mi sembra che con l’approccio assunto sul tema del PSE (e sull’aeroporto) si possa pensare di ritrovare la leadership persa. Se poi addirittura non si capisce che indirettamente si sta attaccando la nostra unica e valida certezza rappresentata dal nostro municipale uscente…

Una volta si parlava di Lugano come espressione di una certa destra liberale illuminata, oggi mi sembra che di tutto questo sia rimasto solo un pochino di supponenza, non ben gestita peraltro, e di difficile lettura e comprensione da parte della nostra base e di tutta la popolazione. C’è da fare, c’è molto da fare per tornare ad una nuova riscossa.

Esclusiva di Ticinolive