di Jean Olaniszyn
Il segreto della fabbricazione delle uova Fabergé, essendo sempre stato gelosamente
custodito dal loro creatore, ha creato attorno a queste opere d’arte una vera e propria
leggenda.
La “Maison Fabergé” di San Pietroburgo è stata la gioielleria delle Corti di Russia, Gran
Bretagna, Svezia e Siam.
Opere d’arte conosciute in tutto il mondo, le Uova Imperiali Fabergé sono gioielli realizzate
da Peter Carl Fabergé (San Pietroburgo 1846-1920 Losanna) per conto degli Zar.
Questi oggetti preziosi e finemente lavorati, di una raffinatezza unica, conservavano al loro
interno un piccolo segreto, svelato solo al momento della consegna.
All’avvicinarsi della Pasqua, lo Zar tentava di scoprirne il contenuto, ma Peter Carl
Fabergé manteneva sempre il segreto, dicendo: “Sua Maestà sarà soddisfatta”.
La storia della famiglia Fabergé
Gli antenati della famiglia Fabergé arrivano dalla regione della Piccardia, nella Francia
settentrionale, con il nome originario di Favry, abitanti di La Bouteille (Aisne).
Quando Luigi XIV revocò l’editto di Nantes, che garantiva la protezione ai protestanti, le
famiglie Favry emigrarono in Prussia, vicino a Berlino (verso Stettino) e poi nella provincia
baltica russa di Livonia (il suo territorio si estendeva nel sud dell’attuale Estonia e nel nord
dell’attuale Lettonia, a nord del fiume Daugava). Il nome della famiglia si evolve nel tempo:
Favry diventa Fabri, poi Fabrier e infine Fabergé.
Nella seconda metà del XVIII secolo, nella città di Schwedt/Oder a nord di Berlino è stato
registrato un coltivatore di tabacco di nome Jean Favry. Il figlio, Pierre Favry (1768–1858)
si trasferì dalla città tedesca a Pernau (oggi Pärnu, Estonia), nella Provincia baltica di
Livonia, allora parte dell’Impero russo. Nel 1796 si registrò come maestro falegname con i
nomi di Peter Fabrier nel 1796 e Peter Faberg nel 1808. Sposò la figlia di un mercante
slesiano di nome Maria Louisa Elsner (1776–1855) dalla cui unione nacque nel 1814 il
figlio Gustav (1814-1894) che nel 1818 assunse il cognome di Fabergé.
Gustav si trasferisce quindi a San Pietroburgo dove fu apprendista del maestro gioielliere
Andreas Ferdinand Spiegel e quindi alle dipendenze di Johann Wilhelm Keibel (gioielliere
della Corte Imperiale). Nel 1842 Gustav aprì la “Maison Fabergé” a San Pietroburgo
Gustav Fabergé sposa a San Pietroburgo, Charlotte Jungstedt, figlia di un artista danese,
che nel 1846 diede alla luce il loro primo figlio Peter Carl.
Nel 1860, Gustav Fabergé, assieme alla moglie e ai figli, si ritirò a Dresda lasciando la sua
attività nelle mani di esperti artigiani sotto la guida di Peter Hiskias Pendin. Nel 1862
nasce a Dresda il secondo figlio Agathon (1862-1895), mentre il fratello maggiore Peter
Carl frequenta la Scuola delle Arti e dei Mestieri di Dresda e nel 1864, si imbarca per un
Grand Tour in Europa. I suoi viaggi e studi proseguirono sino al 1872, quando, all’età di 26anni, fece ritorno a San Pietroburgo e sposò Augusta Julia Jacobs con la quale ebbe
quattro figli: Eugène (1874-1960), Agathon (1876-1951), Alexander (1877-1952) e
Nicholas (1884-1939).
Nel 1881, alla morte di Hiskias Pendin, Peter Carl subentrò nella conduzione dell’attività di
famiglia, trasferendo la sede in una delle principali strade della città di San Pietroburgo, al
16/18 di Bol’šaja Morskaja. Suo fratello, Agathon, disegnatore creativo, aderì al progetto
del fratello, aprendo una bottega affiliata a Dresda.
Peter Carl e Agathon parteciparono all’Esibizione PanRussa, che si tenne a Mosca nel
1882 dove ottennero la medaglia d’oro e Peter Carl la medaglia dell’Ordine di San
Stanislao. Lo Zar Alessandro III diede alla “Maison Fabergé” il titolo di “Gioiellieri della
Corona Imperiale”.
Peter Carl Fabergé ha ricevuto molti riconoscimenti per il suo talento e in occasione
dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove ha ricevuto il Gran Premio, è stato
insignito dell’Ordine della Legione d’Onore.
Nel 1882 il numero dei dipendenti della “Maison Fabergé” era di una ventina e nel 1910
erano più di 500. Fabergé aprì filiali a Odessa, Mosca, Kiev e Londra.
A partire dal 1895, anno in cui morì lo Zar Alessandro III e salì al trono il figlio Nicola II,
vennero prodotte due uova ogni anno, uno per la nuova Zarina Aleksandra Fedorovna
Romanova e uno per la Regina madre Marija Fedorovna.
La nascita delle Uova Fabergé
Nel 1885 lo Zar Alessandro III, per le festività della Pasqua volle fare un regalo speciale
alla consorte Marija Fedorovna, principessa Dagmar di Danimarca (1847-1928),
Imperatrice consorte di tutte le Russie dal 1881 al 1894 (incoronata il 17 maggio 1883).
Si rivolse quindi all’orafo ufficiale della Corte, Peter Karl Fabergé, chiedendogli di creare
un uovo pasquale straordinariamente prezioso.
Questo uovo d’oro piuttosto semplice fu il primo uovo di Pasqua realizzato dalla ditta
Fabergé. Una volta approvato il progetto iniziale da Peter Carl Fabergé, il lavoro venne
eseguito da un intero team di artigiani, tra cui Mikhaïl Perkhine, Henrik Wigström ed Erik
August Kollin. L’uovo, di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura a matrioske:
all’interno vi era un tuorlo tutto d’oro, contenente a sua volta una gallinella d’oro con gli
occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale
contenente un piccolo rubino a forma d’uovo.
L’Imperatrice ne fu talmente entusiasta che da quel momento in poi nella famiglia reale
russa fu introdotta l’usanza di ordinare per ogni festività Pasquale le uova-gioiello create
da Fabergé.
A partire dal primo uovo-gioiello per l’Imperatrice del 1885, in occasione della Pasqua di
ogni anno fino al 1917 (a sola esclusione del 1904 e del 1905, anni della guerra tra Russia
e Giappone), l’abile orafo realizzò cinquantasette uova di Pasqua in oro, gemme e metalli
preziosi, sempre costruite secondo il meccanismo a matrioska.
Oltre alle Uova Imperiali, altre 17 uova-gioiello furono fornite a pochi clienti privati, come la
duchessa di Marlborough, i Rothschild e il principe Yusupov. Tra questa importante e
unica produzione delle famose Uova Fabergé, si trova anche una serie di sette uova
realizzate per l’industriale Alexander Kelch.
Nel 1916, Peter Carl rese la sua “Maison Fabergé” una società per azioni, ma durante la
rivoluzione del 1917, quando i bolscevichi assunsero il potere dopo aver rovesciato lo Zar
Nicola II, la società venne nazionalizzata e tutti i pezzi presenti in magazzino vennero
confiscati.
Fabergé riuscì a fuggire all’estero portando con sé solo una cartella, dopo essersi
spacciato per un corriere dell’ambasciata britannica, lasciando illegalmente San
Pietroburgo con un treno diplomatico, verso Riga e successivamente in Germania,
dapprima a Bad Homburg e poi a Wiesbaden.
Eugène, figlio primogenito di Peter Carl, riuscì a fuggire con la madre in Finlandia, ove
giunsero a piedi nel dicembre 1918.
Nel giugno 1920, Eugène e la madre raggiunsero Peter Carl a Wiesbaden,
accompagnandolo poi in Svizzera dove la famiglia si stabilì a Pully, all’Hôtel Bellevue.
Peter Carl Fabergé morì in Svizzera la mattina del 24 settembre 1920. La sua salma
riposa oggi nel ‘Cimetière du Grand Jas’ a Cannes, in Francia, assieme alla moglie, morta
nel 1925.
François Pierre Birbaum, direttore della “Maison Fabergé” a San Pietroburgo
François Birbaum, (Friborgo 1872-1947 Aigle), come anche i famosi architetti ticinesi, è uno
di quei prestigiosi svizzeri che hanno contribuito a costruire la Russia moderna.
Il 5 ottobre 1886, all’età di 14 anni, Birbaum ottenne il passaporto per recarsi a San
