INTERPELLANZA
Siamo in Ticino oppure a Palermo?
Basta denigrare la magistratura
Si tratta di un interpellanza, non urgente bensì urgentissima. A difesa dell’importantissima
dignità sovranità ed indipendenza della giustizia, il Consiglio di Stato è esortato a
intervenire nelle prossime ore.
Il dibattito tracima dalle aule parlamentari alla pubblica opinione, incuranti troppi deputati
del sentimento di sfiducia verso le istituzioni che simili atteggiamenti di bassa bottega
infondono nel cittadino.
Questo indecoroso scenario è precipitato ancora più in basso in vista della prossima
elezione di due Procuratori pubblici.
Il comportamento ambiguo di una deputata in Gran Consiglio, che è giunta l’ultimo
momento in commissione Giustizia e Diritti imponendo come unico candidato il figlio del
suo superiore improvvisamente convertitosi sulla via di Damasco da militante dei Verdi
liberali a discipulo della Lega di ticinesi, ha scatenato la stampa.
L’avvocato Paolo Bernasconi non ha esitato a tacciare di incompetente questo candidato,
secondo lui, talmente scalcinato da “aver bisogno della balia per qualche anno”, da
rappresentare “uno schiaffo” e persino da mancare di “un briciolo di rispetto per la funzione
di Procuratore pubblico“.
Il promotore, tramite il suo servizio giuridico, di una proposta urgente di modifica legislativa
affinché simile incresciosa delegittimazione della magistratura non capiti più.
Parole riprese dal Corriere del Ticino e da La Regione che non ha esitato ad aggiungere
che codesto candidato non aveva trovato di meglio che andare a sostenere gli esami di
maturità a Pomigliano d’Arco (Napoli), dove secondo due inchieste di Falò i diplomi non
avrebbero nessuna parvenza di serietà.
Testo dell’interpellanza
Lunedì 11 marzo 2024 il Gran consiglio è chiamato ad eleggere due nuovi Procuratori
pubblici.
Unanimemente viene sottolineata l’urgenza di dotare il Ministero pubblico di Magistrati
ottimamente formati e competenti, vista l’enorme mole di arretrati che i Magistrati attuali
non riescono a debellare.
Il Procuratore generale ha più volte esortato il parlamento a fornire al Ministero pubblico
importanti rinforzi con la massima urgenza.
Non solo l’efficienza, bensì anche la dignità della Magistratura, impone l’assoluta
indipendenza e libertà di giudizio di Giudici e Procuratore pubblici, i quali devono essere
nella misura di staccarsi immediatamente dai partiti politici e dalle congreghe che li hanno
proposti.
D’altra parte, per poter scegliere Magistrati probi, l’organo di elezione deve poter lavorare
con serenità.
Con la presente elezione, si è scesi ancora più in basso: un candidato che, a dire della stampa, è
saltato dal partito dei Verdi liberali alla Lega di Ticinesi, al solo scopo di farsi imporre come
candidato, della deputata leghista subordinata al suo papà, ma membra della commissione Giustizia
e Diritti.
Non è più così da molto tempo, tant’è vero che ad ogni elezione di Magistrati si assiste
all’accapigliarsi di parlamentari e strattoni di giacche, con espressioni ingiuriose quali “mercato
delle vacche”.
Occasione ghiotta per gli avversari felici di gettare benzina sul fuoco: La Regione ha pubblicato che
questo candidato non avrebbe trovato di meglio che andare a Pomigliano d’Arco, Napoli, a farsi dare
la maturità del noto istituto Fogazzaro, oggetto di scabrosi servizi mediatici.
La controffensiva non si è fatta attendere: il candidato socialista viene quindi attaccato perché pure
lui sarebbe il figlio del direttore dell’azienda amministrata da colui che l’ha sponsorizzato all’interno
del partito.
Di conseguenza, nel tritacarne è finita anche la candidata a Giudice supplente del Tribunale
d’appello, proposta dal partito del Centro, in quanto accusata, sempre dalla stampa, di essersi
laureata in Italia e di avere la firma ancora bagnata sulla patente di avvocato.
Infine, sprezzanti del buon gusto, 10 ex Procuratrici e Procuratori pubblici hanno deciso di ficcare il
naso nella noimina esortando il Gran Consiglio affinché “l’elezione avvenga unicamente in base a
criteri di idoneità”, ma dimenticando di essere stati loro stessi eletti in base alla tessera del Partito
politico di governo, che adesso fanno finta di rinnegare.
Mediante il presente atto chiediamo al Consiglio di Stato:
1) Di esortare il Gran Consiglio al rispetto dell’istituzione della Giustizia e di evitare
espressioni ingiuriose quali “mercato delle vacche”, “mercanteggiamento”, “Mauuale
Cencelli” e simili che gettano discredito sulla magistratura, facendo opera di
convincimento morale.
2) Di farsi urgentemente promotore di una proposta legislativa per introdurre l’obbligo di
uno stage biennale di magistratura (analogo allo stage di Notaio, o allo stage di
Avvocato) per tutti coloro che aspirano a candidarsi per un posto di magistrato.
3) Di introdurre in questa proposta legislativa un sistema che permetta
CONCRETAMENTE anche ai giuristi che non fanno parte di nessun Partito politico di
diventare magistrati.
Tuto Rossi