Il piano di studio che induce al fastidio (titolo originale)
Se a questo severo articolo qualcuno sentirà il bisogno di dare risposta, Ticinolive sarà lieto di concedere tutto lo spazio necessario.
Il nuovo piano di studio, che il DECS ha appena dato alle stampe e pubblicato nel sito internet del Cantone, dà luogo alle prime severe discussioni. Non arrivo a dire che provochi nausea (è stato peraltro scritto, non senza autorevolezza, da un professore in pensione, che lo ha letteralmente definito “nauseante”). Personalmente ritengo che tutta la materia debba essere sottoposta a un serissimo esame. Il Ticino non è mai stato intenzionato a tradurre in italiano il “Lehrplan 21” o il “Plan d’études romand”, sarebbe stato troppo intelligente, ma indegno di quel grande dipartimento educazione che da noi si è convinti di avere. Accettare con inerzia i programmi d’Oltralpe? Assolutamente no, no e poi ancora no. Si è proprio deciso che d’ora in poi non valgono più gli insegnamenti, ma contano le competenze. Infatti il Piano precisa fin dall’inizio, che “non si tratta più, come nel passato, di un programma d’insegnamento che elencava quali temi e argomenti andavano trattati nei rispettivi settori formativi”. Cosa è mai per gli illuminati la quisquilia dell’insegnare in confronto al “far apprendere”? Ogni cosa deve rivelarsi chiarissima per definizione, apodittica: ce lo dicono senza possibilità di replica gli addetti ai lavori: “per competenze si intendono le capacità di un allievo di saper affrontare situazioni conosciute o nuove mobilitando un insieme coordinato di saperi e di capacità/abilità con una disponibilità a coinvolgersi cognitivamente ed emotivamente”. C’è proprio scritto così, a pagina 7 del fascicolo. [Bisogna ammettere che è una bellissima frase, suona veramente bene; ndR]
Molti esempi ancora si potrebbero spiattellare su quello che appare come un Everest di panna montata. Ma è superfluo; vi sono semplici osservazioni che chiunque può fare, perché nella Bibbia dei programmi mancano i fondamenti, la chiarezza espositiva e la concatenazione degli elementi. La catena dell’istruzione non solo è spezzata, ma spesso non se ne vede nemmeno il primo anello. Tipico del contadino che vuole avere un raccolto senza nemmanco seminare.
Franco Cavallero
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E`ora di piantarla con i detentori del monopolio del progresso.