Pietroburgo dove lo attendevano altri membri della sua famiglia. Artista, artigiano e
disegnatore affermato, divenne “Premier Maître” presso Carl Fabergé, gioielliere degli Zar,
prima di assumere la direzione della “Maison Fabergé” nel 1895.
Tra il 1893 e il 1920, François Birbaum (conosciuto a San Pietroburgo con il nome di
Franz Petrovich Birbaum) è stato un importante collaboratore della “Maison Fabergé”: ha
disegnato più della metà delle famose Uova Imperiali Fabergé, ma ha anche diversificato
la produzione dei laboratori, contribuendo a creare il famoso ‘Stile Fabergé’.
Nel 1904 Birbaum partecipa alla fondazione della ‘Società degli industriali russi’ e insegna
alla Scuola delle Arti e Mestieri a Peterhof.
Arrestato dalla “Tchéka” (servizio segreto creato il 20 dicembre 1917 per combattere i
“nemici del nuovo regime bolscevico”), verso la fine del 1919, Birbaum lascia Pétrograd
(San Pietroburgo) e la Russia per far ritorno in Svizzera. Dal 1923 si stabilisce definitivamente a
Aigle (Canton Vaud) dove continua la sua attività di artista pittore.
François Birbaum muore il 14 ottobre 1947 a Aigle, dopo una malattia che lo aveva
sorpreso nel Canton Ticino dove la sua arte lo aveva attirato.
Dopo la caduta degli zar, il tesoro delle uova Fabergé fu disperso
Il regno della leggendaria dinastia dei Romanov terminò nel 1917, quando la rivoluzione
bolscevica prese il controllo della Russia. Lo Zar Nicola II, sua moglie e cinque figlie
furono trucidati nel 1918 e i possedimenti della Corona furono nazionalizzati. La stessa
sorte toccò alla “Maison Fabergé”, costringendo Peter Carl a lasciare il paese.
Le famose Uova Imperiali e altri preziosi manufatti Fabergé, con altri tesori dei Romanov,
furono depositate nell’armeria del Cremlino. In seguito, Stalin, leader dell’Unione Sovietica,
per portare valuta straniera in Russia, mise sul mercato 14 Uova Imperiali, finite in
collezioni private e in musei di tutto il mondo.
Quando nel 2004, gli eredi del magnate e collezionista Malcolm Forbes decisero di
vendere la collezione di dodici uova Fabergé da Sotheby’s, Elena Gagarin (figlia del
cosmonauta Yuri Gagarin), direttrice dei Musei del Cremlino di Mosca, si adoperò per
riportare questa importante collezione in Russia. Le venne in aiuto l’uomo d’affari russo
Viktor Vekselberg, il quale ha acquisito, di comune accordo, l’intera collezione prima
dell’asta, per la somma di cento milioni di dollari, al fine di “restituire al suo Paese uno dei
suoi tesori più venerati”.
Trasportata in Russia, questa collezione è esposta dal novembre 2013 a San Pietroburgo,
presso il Palazzo Shuvalov, dove è ubicato il ‘Museo Fabergé’ che conserva la più grande
collezione di Uova Fabergé al mondo.
L’ubicazione di molti esemplari delle famose Uova Fabergé, è però ancora sconosciuta.
Immagini :

Peter Carl Fabergé (1846-1920), fotografia di autore sconosciuto.

Il palazzo della famiglia Fabergé al numero 24 Bolchaïa Morskaïa a San Pietroburgo
comprendeva un laboratorio, l’ufficio principale, gli appartamenti di Peter Carl e del figlio
maggiore Eugène, nonché una cabina di sicurezza, chiamata “La Chambre d’or de Fabergé”: un ascensore dove il gioielliere e i suoi clienti importanti conservavano i loro gioielli (per un valore totale di 7,5 milioni di rubli in oro di quel tempo). L’ascensore blindato si fermava tra il piano terra e il primo piano, la cabina di sicurezza era elettrificata,

Il primo Uovo Imperiale Fabergé,commissionato dallo Zar Alessandro III di Russia come sorpresa di Pasqua per la consorte Marija Fëdorovna.

L’Uovo di Pietro il Grande, gioiello Fabergé, che l’ultimo Zar di Russia, Nicola II, donò per la Pasqua del 1903 a sua moglie, la Zarina Alexandra Fëdorovna.

Nicolò II, donò a sua madre l’Imperatrice vedova Marija Fëdorovna, nel 1901.